Nel frattempo Argentius s'era andato a poggiare sul ventre della morta Azalea, e dolorante iniziò ad assistere allo spettacolo che sua sorella avrebbe messo in atto.
Tutti i guerrieri del Gioiello Del Deserto s'erano rialzati e pronti ad assalire l'ispanica Romantius, che li guardava dal suo elmo con due occhi mai visti prima.
In essi era insita tutta la collera della Corvina Rosea; tutto il suo rancore; tutto il suo amore.
Le forti emozioni nemiche d'ogni Corvino s'erano annidate in lei ed erano pronte ad essere sprigionate.
le guardie caricarono la Prigioniera della Perfezione con lunghe asce ed appuntite spade di bronzo fiancheggiate dai loro pesanti scudi rettangolari, sui quali era raffigurato un grosso sole circondato da sinuosi motivi floreali.
Mentre quelle cappe rossastre s'appropinquavano a Romantius, quest'ultima, con un evasivo movimento, si conficcò la katana nella visiera; ed in contemporanea venne avvolta da un grande petalo rosa, che spuntò con forza inaspettata creando anfratti sul campo di battaglia e arrestò la marcia delle guardie.
La Corvina venne fagocitata da un immenso papavero rosa che per qualche ragione non prendeva fuoco dall'ambiente circostante.
La terra iniziò a tremare, e le già prossime a cadere guglie di Rupestride si staccarono dalle loro irte colonne.
Malice all'interno delle segrete del suo castello, udendo la collera mai sprigionata da una Creatura della Creazione Scarlatta dotata di un elmo beccuto, iniziò ad andare in fibrillazione.
S'aggrappava alle tronfie spalle delle guardie che l'avevano accompagnata nelle stanze più fredde del fiammeggiante capoluogo del Deserto Dorato; si dimenava lamentandosi, e mesta piangeva in continuazione dai suoi occhioni arancioni che per la prima volta non erano né ammiccanti né maliziosi, ma pregni d'angoscia.
"Quando finirà quest'agonia?! Rispondete alla vostra Regina, oh possenti guardie" diceva languida. "Siete gli unici che mi siete rimasti. Il fuoco adesso divorerà altresì tutta la mia amata Rupestride!" diceva con una voce flebile. Le guardie non potevano risponderle, e lei ne era consapevole.
Tutte le sentinelle del Gioiello Del Deserto erano il prodotto di un rituale arcano che avveniva nella grande cattedrale bronzea di Rupestride. Nelle gotiche mura color borgogna di quella meraviglia architettonica così piena di guglie che quasi superavano le migliaia di mattoni usati per erigerla, quando un uomo, vampiro o un orco voleva diventare una 'Lama Assolata', doveva recarsi al suo interno; avvicinarsi all'altare della prolissa stanza colma di regali panchine costruite con l'oro che la Capitale Dorata passava di sovente a Rupestride e denudarsi completamente per essere giudicati dalla stessa Regina.
Se si era più alti delle appuntite e ricurve corna della vampira, si aveva un bel corpo robusto e la stessa Malice era appagata dalla veduta, si poteva procedere con il rituale. In caso contrario si veniva frustati dalla Regina e messi a fare gli sguatteri negli antri più purulenti e sordidi del castello.
Vista la mancanza d'acqua erano quasi sempre i vampiri a passare a discapito degli orchi e degli umani. Questi ultimi, infatti, potevano chetare per poco la loro arsione, come tutte le altre Creature di Princìpia non benedette da lunghi canini appuntiti, solo bevendo qualche fiaschetta di Sangue.
Questo comportava spesso a non avere un fisico all'altezza, e quindi a venir seviziati e reclusi.
Il rituale consisteva semplicemente nell'indossare le varie parti della classica armatura di rame.
Al resto ci avrebbe pensato il Sole stesso; il quale veniva venerato da Malice e tutti i suoi seguaci: gli Abbagliati.
Invero, una volta messa l'armatura, la Regina si sarebbe voltata verso il mosaico raffigurante lo stesso Sole posto dietro l'altare; e aprendo le mani in segno di giubilo avrebbe pronunciato queste parole: "Sole! Giudica questa Creatura e dimmi se ha la stoffa per divenire un tuo guerriero!"
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Le Cronache Scarlatte - Il Cavaliere
FantasyIn un mondo dominato dal più profondo blu del Mare, gigantesche e abominevoli Creature Marine dalle esecrabili fattezze vagavano dandosi battaglia. L'unico colore presente era il blu, che rendeva il tutto apatico e monotono. In quel mondo non v'era...