Capitolo 5. Arya

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« No! Non la porterai con te.
Non me ne frega un cazzo se sei un poliziotto.
Non entrerai in casa mia. » Sbraita Hank.

All'inizio sono convinta di star sognando, ma quando l'altra voce risponde:
« Hank capisco la tua rabbia ma Arya deve venire con me al distretto. Se vuoi venire ci seguirai con la tua auto. Non puoi impedirmi di fare il mio lavoro o mi costringerai a chiamare un'altra pattuglia. »
Lo riconosco subito.

Mi alzo di corsa ed esco dalla stanza a piedi nudi ancora mezzo addormentata.
Arrivo all'ingresso prima che la situazione degeneri, fuori dalla porta c'è Jake e stanno davvero litigando.

Sentendosi osservati si voltano verso di me, il nostro vicesceriffo mi guarda con un espressione costernata mentre Hank non smette di guardarlo, sembra pronto a torcergli il collo.

« Arya mi dispiace ma devi venire con me. Hanno sporto denuncia per la scomparsa di Noah » mi informa Jake.

« Ok » rispondo facendo un passo verso di lui.
Ho ancora i vestiti di ieri addosso, non faccio la doccia né mangio nulla da ieri, per come mi sento può stare sicuro che non opporrò resistenza.

Non ne ho le forze.

Hank non è d'accordo con noi e mi strattona un braccio, mettendosi davanti a me.
« Se la maltratti ti assicuro che non farai il poliziotto ancora a lungo » lo avvisa avvicinandosi minaccioso, Jake tiene la schiena dritta.

« È minaccia a pubblico ufficiale questa, signor Murphy? »

Hank risponde con un verso, un grugnito. Ho paura che lo prenda a pugni.
« Non me ne frega niente di chi ti credi di essere moccioso arrogante. Se le fai del male, in qualunque modo... Giuro che ti spezzo sia le braccia che le gambe » ringhia.

Ignora l'espressione di Jake che adesso non sembra poi così tanto sicuro.
Fa qualcosa che non mi sarei mai aspettata, mi abbraccia.

E non un abbraccio goffo, imbarazzante dei suoi, ma uno di quelli che ti avvolgono, ti fanno sentire protetta poi si allontana per guardarmi.

« Ti tirerò fuori da lì ragazzina. Fidati di me e non dire una parola. Ok? »
Mi tranquillizza con le mani sulle mie spalle, faccio solo un piccolo cenno di assenso prima di girarmi metto le braccia in avanti ma Jake non fa niente, mi appoggia una mano sulla schiena facendomi sposta di fronte a lui.

Sta attento quando scendo i gradini e una volta arrivati all'auto aspetta persino che mi sieda prima di chiudere piano la portiera.

Si avvicina di nuovo ad Hank, non sento quello che si dicono ma dallo sguardo preoccupato capisco che non è niente di buono, abbasso gli occhi sul sedile.

Usciamo dalla strada sterrata, per un attimo guardo davanti a me, Jake mi osserva dallo specchietto retrovisore.

« Mi dispiace Arya, davvero ma è stata fatta denuncia e... Hanno trovato qualcosa.

Sono costretto a farlo. »

Non rispondo, mi giro a guardare fuori dal finestrino rassegnata ormai ad aspettare di arrivare a quella che sarà la mia nuova casa.

Dopo quello che mi sembra un tempo infinito chiusa dentro una stanza dal pavimento in linoleum con un odore di candeggina che mi rende difficile respirare senza avere la nausea arriva un altro agente.
È molto più vecchio di Jake ma porta la stessa divisa beige con stivali e cintura neri, il suo distintivo dorato luccica sotto le luci al neon.

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