Sentimento

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È sera, e la casetta è insolitamente silenziosa. Gli altri sono andati a dormire da un po', ma io rimango sul divano, a fissare il mio tè ormai freddo. La mia mente non riesce a stare ferma. È inevitabilmente diretta verso Nicolò. Da quando ci siamo avvicinati così tanto, ogni singolo momento passato insieme sembra riempirsi di nuove sfumature, che non riesco a decifrare.

Cosa rappresenta veramente per me? È una domanda che non mi ero mai posta così seriamente, e ora sembra insistere, come una melodia che non riesco a scrollarmi di dosso. Mi fa stare bene, questo è certo. Quando siamo insieme, tutto il resto si dissolve, e non c'è nient'altro che conti. È come se avessimo un nostro mondo, fatto di battute, di sguardi, di silenzi che dicono più di mille parole.

Eppure... perché allora mi sento anche così inquieta? Ogni volta che si avvicina troppo, che mi lancia quello sguardo un po' intenso, è come se qualcosa dentro di me si accendesse, ma allo stesso tempo avesse paura di esplodere. Non sono abituata a questi sentimenti, a questa voglia di scoprire cosa significhi, e mi spaventa l'idea di rovinare tutto.

Con Nicolò, ho paura di perdere quello che abbiamo. È diventato uno dei miei punti di riferimento, qualcuno su cui so di poter contare, anche nelle giornate più difficili. E se questi pensieri... se questi sentimenti rovinassero tutto?

Mi sento un po' ridicola, eppure non riesco a smettere di pensarci. A volte ho la tentazione di dirglielo, di fare un salto nel vuoto e vedere come reagirebbe, ma poi il mio orgoglio, o forse la mia paura, mi trattiene.

Alla fine, tutto quello che posso fare è sperare che lui non se ne accorga. E, forse, convincere me stessa che questo non è altro che un momento passeggero.

Ma questa idea sembrò smontarsi proprio quando Nicolò appare. Lo sento entrare con passo leggero, quasi a voler rispettare la mia quiete, ma il solo rumore della porta che si apre mi fa sussultare.

«Non riesci a dormire?» chiede con un sorriso, avvicinandosi lentamente. La sua voce bassa sembra quasi un sussurro, e mi accorgo che il cuore accelera, come se solo la sua presenza potesse muovere qualcosa dentro di me.

«No, non riuscivo a dormire. E tu?» rispondo, cercando di mantenere un tono leggero, ma la tensione è palpabile. Lui non risponde subito. Si avvicina ancora, fino a quando è a pochi centimetri da me, poi si lascia cadere sul divano accanto a me, così vicino che il mio braccio sfiora il suo. Ogni mio senso è teso su quella lieve pressione della sua spalla contro la mia.

«Stessa cosa»

Sento il calore della sua presenza accanto a me, e per qualche ragione mi sento spinta a spostarmi ancora un po', a lasciare che il mio corpo si rilassi fino a sfiorare il suo. Lui non si ritrae, anzi sembra avvicinarsi ancora di più, tanto che posso sentire il suo respiro vicino al mio.

𝐒𝐎𝐔𝐋𝐒 | Nicolò FilippucciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora