Pov Aiden
Cazzo.
Sono un coglione.
Le parole di Caleb avevano fatto male.
E tanto.
Ma la cosa peggiore era una: aveva ragione.
Aveva fottutamente ragione.
E io?
Mi sento una merda.
Appena uscii dalla stanza di Jude tornai subito nella mia. Ma prima mi fermai davanti alla stanza di Vera.
Sentivo dei rumori che arrivavano da lì. Dei singhiozzi. Ed era tutta colpa mia.
L'unica cosa che volevo fare era entrare e chiederle scusa. Dirle ciò che provo.
Ma non c'è la faccio.
Sento che sto per crollare sulle mie gambe dalla tristezza.
Dalla tristezza di aver fatto così tanto male a qualcuno.
Quindi con gli occhi lucidi corsi verso la mia stanza e appena mi sono buttato sul letto mi sono messo a piangere.
Raramente lo facevo, ma sentivo che in quel momento ne avevo bisogno.
Alla fine passai la notte a piangere silenziosamente soffocando i miei singhiozzi nel cuscino.
Pov Vera
Appena tornai in stanza ero distrutta, volevo solo stare da sola. Quindi chiesi a Caleb e a Ichihoshi di uscire, e loro lo fecero.
Appena uscirono scoppiai a piangere, e anche forte.
Non so se mi abbiano sentito ma non mi importava.
Non mi importava più nulla.
Perché devo sempre soffrire?
Perché?
Perche tutte le disgrazie a questo mondo ce le ho io?
Perché?
Perché non posso semplicemente sparire?
Infondo se soffro e basta ci sarà un motivo no?
A quel punto risi tra le lacrime, ma era una risata isterica.
Forse sono diventata matta.
O forse sono solo una persona stanca della vita che cerca di mascherare il suo dolore con il sorriso.
Oppure sono solo una persona che il mondo non voleva che esistesse.
Questa mia ondata di pensieri venne interrotta dal rumore del porta che si apre e si richiude.
Non ho la forza di alzare la testa per vedere chi è.
Era come se fossi rinchiusa in una bolla che stava non mi faceva distinguere il mio mondo da quello reale.
"Tranquilla, non sei sola, ci siamo noi che ti vogliamo bene, non devi pensare che sei te l'errore qui. Te non hai sbagliato nulla, non è colpa tua. La vita è così, l'importante è affrontarla sempre a testa alta e con coraggio" disse Celia a bassa voce accarezzandomi la testa e mettendosi di fianco a me.
Dovevamo essere più o meno le 2:30 di notte.
"Facile per te, Darren è un ragazzo così affidabile, è ovvio che lui non ti abbia mai fatto soffrire o che comunque non ti faccia sentire uno scarto vivente" dissi io con le lacrime che scendevano copiose velocemente.
"Pensi che non abbia mai pensato che Darren mi stesse tradendo? Sai, ogni tanto mi capita di pensare che quando le cose tra noi non vanno per il meglio sia io quella che stia sbaglio tutti. Ma poi mi dico -ma sei scema? Cosa penserebbero in questo momento i tuoi genitori se ti vedessero così?- e quindi mi do coraggio e affronto i miei problemi a testa alta" disse la blu guardando il cielo dalla finestra.
I miei genitori...
La mia famiglia...
"Sai Celia, sei una ragazza forte, a differenza mia" dissi io cercando di riprendere fiato.
"Sono diventata così, per necessità, anche se non penso di essere così forte, ma sono sicura che te, infondo, sia un po' come me" disse lei per poi dirigersi verso la porta.
"Ti lascio riposare, dormi un po' che ti fa bene. Buona notte" disse la blu per poi uscire.
Non so perché ma quelle parole mi hanno colpite nel profondo.
Tanto che continuai a piangere forte per un'altra ora.
Poi provai a dormire, in qualche modo riuscendoci.
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La squadra più forte ~Inazuma Eleven
FanfictionSequel di una squadra che mi cambiò la vita Sono passati 3 anni dalla nostra vittoria. Il calcio è di nuovo in pericolo, cosa succederà? Non resta che godersi la storia per scoprirlo.