31 Alexander

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Mi svegliai a causa dei raggi ancora lievi del sole mattutino che colpivano il mio viso.

Ero avvolto completamente nelle lenzuola bianche del letto che profumavano di lavanda.

Tutto intorno a me era pulito, silenzioso e tranquillo. Sembrava tutto normale se non fosse che Lea non era al mio fianco nel letto.

Guardai verso il tavolino che si trovava in camera, c'era un bicchiere vuoto posato su di esso e la mia felpa grigia messa con cura sulla sedia.

Mi guardai attraverso lo specchio che si trovava di fronte al letto. Ero a petto nudo, in condizioni pietose e lo specchio era sporco di ditate e manate sparse qua e là.

Poco dopo mi ricordai di cosa fosse successo la notte precedente.

Incubo. Fatica a camminare. Bagno. Mobile. Lea. Papà. Letto.

*

La mia fronte era completamente imperlata dal sudore. Ero consapevole di aver fatto ancora un incubo sul mio passato. Sulla mia infanzia e su mio padre.

Il mio fiato era pensante. Mi mancava l'aria. Non riuscivo a respirare.

Mi alzai a mezzobusto sul letto poggiando a fatica i piedi per terra e mi alzai.

Mi aggrappai allo specchio per sorreggermi e i miei occhi ricaddero su Lea.

Dormiva tranquilla in posizione fetale. Non mi capacitavo di capire come non mi abbia sentito. L'ultima volta non appena mi ero mosso era scattata sulla difensiva.

Strisciai le mani lungo tutto lo specchio lasciando segni di sporco, giunsi all'interruttore della luce del bagno e l'accesi entrando in quest'ultimo.

Caddi a terra e mi rannicchiai contro il mobile con le mani nei capelli.

Non avevo le forze di fare nulla. Ero stremato.

Le lacrime salate e calde mi rigavano il viso. Trattenevo a stento i miei singhiozzi per paura di svegliarla.

Avevo fatto il solito incubo. Quello di mio padre che picchiava prima mia madre e poi me.

Solo che questa volta nel mio incubo c'erano Samantha e Lea che venivano picchiate da me.

Era stato straziante da immaginare e da rivivere nella testa.

Tutte le scene di quell'incubo mi scorrevano lucide nella mente. A partire da Lea che finiva contro le specchio distruggendolo, alle mie mani rosse e insanguinate, fino ad arrivare al pezzo di vetro che aveva lacerato la parte superiore del seno a Samantha.

Era un inferno. Era il mio inferno personale.

Mi parve di vedere una sagoma sulla porta e fu allora che alzai la testa. Lea era lì. Con il volto terrorizzato e pieno di preoccupazione a guardarmi.

Non ci pensò due volte e si avvicinò a me cercando di toccarmi. Mi ritrassi per la paura. Per la paura di farle del male.

Avevo il terrore di poterle fare qualcosa.

Mi lasciai toccare poco dopo facendomi abbracciare.

Secretly From The WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora