Ferito

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*Alastor pov*

Ieri sera è stato un ottimo momento post-battaglia.
Per quanto fosse difficile tenere nascoste le mie ferite, mandare su tutte le furie Lucifero è troppo divertente.

Avere qualcosa con cui riempirmi lo stomaco era probabilmente una buona idea ma, oltre al fatto che i pankake non sono proprio il mio cibo preferito, ho deciso di rifiutarli principalmente per far incazzare quello che li aveva preparati.

A differenza della prima volta che ci siamo parlati, era molto più irritabile. Era esilarante. Si vedeva che cercava di rispondere a tono, ma sotto sotto ribolliva dalla rabbia.

Alla fine, qundo la sclera degli occhi gli è diventata rossa per la furia, Vaggie è intervenuta e mi ha suggerito di andare in stanza.
Non che io faccia le cose solo perchè me lo chiede lei, ma non avevo voglia di protestare.

Tuttavia, anche dopo un'intera notte di riposo, il sangue della mia ferita sta continuando a sgorgare.
Mi fisso nello specchio, indeciso su cosa fare.

Con il mio bastone rotto, non mi posso curare.
Potrei chiedere aiuto a lei, per questo. Ma non mi abbasserei mai a tanto.
Allora, con un sospiro, mi avvolgo con delle nuove bende, a sostituire quelle inzuppate di sangue di ieri sera.

La ferita brucia.
Ma tanto.
Non che mi aspettassi nulla di meno, da un'arma angelica.
Nel secolo che ho passato qui all'inferno, ho avuto anche ferite più profonde di questa, ma nessuna è mai arrivata fino a questo livello.

Mi rimetto il solito completo rosso, mentre ogni singolo, piccolo movimento manda una scossa lancinante al taglio.
Cazzo, sopportare un'intera giornata così mi sembra quasi impossibile.

Di certo troverò una soluzione, prima o poi. Ma sono convinto che il mio sorriso mi aiuterà.
"vero, Lilith?"
Sussurro tra me e me, come se mi potesse sentire, mentre chiudo l'ultimo bottone del cappotto e mi costringo ad uscire dalla porta.

Vado verso la lobby, cercando di simulare il mio solito passo elegante e spedito.
Avere il mio bastone a cui appoggiarmi, perlomeno, forse mi potrebbe aiutare un po'.

Mi avvinghio alla ringhiera mentre scendo le scale, cosa che di base non faccio mai, ma anche se mi sforzo di farlo in nodo naturale, la verità è che mi serve un sostegno.

La lobby è completamente vuota, che è normale, dato che sono le 6 di mattina. Io nel tempo ho esercitato il mio corpo a non avere bisogno di riposo per ben 7 giorni consecutivi. Una volta passati, mi concedo una notte intera di sonno, per poi risvegliarmi fresco come una rosa e pronto a passare la settimana successiva completamente sveglio di nuovo.

C'è da dire che questa battaglia e questa ferita potrebbero aver sballato parecchio il mio orologio biologico, però. Ma lo riaggiusterò eventualmente.

Mentre vado a sedermi su una delle poltrone, i miei pensieri vengono interrotti da una figura che era fino ad ora nascosta dallo schienale del divano.
"ah, beh, questa poi..."
Sussurro a me stesso mentre un accenno di divertimento allunga il mio perenne sorriso.

Lucifero è disteso sul divano, con ancora addosso i vestiti formali di sempre, ed una coperta attentamente distesa sulle sue gambe.

Ha un'aria così vulnerabile, se volessi potrei semplicemente andare in cucina, prendere un coltello, e mozzargli la testa senza che lui abbia modo di reagire...

Ma per quanto il pensiero sia allettante, l'intero hotel sa che io sono l'unico che si sveglia così presto, quindi se Charlie lo trovasse sgozzato al suo risveglio, capirebbe immediatamente che sono stato io. E questo non andrebbe bene per niente.

Radioapple- Amami quanto mi OdiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora