Settima puntata

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La settima puntata di Amici si apre con Maria che, come al solito, entra in studio con la sua energia rassicurante. Mi siedo al mio banchetto, tentando di controllare le mani che tremano appena, ma non riesco a far smettere il vortice di emozioni che mi attraversa. La voce di Maria risuona nello studio, presentando i giudici della puntata: Ermal Meta e Cristiano Malgioglio per il canto, e Veronica Peparini per il ballo.

Le esibizioni cominciano, e io cerco di concentrarmi, applaudendo per i miei compagni, ma la mia mente ritorna sempre a quello che mi aspetta. Alessia si esibisce per prima, e io le faccio un sorriso di incoraggiamento. «Vai Ale, spacca tutto!» le sussurro, sapendo che non può sentirmi, ma sperando che in qualche modo le arrivi il mio supporto. Alessia è forte, e il suo coraggio mi dà un po' di speranza, ma non basta a calmare l'ansia che mi divora.

Poi arriva il momento tanto temuto: il mio turno. Il mio nome viene annunciato, e mi alzo cercando di non mostrare troppo quanto sia nervosa. Il mio cuore batte fortissimo, e sento il respiro spezzarsi mentre mi avvicino al centro del palco. Le luci sono accecanti, e per un attimo mi sembra di essere completamente esposta, come se tutti potessero vedere le mie cicatrici. Guardo Maria, che mi lancia uno sguardo caldo e comprensivo.

«Allora, Fra» dice, con quella sua voce dolce eppure forte «oggi porti una canzone che, per te, non è facile. È un pezzo impegnativo, non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto emotivo, giusto? Voglio che il pubblico sappia che Anna ti ha assegnato questo brano senza sapere nulla del tuo passato, quindi non l'ha fatto apposta. Ma ciò non toglie che le emozioni siano reali, e voglio che tu sappia che va bene se ti lascerai andare»

Abbasso lo sguardo un istante, sentendo le sue parole colpire il punto più vulnerabile di me. È vero, questa canzone non è solo un brano musicale: è la mia storia, la mia ferita, la mia verità. Anna, seduta tra i professori, mi sorride con affetto.

Prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi per un istante. Poi le prime note di Family Line di Conan Gray riempiono lo studio. Il pianoforte suona delicato ma incisivo, e inizio a cantare. Ho cambiato qualche parola per far sì che parli di mia madre, di quel rapporto inesistente e tossico che ha segnato la mia infanzia. La mia voce trema leggermente all'inizio, ma mi costringo a restare centrata. Ogni parola pesa come un macigno, scavando nei ricordi che fanno male: le grida, l'assenza di amore, l'abbandono.

Cerco di non lasciarmi sopraffare, ma ogni nota sembra una confessione. I ricordi si fanno sempre più vivi, e la mia gola si stringe. So che devo mantenere il controllo, che questa è la mia occasione per esprimere quello che ho sempre tenuto dentro, e non posso lasciarmi andare. La mia voce si fa più intensa, perché il dolore che ho dentro trova finalmente una via per uscire, e ogni parola sembra vibrare di un'emozione che non posso più contenere.

My mother never talked a lot
She just took a walk around the block
'Til all hers anger took a hold of her
And then she'd hit

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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𝐒𝐎𝐔𝐋𝐒 | Nicolò FilippucciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora