29. Terra del Nulla

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Utilizzarono Ignis per fare ritorno a Cloud City. Questa volta, però, erano accompagnati anche da Rhaegal. Ermes, Cloe e Aisha decisero, invece, di rimanere ad Azzurropoli per aiutare il loro popolo a ricostruirsi dopo la battaglia contro i Darker.

Giunti nella Terra degli Elfi, Leo condusse i suoi compagni alla fortezza, fino al maniero dove si erano svegliati all'inizio del loro viaggio... e dove anche Xeo, il protagonista del diario, si era risvegliato. Un cartello all'ingresso rivelò che quel castello era l'abitazione del vecchio Re Oberon. Febo, con le sue origini elfiche, tradusse la scritta per i suoi amici.

Prima di entrare nella fortezza, però, decisero di passare dalla casa sull'albero. Leo si arrampicò sui rami, raggiungendo la cima della casetta. Da lì, osservò il tramonto. Le ferite al petto non gli facevano più male, la magia dello sconosciuto incappucciato, che lui credeva essere Tom, lo aveva rimesso in sesto. Si sedette sul pavimento in legno, con i piedi a penzoloni. In quel posto si sentiva al sicuro e in pace. Guardando il sole che lasciava spazio alla luna, i suoi pensieri si rivolsero all'Arcipelago del Tritone, ricordando le serate trascorse sulla spiaggia con Zoe e Tom. Sembravano essere passati anni dall'ultima volta che si erano riuniti tutti e tre.

Solo quando la luna fu alta nel cielo, lasciarono la casa sull'albero e si diressero verso la fortezza di Cloud City. Inaspettatamente, ad attenderli sull'uscio del maniero c'era il pistolero, con il cappello abbassato sugli occhi.

Rivedere il Re provocò un impeto di gioia nel cuore di Leo, il quale si alleggerì la coscienza, sapendo che Roland stava bene e finalmente capì che non era colpa sua se Xalentine lo aveva rapito e portato via. Così gli corse in contro e lo abbracciò «Ma come?» cercò di dire tra i singhiozzi. Non erano più soli.

«Non pensavate mica che qualcuno potesse fermare uno come me?» rispose Roland, accarezzando la testa di Leo «Appena l'Animus di Valentine mi ha rapito, ho usato la metro-polvere per fuggirgli» mostrò un sacchetto contenente una polvere argentata, la quale aveva la stessa consistenza della cenere che si deposita al fondo del camino «Me l'ha donata Merlino quando sono partito per la mia prima missione, questa mi permette di viaggiare tra i mondi... un po' come Ignis» spiegò «Quando ho fatto ritorno ad Azzurropoli, voi eravate già partiti, così vi ho aspettato qui. Ma prima di tornare dai Celestiali, ho fatto una piccola scoperta... so dove si trova Markus» poi si corresse immediatamente «Markus il Saggio, il vero Markus. Si è infiltrato nella base degli Animus»

«Lo stesso posto in cui si trova Zoe» aggiunse Leo, sempre più intento a volerla trovare.

«Ma come sapevate di dover tornare qui?» chiese Roland.

«Qualcuno mi ha lasciato un diario» rispose Rhaegal «Dove veniva menzionato questo posto»

«E voi lo avete letto tutto?» volle sapere il Re.

«No» disse Leo «Ma sono sicuro che sia stato Tom a portarmelo»

«Se è ciò che credi... allora è così» come poteva dirgli la verità? Come poteva solo accennare a ciò che era successo a Tom, se neanche lui sapeva esattamente cosa gli fosse accaduto? Roland, con il cuore pesante, annuì.

Leo lo guardò con insistenza, come se gli leggesse nel pensiero «Tom sta bene?» chiese con voce fredda e tagliente «Ho aspettato abbastanza, vostra maestà! Ditemi ciò che sapete» Xalentine stesso lo aveva invitato a chiedere di Tom direttamente al pistolero.

Roland si voltò, incapace di sostenere lo sguardo di Leo. Non voleva guardarlo negli occhi quando avrebbe pronunciato quelle parole «Non spetta a me dirlo»

«Ma... perché?»

«Non voglio venir meno alla mia promessa»

Ma se lo aveva promesso... allora significava che Tom stava bene, che aveva interagito con Roland e quindi non era in pericolo. Lo avrebbe rivisto, avrebbe rivisto il suo migliore amico, e con lui si sarebbero riuniti a Zoe. Ne era certo.

LEO e la leggenda del Regno di LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora