Donna di Cuori

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*Alastor pov*
"Santi numi, che cosa stai combinando?"
Apro gli occhi. Sono...io...?
Ma una versione diversa di me stesso. Una versione che ancora non sapeva tante cose: che non le capiva.

"Ti sei forse dimenticato chi sei?"
Mi fissa con furia ardente da dentro uno specchio. Abbasso lo sguardo, e vedo che io ho ancora indosso il mio iconico cappotto rosso, a differenza sua che porta solo un panciotto. I suoi capelli hanno come sempre il solito ciuffo, ma non sono rossi come i miei, bensì color marrone scuro.

Indossa gli occhiali in contrasto col mio monocolo, e mi arpiona con un sorriso a 32 denti. Il mio sorriso. Ma non lo sento più mio.

Solo ora me ne rendo conto: non sto sorridendo. Come può essere? Dove mi trovo?
"Certo che te lo sei dimenticato"
Continua il ragazzo giovane, troppo giovane per sapere le profondità di quel che sta dicendo.

"Tu non sai chi sei, sei solo cieco ed ignorante"
Gli bisbiglio vicino fissando il suo papillon.

Lui alza lo sguardo ad incontrare i miei occhi ancora sgranati
"Io sono tutto. Sei tu che non capisci. Ti stai perdendo, Alain, per questo intervengo io"

Un brivido mi corre lungo la schiena al suono del mio nome, la mia vista ora offuscata mentre scuoto la testa. Questo suono porta a galla troppi ricordi, nessuno mi chiamava così da quando sono morto.

Mamma, mi manca sentire la tua voce dolce pronunciare quella parola, mi manca sentirmi a casa, sentirti ripetere la mia identità.

"Il mio nome è Alastor"
Sputo fuori le parole come se fossero veleno. Sento il suo sguardo su di me come un raggio laser che mi trapassa da parte a parte.
"No, mio caro. Alastor è un titolo, un onore. E tu non te lo meriti"

Alastor è ciò che diventai, o fui costretto a diventare. La differenza è così sottile che non importa. Ma definirlo un onore...mi sembra un azzardo.

Mamma, se vedessi Alastor da dove sei, saresti così affranta da come sono cresciuto. Ma non posso tornare indietro, mi dispiace. Mi dispiace se ti ho delusa.

"Non ti ricordi com'era bello essere Alain? Non ti manca poterti riposare? Non dover fingere, o fremere...non dover pensare?"
A queste parole, mi guarda dall'alto in basso in disapprovazione

"Se ti manca così tanto, perchè insisti ancora di essere Alastor?"
Questa è una domanda inaspettata, in effetti non lo so.

Mamma, dove sei? Sono così confuso e combattuto adesso, di te che ne è stato? Vorrei tanto averti qui con me.

"Morirei, se non fossi Alastor. Forse non ti rendi conto della situazione in cui mi trovo"
Riesco a malapena a rispondere, abbracciandomi da solo e stringendomi le braccia nelle mani. Per terra vedo una goccia d'acqua. Una lacrima.

"La situazione in cui ci troviamo mi è nota. È proprio per questo che hai bisogno di riprenderti. Se muori tu, muoio anche io. Non posso permetterlo"
Annuisco sommessamente. Credo di capire.

Mamma...non mi ricordo più la tua faccia. Non sei più al mio fianco nemmeno in spirito ormai. Mi serve un tuo abbraccio, la tua voce.

"Alain, che cosa fai!"
La sento in un istante, ed alzo lo sguardo. Nello specchio è riflessa la sua immagine, con il viso leggermente distorto, e alcuni pezzi indovinati maldestramente. Non è davvero lei. È un ricordo

"Piccolo mio, non mettere a nudo così le tue emozioni, non sta bene piangere"
Mi culla con la sua voce dolce

"Mettere a nudo? Io non voglio essere nudo, non è decoroso"
Sento la mia stessa voce, molto più giovane, rispondere. Resto fisso ed immobile a contemplare l'immagine riflessa nello specchio

Radioapple- Amami quanto mi OdiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora