6. From the moment I laid my eyes on you

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Las Almas era stata un inferno.

E non per quelle ferite che si era portato indietro come ricordo, era stato peggio di così. Per la prima volta, dopo tanto tempo, Soap aveva avuto paura.

Non paura di morire, solo uno sciocco non l'avrebbe avuta nel suo mestiere. L'istinto di conservazione era il suo pane quotidiano, aveva imparato a conviverci e a disciplinarlo molto tempo prima.

No. Per una volta si era chiesto cosa si sarebbe lasciato alle spalle una volta morto. Il pensiero era occorso nella sua mente, stanca e annebbiata, nel momento meno opportuno. Quando, solo e ferito, aveva lottato per mantenere un respiro regolare ingoiando il dolore, cercando di trattenere il sangue e la vita nel corpo.

Rimpianto. Quella era la parola giusta.

Un pensiero fugace, ma si era maledetto in modi irripetibili a parole, al pensiero di quelle notti nel suo letto. Non era stato sufficiente a farlo crollare, neppure a dubitare minimamente della propria stabilità, ci sarebbe voluto ben altro, ma aveva sentito chiaramente formarsi uno spazio, una crepa da qualche parte.

Per un singolo momento Johnny, e non Soap, era stato in controllo.

Ci pensò su per tutto il lungo viaggio di ritorno, più silenzioso del solito, stivato come un carico nell'aereo militare, insieme al resto della Task Force. Si chiese a cosa sarebbe servito rivederla, a parte per sfogare l'adrenalina accumulata durante la missione.

L'idea gli accarezzò pericolosamente il cervello ingarbugliato dal testosterone, ma Johnny non era una bestia e comunque non sarebbe stato così semplice. Quella donna lo faceva sentire scoperto, inerme, vulnerabile ed era diventato troppo complicato scindere quelle sensazioni, mentre scopava con lei.

Era inutile mentire. Se fosse andato da lei, sarebbe stata una scelta guidata da un sentimento, che il sergente volesse accettarlo o meno.

Gli furono accordate meno di quarantotto ore di congedo e, per quanto si fosse scervellato nel cercare una scusa qualunque per non prendere una macchina dalla base e raggiungerla, l'istinto parlò più forte.

Tolse solo l'equipaggiamento necessario per poter sembrare un civile e saltò sul primo Defender disponibile.

Il silenzio di Johnny era stato più lungo di quanto Yael si sarebbe aspettata

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Il silenzio di Johnny era stato più lungo di quanto Yael si sarebbe aspettata.

Per dieci giorni il cellulare era stato silenzioso nel suo armadietto al lavoro e sul suo comodino durante le poche ore di sonno che era riuscita a conquistarsi con fatica.

Odiava ammetterlo, ma quel vuoto aveva cominciato a scavare un solco dentro di lei. Per quanto sottile, leggero, eppure, era lì. Riusciva a sentirne la presenza quando guardava il cuscino vuoto accanto al suo. Tre notti erano bastate, tre mattine in cui si era svegliata con negli occhi quel viso sfacciato e attraente.

Aveva contravvenuto all'unica regola che si fosse mai davvero imposta da quando era rimasta sola con suo padre. Non un militare. Qualsiasi uomo sarebbe andato bene, non uno che l'avrebbe ridotta il fantasma, angosciato e in attesa, della donna che avrebbe potuto essere.

Wait for me || John "Soap" MacTavish (Call Of Duty) x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora