Era la notte più corta dell'anno. Aerandir, il padrone dell'unico bar di Cloud City, stava pulendo il bancone fino a farlo brillare. Aveva rimboccato le maniche della toga e si era messo al lavoro. Al momento il locale era completamente deserto, e finito di pulire il banco, l'elfo si alzò, guardò in strada, e pensò che quella notte profumasse. Così lasciò entrare nel locale l'aroma dell'estate, assieme al chiar di luna.
Il bar era deserto perché, suppose, i suoi concittadini temevano il Ráca Nauro, che avrebbe vagato con la luna piena, ma Aerandir non aveva paura e non si preoccupava. Non aveva paura perché aveva ancora tutti muscoli da ex uomo di mare e non si sarebbe preoccupato perché sapeva benissimo che l'indomani mattina sarebbero arrivati i soliti a far colazione.
Tanto vale chiudere in anticipo, pensò. Stava per togliersi il grembiule quando la porta si aprì, e si voltò.
«Ehilà! Come andiamo?» chiese, poiché si trattava di un cliente abituale... benché di rado si faceva vedere più tardi delle dieci del mattino.
Il cliente rispose con un cenno del capo. Poi chiacchierarono un po', del più e del meno.
«Miruvor?» chiese infine il barman, mentre il cliente si accomodava su uno dei tronchi, usati come sedie davanti al banco.
«Sì, grazie»
È stanco, pensò il proprietario del bar. Deve anche star poco be...
Lo shock gli interruppe il pensiero. Aerandir fissò trasecolato l'orrenda e raccapricciante metamorfosi che gli si parava difronte. Il suo cliente, una persona che vedeva tutti i giorni, una persona che tutti, a Cloud City, vedevano tutti i giorni, stava mutando pelle.
La sua faccia si stava tirando, si allungava, si contorceva e si allargava. La veste gli si tese, si tese finché non scoppiò. Il viso normale e gradevole del cliente stava diventando ferino. I suoi occhi nocciola si accesero di un pauroso giallo-verde. L'uomo-bestia si mise ad urlare... ma ben presto l'urlo sprofondò, come un ascensore in discesa, e diventò un sordo latrato rabbioso.
Ecco che la cosa, la Bestia, il lupo mannaro, il Ráca Nauro, quello che era, brancolava ringhiando sul bancone. Incontrò il bicchiere con la bevanda calda e la zampa spazzò via il grosso cono di vetro pesante che, versando miruvor dappertutto, andò ad infrangersi contro la parete su cui era appesa la lista delle consumazioni.
Aerandir girò sui tacchi, urtò col fianco la credenza che cadde giù e piombò per terra, schizzando cocci di vetro. L'elfo gridò di paura e dolore. Chiese aiuto, ma troppo tardi si ricordò di essere solo.
Sì... adesso aveva paura e non ricordava più di avere i muscoli sodi da uomo di mare, c'era soltanto la Bestia, che adesso era lì difronte a lui.
Ecco che saltava sul bancone con spaventosa facilità, mentre gli indumenti andavano a brandelli. Si lanciò sull'elfo, che cercò di scappare, ma inciampò in una radice e cadde per terra. Ci fu un altro tremendo latrato, una ventata torrida del suo fiato, e poi una fitta di insopportabile dolore, mentre le zanne della creatura affondavano nel muscolo deltoide di Aerandir e lo dilaniavano mordendolo con invincibile potenza. Il sangue inondò il pavimento.
L'elfo si rialzò barcollando con un gran buco che sprizzava sangue sulla schiena. Cercò di urlare, mentre l'astro d'argento che brillava nel cielo d'estate inondava il locale abbagliandolo.
La Bestia gli balzò di nuovo addosso.
Il chiaro di luna fu l'ultima cosa che Aerandir vide.
Reintegrazione al 54%
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LEO e la leggenda del Regno di Luce
AdventureAll'Arcipelago del Tritone, tre inseparabili amici, Leo, Zoe e Tom, coltivano da sempre il sogno di esplorare mondi oltre il loro piccolo isolotto. La loro quiete viene però sconvolta dall'invasione di un'orda di creature oscure, i Darker, che distr...