«Hanno chiamato dall'ospedale, ti stanno cercando ovunque. Credevo che Evan ti avesse fatto del male». Dafne ha il fiato corto e sette mesi di bambino in pancia. «Perché non hai le stampelle?»
Lui la supera ed entra nell'appartamento senza una parola. I mobili scuri sono freddi e l'ampio salone mi dà un senso di soffocamento. Resto ferma sulla soglia finché lei non allunga la mano verso di me e mi obbliga a entrare.
Mi guarda allibita, poi spaventata. «Aria. Ma cosa...»
«Ha bisogno di cambiarsi. E... Daf, è tutto un dannato casino. Hai ragione tu, dobbiamo andarcene». La voce di Alex trema e so che qualcosa, nella successione degli eventi, mi è sfuggito. Ho le orecchie che ronzano e il cervello ancora offuscato dal fumo respirato.
Christian è ferito e mi ha mandata via perché deve cercare... Christian ha uno sbrago lungo il fianco... Michele gli ha urlato contro perché... Mi appoggio alla parete per non cadere. «Hanno preso Zanna». Lo realizzo in quel momento. Pensavo che sarei morta nell'incendio, poi che non avrei più visto mio fratello. Il senso di colpa per aver considerato solo noi due si fa strada nella mia mente. «Dio... come sono stupida».
Alex mi guarda e scuote la testa.
Dafne cerca di capire. Un dolore improvviso le attraversa il ventre. È troppo presto per avere delle contrazioni, no? «Il procuratore? Il padre di Mic?»
«Daf, ti fa male?». Alex le accarezza la pancia prominente sotto al vestito e subito lascia andare un profondo sospiro.
«No, solo qualche volta, se mi agito». Ha le occhiaie e sembra aver passato la notte in bianco.
«Partiamo all'alba. Prendi lo stretto necessario».
Spalanco gli occhi e mi esce un gemito, ma blocco le parole prima che lascino le mie labbra. Non lo voglio vedere morto. Deve essere lontano da qui, con Dafne e il loro bambino. Non sarà il mio egoismo a far rimanere qui l'uomo che... «Dovete essere lontani. Dafne, il più distante possibile da Evan. E partire subito, prima che lui possa intercettarvi».
Alex mi sfiora un braccio con il suo. Sembra non accorgersene, ma so che non è così. È attento alle mie reazioni e preoccupato per le ustioni che mi percorrono il braccio. «Se Evan ci trova, userà te e il bambino per costringermi ad avere la mia vendetta sul procuratore» mormora. Mi appoggia la mano sulla spalla e mi costringe a sedermi. Non mi ero accorta di essere appoggiata di peso contro al muro perché le gambe tremano troppo per reggermi.
«Quindi non pensi più che sia stato lui a uccidere tuo padre» mormoro, sollevata. Qualcosa, nella storia di Zanna che spara a sangue freddo contro un uomo disarmato che stringe al petto il figlio, non mi suona reale. Entra in contrasto con i giorni passati in casa Zanardi, con l'affetto concreto e silenzioso che ho ricevuto dal padre di Mic.
«Quello che penso io non conta. Mio figlio non avrà un padre assassino. Se fossi da solo, sarebbe un'altra questione». Stringe i pugni e subito li rilassa, consapevole di avere problemi più immediati e gravi. «So quello che ho visto, Aria».
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Unexpected love
RomanceSPIN OFF Fit in with you «Cosa ti succede, bimba?» «Un ladro mi ha rubato l'anima». Se gli altri avessero deciso che sei tu il cattivo della storia? 🔗 Ci sono nodi eterni e scelte che tracciano un destino. 🦂 Alex ha 18 anni ed è un ladro. Lo fa...