Sesta puntata

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Ciaoo vi ricordo che ho pubblicato una storia su Vybes, se volete passate❤️

Il cuore batteva forte mentre ero seduta nel mio banco in studio, cercando di tenere a bada l'ansia e l'eccitazione che si mescolavano dentro di me. La sesta puntata di Amici era appena iniziata, e Maria aveva fatto il suo ingresso con quell'autorità calma ma decisa che le è così naturale. Sapevo che c'era tensione nell'aria; tutti noi avevamo sentito mormorare di rimproveri e richiami per i comportamenti fuori dalle lezioni, e quando Maria ha iniziato a parlare di ritardi e infrazioni, ho lanciato uno sguardo furtivo verso i miei compagni di classe, un po' in ansia.

Dopo qualche minuto, Maria ha fatto partire un video sullo schermo gigante: TrigNO era stato ripreso in più occasioni a fare il furbo, accumulando infrazioni su infrazioni più di chiunque altro. E la Pettinelli, con il volto rigido, ha annunciato la sospensione della sua maglia. L'intero studio sembrava sospirare di colpo, e potevo percepire il disagio di TrigNO.

Quando TrigNO ha lasciato lo studio, Maria ha introdotto i giudici. I nomi di Noemi e Michelangelo hanno suscitato un piccolo mormorio d'ammirazione tra noi cantanti, mentre Oriella Dorella è entrata per giudicare la gara di ballo. L'emozione cresceva mentre ogni nome veniva annunciato, e io, seduta lì, mi chiedevo se sarei riuscita a far emergere la mia voce e a dare il meglio durante la mia esibizione.

È iniziata la gara di inediti, e le esibizioni si sono susseguite con un ritmo serrato. Guardavo i miei compagni darsi da fare sul palco, sia nei canti che nelle coreografie, cercando di assorbire ogni loro nota, ogni passo, come una spugna. Poi, quando Nicolò è salito sul palco per cantare il suo inedito, ho sentito un piccolo sorriso nascere sul mio viso. Era un pezzo che conoscevo bene, l'avevo ascoltato talmente tante volte che non mi sono neppure resa conto di canticchiarlo piano, seguendo le parole. Ma, dopo che finì di cantare, Maria mi ha sorpresa rivolgendo lo sguardo verso di me.

«Franci» ha detto con un sorrisetto malizioso, «vedo che conosci bene l'inedito di Nicolò. Ti è piaciuto, eh?»

Immediatamente, sento le guance farsi bollenti. La sua frase aveva quel tono scherzoso, ma così imbarazzante, e in pochi istanti tutto lo studio è scoppiato a ridere e applaudire, Nicolò stesso mi ha lanciato uno sguardo divertito. Avrei voluto sprofondare. Ho abbozzato un sorriso, cercando di coprire l'imbarazzo, e ho annuito debolmente, senza sapere bene cosa rispondere. «Sì, mi è piaciuto» ho mormorato, cercando di passare inosservata. Ma nel frattempo sentivo il battito del cuore nelle orecchie e il viso in fiamme.

Poi è arrivato il mio momento. Mi sono alzata e ho raggiunto il centro del palco, cercando di scrollarmi di dosso l'ansia. Quando è iniziata la base del mio inedito, ho respirato a fondo e ho cercato di lasciarmi andare, di far uscire tutto quello che sentivo attraverso le note e le parole. Sapevo che quel pezzo era importante per me, che dovevo dimostrare di meritare quel posto.

𝐒𝐎𝐔𝐋𝐒 | Nicolò FilippucciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora