Capitolo 32- La libertà cercatela prima dentro:

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Ludovica si sedette sulla panchina in mezzo al campetto da calcio, continuando a battere il piede

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Ludovica si sedette sulla panchina in mezzo al campetto da calcio, continuando a battere il piede.

Era nervosa e non poteva nemmeno fumarsi una sigaretta.

Edoardo era nella sala colloqui da mezz'ora ormai e lei non sapeva con chi stesse parlando.

Vide i ragazzi giocare fra di loro e abbracciarsi amorevolmente come amici uniti.

Quel gesto le fece ricordare che anche Ciro voleva davvero bene ai propri amici, nonostante tutto.

Qualche anno prima

Edoardo, Ciro e Ludovica scesero dall'auto in fretta e furia, dirigendosi verso la centrale di polizia.

Totò aveva passato la notte lì per un grave reato: aveva fatto esplodere l'appartamento dove viveva con la sua famiglia adottiva, però fortunatamente non c'era stato nessun ferito.

Tuttavia, la sua stessa famiglia aveva chiamato la polizia e l'aveva fatto arrestare.

Così Ciro aveva deciso di andarlo a trovare e, la risposta per Ludovica alla domanda su come avrebbero fatto ad entrare per parlare con Totò, arrivò quando il proprio fidanzato passò una banconota da 100 euro ad uno dei poliziotti senza farsi vedere.

Glielo fecero incontrare in una stanzetta, ma avevano pochi minuti.

Totò era in lacrime, col viso rosso e con i polsi legati dalle manette.

-Cirù! Frat'm!- esclamò subito Totò, andandogli in contro.

Ciro lo abbracciò.- Wè Totò, devi sta tranquillo, hai capito?- gli disse, fissandolo negli occhi e dandogli un leggero schiaffo sulla guancia per farlo smettere di piangere.

-Mi spediranno in carcere...- mugugnò, tirando su col naso.

-Nun lo devi pensà Totò! Adesso faccio chiamare l'avvocato D'Angelo da mio padre e verrai trattato bene.- affermò l'altro, stringendogli una ciocca di capelli tra le mani.

Totò si calmò piano piano e annuì, cercando di controllarsi.- Grazie Cirù, si proprio n'amico...-

Ciro fece un sorrisetto divertito.- Gliel'hai proprio fatta pagare a chilli strunz, eh?-

Col viso bagnato, Totò sorrise e annuì.

-Stai tranquillo frat'm, noi stiamo ccà pe te.- intervenne anche Edoardo, dandogli una pacca sulla spalla.

Ludovica se ne stava in disparte, appoggiata al muro: non concepiva quella situazione, non era come loro.

Totò le stava simpatico, ma aveva fatto un gesto orribile, avrebbe potuto uccidere qualcuno.

E ora lei immaginava che l'avvocato si sarebbe inventato qualche scusa per fargli evitare il carcere.

-Tranquillo fat'm, con me devi sta tranquillo.- gli sussurrò Ciro, prendendogli prima il viso tra le mani e poi lasciandoci sopra un bacio a stampo che durò qualche secondo.

In un'altra vita. (Mare Fuori S4 Fanfiction.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora