15. Nénimë - Febbraio

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Il mondo oscuro, il reame del buio... una landa desolata. Tutto il multiverso è suddiviso in due, da una parte abbiamo la Luce, il sole che illumina le Terre e dall'altra l'Oscurità, un mondo unico, dove il buio regna sovrano. E sebbene il mondo alla Luce sia diviso e frammentato su più universi, quello del Buio è un'unica Terra, completamente avvolta dalle ombre, qui vivono i Darker. Qui sprofonda chi cade nell'oscurità. Ed era impossibile arrivarci di propria volontà, a meno che non si fosse a conoscenza della magia apposita. Ed una volta dentro... si veniva divorati dal Buio. Solo le Tuniche nere potevano proteggere gli ignari visitatori nel mondo oscuro.

Quel mondo era una landa deserta, non vi era nulla. Solo le ombre più nere. In lontananza c'erano grandi creature gibbose che non avevano una forma nettamente distinguibile, si agitavano e si contorcevano. C'erano strane luci che baluginavano da una fonte sconosciuta e che rivelavano, nella foschia, punte argentate e carne luccicante. Dal corpo delle bestie protrudevano, come braccia, terribili appendici. E nel silenzio totale c'era un suono basso, ossessivo, che arrivava dal profondo del reame. Un ronzio costante a cui, a intervalli regolari, si aggiungeva uno stridore metallico, come se ci fossero dei coltelli affilati che sfregavano l'uno contro l'altro. Erano una serie di suoni secchi e lugubri. Un gemito sordo riempì l'aria, seguito da una specie di sferragliare di catene.

Tutti quei dettagli, messi insieme, costituivano qualcosa di terrificante. E lì, in disparte sedeva un uomo in tunica nera.

«Sei qui» disse lui, con il volto incappucciato e la voce profonda. Era da troppo tempo che era rimasto lì ad aspettare.

Il secondo figuro che si era materializzato in quel regno, usando l'unico incantesimo possibile, si avvicinò all'uomo che lo attendeva.

«Sono andato a trovarlo...» continuò a dire rivolto al ragazzo incappucciato «Ti assomiglia molto»

«Tu chi sei?» gli chiese incappucciato2.

L'uomo ci pensò qualche secondo prima di parlare «Sono quel che rimane. O forse... sono tutto quello che c'è mai stato» la risposta di incappucciato1 risultò strana ed enigmatica. Cosa mai volevano significare quelle parole?

«Intendevo il tuo nome»

«Il mio nome non ha importanza»

Chi erano, chi erano quei due figuri, e perché si erano incontrati nel mondo dell'Oscurità?

Incappucciato1, con la voce profonda, allora fece la stessa domanda al giovane che era arrivato fin lì.

«Ti ricordi il tuo vero nome?»

«Il mio vero nome è...»

Xeo si risvegliò con il nome di Leo nella mente, ma come ogni sogno se ne dimenticò appena aprì gli occhi.

Quella notte ci fu un altro attacco a Cloud City, tutti ne parlavano in città. E quel giorno toccò a Evranin. Tutto iniziò quando la giovane elfa rabbrividì e barcollò all'indietro mentre il lupo balzava agilmente nella sua stanza, scuotendosi di dosso la neve, spruzzandone una nuvola nel buio. Il lupo le si avvicinò zampettando, con gli occhi gialli accesi di una fredda brama. La luna inargentò l'ispido pelame del bestione. E finalmente, la creatura posò le grinfie sul letto, circondandola. Evranin ne sentì il fiato... caldo, ma non sgradevole. I suoi occhi gialli la fissarono ed il lupo le si abbatté addosso.


Reintegrazione al 17%

LEO e la leggenda del Regno di LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora