11. Strong heart

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Dicembre 2022

Quando Johnny ricevette dal Capitano Price l'approvazione per il congedo richiesto giorni prima, si sentì più strano di quanto avesse preventivato.

Aveva atteso quel foglio come una tigre in gabbia, misurando il corridoio grigio e smorto fuoridall'ufficio del Capitano a passi pesanti, il cervello in subbuglio.

- Per l'amor di Dio, MacTavish, stai fermo. – lo aveva apostrofato Ghost, la figura imponente appuntata al muro scarno quasi ne stesse reggendo il peso. Gli occhi scuri ruotarono infastiditi attraverso gli strati di fuliggine sotto al balaclava.

Soap rispose con un vago mugugno, sputando una mormorata imprecazione scozzese.

Durante quell'ultimo mese erano stati sballottati in giro per il mondo come topi in un sacco, in cerca di una traccia su cui lavorare, un osso da cui rosicchiare qualche buona pista sulle attività di Konni. Senza apparente successo.

Persino lo stoicismo granitico del tenente stava accorciando la miccia dopo l'ennesimo dislocamento finito in fumo. Per questo il Capitano aveva concesso a tutta la Task Force, se stesso compreso, un lungo congedo.

- Tornate a casa, raggi di sole. Avete fatto un ottimo lavoro. Godetevi un po' d'aria fresca, bevete e scopate abbastanza da tornare freschi come fiori di campo. Intesi? Rimarrò in contatto. –

Questo era quanto. 

John guardò il foglio, interdetto. Tre settimane. Ingoiò a vuoto e si chiese perché la prospettiva lo turbasse a quel modo.

Il pensiero si soffermò pericolosamente su Yael, una frazione di secondo di troppo perché la consapevolezza di dover tornare a casa si sovrapponesse a quel bisogno così istintivo. L'idea si formò confusa da qualche parte nella sua testa, ma non osò affiorare.

I bordi del modulo cominciavano ad accartocciarsi sotto la pressione delle dita ruvide quando la voce di Ghost sovrastò i suoi pensieri.

- Che farai, Johnny? Ti chiuderai in camera col caporale? – gracchiò all'angolo del suo campo visivo, la voce pesante, sorniona attraverso il tessuto del balaclava.

- Tre settimane. Mia madre mi ucciderebbe se non tornassi. – sbottò Soap di rimando, un ghigno storto sulle labbra piene. Stava facendo il furbo, era una sicurezza che non possedeva.

- Siete già a quel punto, sergente? Non mi dire. –

Lo stava provocando, una risata profonda che sembrava arrivare da un punto imprecisato di quel corpo immenso. Soap avvertì distintamente la punta delle orecchie pizzicare.

- Haud yer wheesht. – ringhiò al suo indirizzo, gli occhi cerulei saettarono di nuovo sul foglio, solo per ripiegarlo sgraziatamente e infilarlo nel retro dei jeans.

- In inglese, MacTavish. – rimbrottò Ghost suadente, lo stava pungolando e, come sempre, Johnny lo stava lasciando fare.

- Scusa, riformulo. Chiudi quella cazzo di bocca, L.T. –

Il tenente questa volta non trattenne una risata roca che rotolò fra le pareti nude del corridoio con la persistenza di un fumogeno.

- E tu, Ghost? Tre settimane sono sufficienti per trovarsi una bonnie lass. – lo incalzò il sergente ciarliero, spostando il peso massiccio da un piede all'altro. Avrebbero entrambi potuto andarsene, invece erano ancora lì, a parlare del cazzo di niente.

Nonostante tutto, il mondo fuori dalla porta ancora li spaventava.

- Non preoccuparti per me, Johnny. Me la caverò. – chiosò Simon, le spalle larghe che si staccavano dalla parete per fronteggiarlo.

Wait for me || John "Soap" MacTavish (Call Of Duty) x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora