Geloso?

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Ero in sala relax, stesa su uno dei divani con un libro tra le mani, quando Daniele entrò nella stanza. Lui era uno dei ballerini della Celentano, e anche se ci eravamo incrociati diverse volte, non avevamo mai avuto davvero occasione di parlare. Ora, però, sembrava in cerca di compagnia. Si avvicinò e si sedette sul divano accanto a me.

«Cosa stai leggendo?» chiese, con un mezzo sorriso curioso.

Alzai lo sguardo dal libro e mi accorsi che, anche se non lo conoscevo bene, mi trasmetteva una sensazione di tranquillità. Non c'era disagio o imbarazzo tra di noi, e decisi che sarebbe stato carino scambiare due chiacchiere.

«Oh, niente di che, è solo un libro di poesie. Mi piace leggerle ogni tanto, mi aiutano a rilassarmi.» Gli rivolsi un sorriso «E tu, sei qui per fare una pausa dalle lezioni di ballo?»

Lui annuì e si passò una mano tra i capelli mori scompigliati «Sì, diciamo che oggi è stata una giornata intensa... e poi, ogni tanto ho bisogno di prendermi un momento solo per respirare.»

Notai una sfumatura di malinconia nel suo tono. Sembrava uno di quei ragazzi che tenevano tutto dentro, che non parlavano facilmente delle proprie emozioni. Eppure, in qualche modo, sembrava a suo agio in quel momento, come se fosse disposto a lasciarsi andare un po'.

«Capisco cosa intendi. Anche per me è stato così. A volte qui sembra di essere sempre sotto pressione, e trovare un po' di pace è più difficile di quanto pensassi.» lo rassicurai.

Ci fu un attimo di silenzio. Poi, quasi con un tono confidenziale, Daniele si lasciò andare a una confessione.

«Sai, è strano, ma... non ho mai avuto veri amici nella mia vita. Sono sempre stato molto per conto mio. A dire il vero, la mia migliore amica è stata la solitudine. Era come se non ci fosse spazio per altre persone» Si fermò, guardando un punto imprecisato davanti a sé  «Ma qui... è diverso. Sto iniziando a conoscere persone che mi fanno stare bene. Come te, ad esempio.»

Quelle parole mi colsero un po' di sorpresa. Lo capisco benissimo, molto più di quanto avrei voluto e non avevo nemmeno mai pensato di poter essere una persona che qualcuno potesse trovare così... rassicurante. Ma il modo in cui l'aveva detto, con una sincerità disarmante, mi fece sorridere.

«Beh, allora spero di poter essere la tua prima vera amica» dissi, cercando di alleggerire l'atmosfera «Anche se, ti avviso, non sono granché a fare la spalla su cui piangere, ma potrei leggere una poesia per tirarti su»

Daniele rise, e in quel momento la malinconia nei suoi occhi sembrò svanire un po'. Forse stava davvero cominciando a scoprire che avere amici non era poi così male. E io, per la prima volta, mi sentii felice di essere riuscita a far sentire qualcuno meno solo.

Dopo la chiacchierata con lui andai su una delle panchine fuori, cercando di recuperare fiato tra una lezione e l'altra, quando Nicolò si avvicinò con passo tranquillo e mi si sedette accanto.

𝐒𝐎𝐔𝐋𝐒 | Nicolò FilippucciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora