19 - I'm just nineteen

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A͢L͢E͢X͢A͢N͢D͢E͢R͢

Avevo già capito che mia sorella fosse rientrata, ma l'urlo buttato ancora prima che mi raggiungesse in cucina mi diede l'effettiva conferma
Si bloccò sulla porta non appena mi vide. Aveva gli occhi sgranati e la braccia che sembravano aver perso forza
"Che- che hai fatto al viso"

Buttai gli occhi al cielo "Ho lottato contro un orso"
Lei sembrò non gradire la mia battuta, forse un po' fuori luogo vista la situazione e... le mie condizioni

"Alex, dimmi che cosa hai fatto" la sua voce era stridula, forse rotta dal dolore. Venni riportato con la mente a due anni prima, quando quel suo tono sommesso ero costretto a sentirlo ogni sera.

O meglio, lei era costretta a vedermi rincasare come uno straccio ogni sera. Ogni volta che succedeva poi mi sentivo uno schifo. Un fallito. E come tale mi rinchiudevo nella mia stanza, oltre che in me stesso.
Oggi invece quella sua richiesta bastò a farmi annebbiare il cervello.
È così difficile avere fiducia in me?

"Kiara si può sapere cosa cazzo vuoi? Non ho bisogno di te che mi stai con il fiato sul collo"
Le urlai nonostante fossimo nella stessa stanza.
Lei si avvicinò velocemente indicando le ferite sul mio viso. "Ah no?"

"Te lo ripeto, stavolta più lentamente" mi avvicinai ringhiante alla sua faccia scossa "non sono cazzi tuoi. Ne di nessun altro"

I suoi occhi vivi erano resi ancora più puliti e lucidi dalle lacrime che cominciavano a fuoriuscire
Ero perfettamente consapevole di quanto fosse difficile per loro starmi vicino. Accettare il mio lato oscuro che io stesso faticavo a sopportare

Lei era lì. Piccola e fragile nel cardigan in cotone che indossava e che sembrava essere almeno due taglie più grande. Avrei potuto fare tante cose. Dirle che non ero tornato a combattere. Che non avevo cercato io Patrick Murphy. Ma non lo feci.
Mi voltai e cominciai a camminare a passo spedito verso l'uscita.

Lei sembrava non volere cedere. Classico di lei.
"Abbiamo affrontato di tutto per te" mi tirava per il braccio per farmi voltare. Invano. Continuai la mia marcia a testa bassa.
Voglio uscire da questa casa

"Alex ci hai fatto vivere in un inferno"
"Non te lo perdonerò mai se butti tutto nel cesso di nuovo"
"Alex fermati ascoltami!"
Continuava a tirarmi.

"Sei un ingrato di merda! Non riesci a stare lontano dai guai neanche per la tua famiglia"
Piangeva ed urlava. Urlava e piangeva
L'unica cosa che feci io era accusare i colpi, di nuovo. Presi le chiavi della mia macchina ed uscii.

Non so bene dove andai. Mi lasciai trasportare dalla mia macchina. Lasciai che la leggera brezza serale mi pungesse il viso, già abbastanza martoriato.

Girai, anzi girovagai fino a quando non si fece buio.
Nella testa risuonavano le parole di Kiara. Sia chiaro, non erano quelle che mi ferivano. Altre volte e in altre occasioni me le aveva sputate in faccia.

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