Camminate ed ansia

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Sentii qualcuno tirarmi le coperte e per questo iniziai a mugugnare «È ora di alzarsi Fra'» mi giunse la voce di qualcuno, aprii un occhio rivelando le figure di Alessia ed Alena, sbuffai roteando gli occhi ma dandole ragione.

Mi ero finalmente riuscita ad addormentare, anche se sul divano e di fianco a Nicolò, che deduco mi abbia portata in camera. Al solo pensiero arrossii ma cercai di nasconderlo.

«Odio alzarmi dal letto» bofonchio stropicciandomi gli occhi ed alzandomi per dirigermi al bagno con gli occhi ancora semichiusi.

«Ti aspetto in cucina per il caffè» mi urlò Alena mentre mi chiudevo in bagno, le feci un pollice in su e mi preparai con la mia solita energia da zombie.

Una volta vestita e lavata andai in cucina «Pensavamo che non saresti più uscita» mi disse Nicolò appena mi notò e io gli riservai un dito medio per poi prendere il caffè, preparato da Alena.

«Simpatica questa mattina eh» disse di rimando il riccio beffardamente »Qualcuno ha lezione come me ora?» chiesi ignorandolo completamente e rivolgendomi ai cantanti presenti, ricevendo un segno negativo tranne che da Nicolò.

«Mi sa che dovrai sopportarmi ancora qualche minuto» mi disse prendendo entrambe le nostre giacche, risi per poi seguirlo a ruota, non prima di salutare gli altri.

«Hai la prima prova del compito?» chiese lui una volta imboccato il corridoio «Si» risposi velocemente «Vedrai che andrà bene» mi disse prima di entrare nella sua sala, lasciandomi davanti alla mia porta.

Ebbene si, mi era stato dato un compito da Rudy in cui voleva vedermi tirare fuori "gli artigli", a sua detta, e di mostrare un lato che non sia solamente quello delle canzoni, sempre a sua detta, tristi.

«Come ti sembra?» mi chiese Anna dopo ore di prove «Non so, è come se non la sentissi» tentai di spiegare.

«A me sembra più un fatto di sicurezza, sbaglio?» mi chiese capendo ed io annuii imbarazzata «Ma non so perché, non ho mai avuto problemi di questo tipo» dissi sinceramente torturandomi le pellicine.

Beh forse non avevo mai avuto problemi di questo tipo perché ho sempre cantato nella mia cameretta.

«Sono qui per aiutarti e insieme troveremo la soluzione, ora ti lascio con la vocal coach così continui a provarla e poi più tardi lavoreremo sull'altro aspetto» mi disse rassicurandomi.

«Va bene, grazie mille» risposi sorridendole e fece il suo ingresso la coach «Buon lavoro» ci salutò la mia professoressa.

«Ok fermati» mi ordina la coach facendo stoppare la base della canzone «Il testo c'è e la vocalità praticamente anche ma non ci sei tu, non c'è sicurezza, non c'è espressione»

«Lo so» risposi a disagio ed abbassando la testa.

«Francy questo compito puoi farlo, ma devi tirare fuori la tua potenza» mi disse più cautamente, alzai la testa incontrando il suo sguardo e sospirai frustrata.

Come di consueto iniziai a camminare per la stanza in cerca di una soluzione ma la vocal coach mi ordinò di tornare a casa per pensare e mettere a posto le mie idee.

Ma dopo essere arrivata in Sala Relax presi una bottiglietta in mano e iniziai ancora a vagabondare per la stanza col cuore a mille. Non volevo deludere Anna o la mia famiglia a casa. Avrei voluto davvero saper fare quella canzone.

«Ehy che succede?» disturbò il cantante riccio «Scusa Nicolò ma ora non è il momento» risposi forse troppo brusca, in questi momenti volevo solamente stare da sola, ero abituata a calmarmi così.

Lui però sembrò non badare alle mie parole e mi costrinse a sedermi sfilandomi la bottiglietta dalle mani «Guardami- alzai lo sguardo verso di lui- respira» esclamò cautamente e facendomi rilassare veramente.

Lo guardai sbigottita sul come ci fosse riuscito e poi diventai rossa «Scusa per come ti ho risposto prima» dissi gesticolando sentendomi una stupida «Non importa, vuoi dirmi che è successo?»

Si sedette di fianco a me in attesa di una risposta da parte mia «Il compito, non sta venendo come immaginavo. Non riesco ad avere la sicurezza che richiede» ammisi incrociando le braccia «Cantamela» mi disse d'istinto lasciandomi confusa.

«Nicolò ti ho appena detto che non mi viene» gli risposi guardandolo «Non importa, tu cantamela» a quel punto mi imbarazzai e cercai di sottrarmi ma alla fine cedetti ed intonai solamente la prima parte della canzone.

«A me sembravi convincente, è solo una questione di giorni» sorrise «Sarà diverso quando dovrò cantarla davanti a tutti Nico» mi lamentai frustrata.

«Allora immaginati da sola, o con me in questa sala» mi lasciò senza parole e decisi di non rispondere tornando con lui in casetta.

Appena arrivata corsi alla ricerca di Ilan trovandolo sul suo letto e mi ci lanciai sopra «Fa pure con comodo» mi disse scherzando per poi farmi spazio.

«Com'è andata?» mi domandò spegnendo il computer su cui stava lavorando «Male, dicono che si vede che sono insicura, quindi sono tornata in sala relax dove ho iniziato la mia solita maratona, come la chiameresti tu, ma Nicolò mi ha aiutata a calmarmi» spiegai brevemente cercando di non pensarci più.

«E tu non l'hai cacciato?» chiese sorpreso, ovviamente di tutto il discorso aveva captato l'ultima parte «Inizialmente ci ho provato ma non se n'è andato» ammisi

«Quel ragazzo non me l'ha racconta giusta e nemmeno tu» esclamò puntandomi un dito sospettoso «Ilan smettila subito o ti picchio» ricambiai il dito ma lui sembrò non smuoversi dalla sua idea «Ne riparleremo tra qualche mese» così gli lanciai un cuscino addosso e poi corsi scappando dalle sue grinfie.

𝐒𝐎𝐔𝐋𝐒 | Nicolò FilippucciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora