Polvere Rosa

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*Alastor pov*

Mi ritrovo a tossire convulsivamente, issandomi a carponi sulle braccia e cercando di fare presa contro il muro per tirarmi a sedere. Mi manca l'aria.

Guardo le due lastre di metallo che giaciono davanti e sotto di me, piegate da una forza immane. Alzo lo sguardo oltre, verso la parete opposta a dove mi trovo, e noto l'entrata della sala riunioni di Carmilla, privata dei battenti.

Non mi ci vuole molto per capire. Quando la porta è stata sfondata, è volata pesantemente verso di me, scaraventandomi con sè contro i mattoni.

Con quanta forza l'ha spinta? Con che razza di potenza si ottiene un effetto del genere, senza polvere da sparo?

La mia radiolina rotta gracchia in maniera sconnessa, come se si stesse ancora impegnando a ricevere il segnale ma senza successo. Non mi sfuggono alcuni pezzi ed ingranaggi rotti, distribuiti al suolo intorno a me.

Grandioso. La comunicazione si è interrotta.

Volgo la mia attenzione alla stanza in disordine, quasi vuota, con l'immenso tavolo in marmo rovesciato e scaraventato contro una finestra ormai rotta.

Non so cosa sia successo durante il combattimento, la mia mente non riusciva a mettere a fuoco nulla a causa della botta. La porta è stata scardinata, ed un attimo dopo ero qui riverso a terra con dolore dappertutto.

Ma ricordo di aver sentito qualche suono di lotta, anche se in realtà...hanno smesso subito.

Rosie, che prima sedeva davanti a me su una sedia, ovviamente non c'è più. Cazzo...

Un portale dorato compare in mezzo ai cocci della finestra, e come mi aspettavo Lucifero si teletrasporta nella stanza. Lo vedo guizzare con gli occhi in tutte le direzioni.
"Alastor!"
Dice infine, correndo verso di me e protendendo le braccia.

Cerco di alzarmi in piedi da solo, ma nel farlo le ginocchia mi cedono. Mi preparo all'ennesimo impatto col suolo, ma qualcosa mi afferra per il colletto del cappotto, tenendomi su.

"Razza di cervo testardo..."
Borbotta, mentre fa leva per rimettermi dritto. Non oppongo resistenza. Chissà che pena faccio.

"Che cos'è successo?"
A ripensarci, il respiro mi si blocca in gola. Contegno, Alastor, contegno!
"Io...ero lì in piedi, e...quando è arrivato, ha sfondato la porta, che mi ha investito, e...mi sono ritrovato qui"
È tutto quello che so.

"E Rosie?"
Anche se le lacrime non mi possono fisicamente piovere lungo le guance, non esitano ad inumidirmi gli occhi. Abbasso lo sguardo, cercando di nasconderle.

Mi sento posare una mano sulla spalla. Vaffanculo, a lui e alla sua pietà del cazzo.

"Mi dispiace"
Gli dispiace? Mica è stato lui a rapirla. Papero rincoglionito.

"Sul serio, mi...se non mi fossi lasciato distrarre da quel peccatore camaleonte, mi sarei accorto subito che non mi stavate più rispondendo. Magari sarei potuto arrivare in tempo, e..."

Cerco il suo sguardo. Non so che cosa mi sto sforzando di scrutare, nei suoi occhi. Forse dei segni di menzogna.

Io non gli posso credere. O non voglio. Non devo. Alle persone non importa degli altri, men che meno qui. Perchè dovrebbe essere così dispiaciuto per Rosie? Non ha senso.

"Avevo detto che mi sarei dato da fare, che vi avrei aiutati, che potevate contare su di me. L'ho detto a tutto il Pentagramma, per poi...fallire miseramente al primo tentativo"

Non riesco più a distogliere lo sguardo. Mi sta porgendo una sincerità ed una bontà che non credevo fosse più possibile ricevere.

Il suo rammarico non è rivolto esclusivamente a me o a Rosie, bensì all'intera popolazione dell'Inferno. E forse è proprio questo che lo rende ancor peggiore.

Radioapple- Amami quanto mi OdiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora