25. Ringarë - Dicembre

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Era l'ultimo dell'anno e mancavano trequarti d'ora alla mezzanotte. A Cloud City, come nel resto del mondo, l'anno volgeva al termine, e in questa Terra come nel resto del mondo l'anno aveva portato dei cambiamenti. Beh... Certe cose cambiavano, certe altre no, e a Cloud City l'anno stava finendo com'era cominciato: c'era una tempesta di neve, e della Bestia neanche l'ombra.

Xeo avrebbe festeggiato con i suoi amici se in quel momento non fosse comparso il ragazzo in soprabito nero, con i lunghi capelli raccolti a cipolla: Ximon.

Il giovane si chiese se fosse impazzito, uscito di testa. Lui non era pazzo, però. Era sano, esattamente come la sera prima, quando era andato a dormire. Gli venne da piangere. Un effetto del disorientamento, ipotizzò.

«Guarda a cosa siamo arrivati» non lo salutò neppure, lo straniero avanzò deciso verso Xeo «Mi hanno dato lo sgradevole ordine di distruggerti... se ti fossi rifiutato di tornare con me»

Come era accaduto per Ignis, anche adesso Xeo sentiva dentro di sé una verità che gli era sempre appartenuta: il legame con Ximon.

«Siamo buoni amici, non è vero?» chiese il giovane.

«Certo, ma non mi farò cancellare per...» poi si interruppe e capì «Aspetta!» esclamò «Ora ti ricordi?»

«Sì, l'Onoranza... ma voi siete malvagi»

Quella parola ferì Ximon nell'animo (se mai avesse avuto un'anima) e cercò di spiegare il suo punto di vista «Non so se siamo... malvagi. Ma come te siamo un gruppo di persone incomplete che sperano di essere complete. È per questo che siamo alla ricerca di qualcosa... del nostro Regno di Luce»

«Cosa mi succederà?» Xeo abbassò lo sguardo, come a proteggersi dalla risposta che stava per giungere. Aveva paura, ma cercò comunque di dimostrarsi coraggioso.

Ma a rispondere fu l'uomo mascherato in rosso «Non c'è conoscenza che abbia il potere di cambiare il tuo destino»

C-chi era quell'altro figuro? E perché tutti si materializzavano al suo cospetto, in quella notte di dicembre? Cosa volevano da lui?

Gli interrogativi erano troppi.

«Anche se fosse, voglio saperlo» protestò il giovane elfo «Ne ho il diritto»

Quando Zero parlò, lo fece con rabbia. La sua risposta sembrò quasi uno schiaffo «Un Animus non ha diritto di sapere. Non ha nemmeno il diritto di essere»

«Ma che cos'è un Animus?» ruggì lui.

Ad aggiungersi a quel gruppo di persone arrivò anche Rien, la bella ragazza con i capelli argentati «Xeo, gli Animus come noi sono solo persone a metà. Tu non sparirai, diventerai completo»

L'elfo richiuse gli occhi con forza, poi li spalancò. Nessuna differenza, erano ancora tutti lì... quello non era un sogno. Sentì il cuore che accelerava i battiti e respirò a fondo più volte, per cercare di calmarsi. Xeo non aveva quasi registrato la fine di quella frase. Si era concentrato completamente sulla parola scomparire.

«Io... sparirò?»

«Non permetto altre intromissioni» tuonò Zero «Markus, occupati della ragazza»

Da un nuovo portale apparve un secondo uomo incappucciato, Tom. Il quale prese la ragazza e se la portò via con sé. Rien cercò di ribellarsi, tentò di tornare da Xeo, ma l'unica cosa che riuscì a fare, fu pronunciare un'ultima frase «Ci incontreremo ancora. Forse io non riconoscerò te e tu non riconoscerai me... ma ci incontreremo ancora. Un giorno... te lo prometto» e con quella promessa, svanì con gli altri due.

Era rimasto da solo con Ximon e si concesse un attimo di riflessione. Xeo, che di solito era bravo a parlare del più e del meno, rimase in silenzio. Non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo. A quel punto, crollò. Si mise le mani a coppa sugli occhi, e cominciò a piangere.

LEO e la leggenda del Regno di LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora