*Alastor pov*
Rosie ha un'espressione sperduta, come se si fosse appena svegliata da un sogno. Si schiarisce la voce, prima di porgermi un sorriso
"Va bene. Credo di dover andare, adesso"
La sua voce decisa tradisce una punta di timore.In che senso se ne va? Ha intenzione di scappare? Forse, se si reca in un posto dove di solito non va, il rapitore non sarà in grado di trovarla.
"Dove...?"
Domando mio malgrado.
La nostra relazione non si è mai basata sulla protezione, principalmente perchè siamo entrambi Signori Supremi molto potenti e non ne abbiamo bisogno...ma forse mi sbagliavo. Forse, ci sbagliavamo entrambi."Mio caro, cerca di riprenderti, questo atteggiamento non è da te."
Mi riprende con una risatina, poi si alza in piedi e si avvia verso la porta della mia stanza"Rosie."
La chiamo, tentando di alzarmi in piedi e correrle dietro, ma un giramento di testa si impone sulle mie scelte. Mi sorreggo aggrappandomi al muro, tornando poi a cercare il suo sguardo.Non so cosa voglio sapere, voglio solo saperla al sicuro.
Si volta a guardarmi, rilassando la postura dopo un instante."Dove vuoi che vada, Alastor...? Torno a Cannibal Town"
Il suo tono è serio, non lascia spazio per discussioni. Ma sai quanto m'importa"Non puoi tornare lì, sta venendo a prenderti, non lo capisci? Devi tutelarti, vai dove non ti verrebbe mai a cercare!"
Lei sembra sorpresa, da questo mio piccolo scoppio. In effetti, lo sono anche io. Che mi prende? Alastor non si lascia sopraffare così dalle emozioni, non si mette a nudo."Scappare, come un topo in trappola?"
Domanda, attonita
"Temo di non potermelo permettere, caro.""Ma, Rosie, non sappiamo come affrontarlo! Così è come consegnarti volontariamente!"
Muovo un paio di passi ostentati verso di lei, sforzandomi di rimanere in piedi
"Perchè non resti qui? Ci sono Charlie e Lucifero, possono proteggerti!"Il suo viso si addolcisce, e mi viene incontro, allungando le braccia per sorreggermi
"E dopo cosa succederebbe, hm? Da lontano non posso certo monitorare e gestire Cannibal Town, quindi devo andare lì, assegnare alcuni delegati, e dare indicazioni perchè si possano autogestire. Quella città dipende da me, non li posso lasciare inermi"Comincia a ricondurmi lentamente al letto
"E poi, stare qui all'hotel non sarebbe giusto per nessuno: nè per me, che sarei costretta a segregarmi all'interno, nè per gli altri ospiti, che rischierebbero un attacco per colpa mia"Mi siedo sul materasso, grato di non dovermi più reggere sulle due esili, fragili gambe che mi ritrovo.
Ma questa magra consolazione dura poco. Comincia ad allontanarsi, e le prendo disperatamente il polso in una morsa per impedirglielo."Rosie, questa persona è quasi peggio di me: talmente sadica che manda questi origami per vedere le persone disperarsi. Non puoi semplicemente lasciarle fare come crede!"
Mi accarezza la guancia dolcemente, e tanto basta per farmi capire: non importa quello che dirò, non le farà cambiare idea
"Se quel che dici è vero, non le darò questa soddisfazione. Non mi vedrà agonizzare impotentemente in preda al terrore. Me ne andrò con dignità, non mi nasconderò. E non avrò rimpianti"Con la mano libera, smette di carezzarmi e afferra le dita con cui le tengo il polso, scostandole per farmi allentare la presa. Sono così privo di forze, che ci riesce senza difficoltà.
Mi regala un altro sorriso. I suoi, sono sempre molto più sinceri dei miei, ma non hanno quell'esuberanza di cui li imbottisce Charlie. Sono dolci, calmi. Come quelli di mia madre.Così simili che, per un attimo, mi sembra quasi di vedere lei al suo posto. Resto a guardarla mentre si allontana, il senso di impotenza a malapena alleviato dalla mano di Charlie, che sembra aver smesso di fare respiri profondi nell'angolino e mi tiene la spalla.
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Radioapple- Amami quanto mi Odi
FanfictionTutti gli eventi di questa storia hanno luogo dopo la sconfitta di Adamo e gli esorcisti. Lucifero si trasferisce all'hotel per dare una mano a Charlie, e ovviamente non si fida affatto del demone della radio. Tuttavia, pericoli insidiosi si celano...