29. Can you feel my heart?

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Quando la voce roca del Capitano Price disturbò il silenzio del canale radio di Bravo-Seven, l'elicottero, che trasportava Soap e Ghost, volava in direzione del sole che sorgeva algido contro il profilo montano.

"Bravo Zero-Six a Seven, segnalato scontro a fuoco alla base." 

Il gracchiare sovrastò di poco il ruggito delle pale in funzione e la turbolenza dell'aria sul metallo esterno della carlinga.

Eppure, il cuore di Johnny precipitò nello stomaco in un tonfo sgradevole, gli riverberò dentro a un centinaio di decibel e credette di aver perso per strada un paio di battiti.

- Qui Bravo Zero-Seven. Ripeta, Capitano. – latrò il tenente di rimando, gli occhi scuri, ridotti a fessure, che baluginavano nei suoi dai fori pesti del balaclava nero.

Le dita del sergente si strinsero alla maniglia di metallo a pochi centimetri dalla cresta mohicana fino a sbiancare le nocche.

"Konni ha attaccato la base." Ripeté il capitano fra i denti, un grugnito d'impazienza a malapena trattenuto nel tono profondo e raspante.

Johnny perse qualsiasi ritegno.

Scattò in piedi, ignorando l'instabilità della cabina, il sangue che pompava adrenalina a ondate, bruciava nelle vene offuscando ogni giudizio. Gli annebbiò la vista e, di colpo, rimanere fermo gli sembrò impensabile, quasi una tortura.

Avrebbe preso a testate il metallo del portellone se fosse bastato a toglierli quel presentimento di morte dalla testa, strapparglielo dal cuore insieme al sangue che ruggiva nelle orecchie ottuse dalle cuffie. Qualsiasi cosa pur di non formulare quel pensiero, non dare voce alla preoccupazione che gli strisciava gelida fra i polmoni.

- Porca troia! – ululò, accartocciato al vetro del finestrino, in preda a un dolore quasi fisico. 

Di colpo, gli parve di vedere rosso, come se il mondo stesse perdendo consistenza, impastato al groviglio di pensieri che gli esplodevano nel petto al ritmo di un treno in corsa.

Era qualcosa che non aveva mai provato in vita sua. Non con quella forza.

- Quel figlio di puttana lo ha fatto di nuovo! Cazzo! – abbaiò Soap con una ferocia nuova, il ringhio di un animale ferito e il cuore che lo lasciava indietro, batteva così forte che credeva il petto sarebbe collassato sotto il gilet da combattimento.

Il tenente, d'altro canto, lo scrutava in silenzio dal suo sedile, la postura rigida, le dita enormi serrate al calcio del fucile. Se non l'avesse conosciuto così bene, si sarebbe quasi azzardato a riconoscere in lui un'ombra di paura.

"John!" il richiamo di Price gli rimbalzò nel cranio con la perseveranza di un fumogeno: "Capisco cosa provi, ma devi calmarti, sergente."

Soap gonfiò il petto, inseguendo un respiro più regolare, le narici dilatate e le iridi vitree su un punto imprecisato di quell'alba tanto crudele.

"Resta lucido e conserva questa rabbia per Makarov. Se vorrai piantargli una pallottola in testa non ti fermerò, questa volta." Continuò il Capitano e mai nessuna promessa suonò più dolce alle sue orecchie come in quel momento, un rivolo di sudore che imperlava il collo possente e i denti serrati fino a scricchiolare.

- Aye, Cap. – gracchiò Johnny, dopo qualche istante, nel silenzio radio in una determinazione gelida, brutale. Non aveva la minima importanza quanto sangue avrebbe dovuto spargere per trovarla. 

Tornò al suo posto, i passi pesanti degli stivali tattici sul fondo metallico della carlinga sembrarono dare un ritmo nuovo al cuore in subbuglio. Inesorabile, come la sua capacità di smaltire l'adrenalina per far posto a una lucidità terribile.

Wait for me || John "Soap" MacTavish (Call Of Duty) x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora