40 - Guai

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La centrale è buia e silenziosa

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La centrale è buia e silenziosa. Siamo solo in tre, a quest'ora della notte. Vicino alle celle, dove qualche ubriaco canta una canzone di pirati, i due colleghi in turno si scambiano le carte che Zanna ci ha lasciato da controllare prima di rientrare a casa dopo un turno infinito. Le sfogliamo da giorni, alla ricerca di un piccolo segno che ci porti dal killer del fiume. 

L'unico punto d'unione è sempre il Black Bridge. Sarà lì che passerò il mio tempo, da oggi in poi. 

Digito la mia password sulla tastiera e la luce del monitor mi abbaglia, poi lo schermo diventa nero. Premo il tasto di accensione e non succede niente. All'improvviso, inizia. Scorrono sullo schermo codici binari che si alternano, uno dopo l'altro. La tastiera non risponde. Posso solo fissare le scritte incomprensibili mentre la rabbia mi esplode nel petto.

Mi hanno hackerato il computer. 

Lo afferro tra le mani, pronto a scagliarlo a terra come un oggetto inutile, quando le scritte scompaiono e riappare il mio desktop. Controllo rapido che non manchino file e dati importanti, così mi accorgo dell'icona con il teschio, nascosta tra tante altre, ma inconfondibile. 

Si chiama ZERO

Sollevo la mano dalla tastiera e il cursore si muove, guidato da remoto: da qualcuno che di sicuro non sono io. Si sposta sulla cartella, clicca due volte e apre una schermata piena di orari, localizzazioni e merci. Da un lato, un'altro file contiene i nomi di centinaia di persone, per lo più femmine, ma anche maschi, con le date di nascita. Non tutti sono maggiorenni. Non riesco a credere a quello che vedo. Se davvero questo materiale è ciò che penso, teniamo Evan per le palle. 

Il cursore resta immobile su uno dei nomi di ragazze della lista e mi accorgo con una fitta al petto di conoscerlo ma di non capire come faccia a trovarsi nella lista delle prostitute di Evan.

Lo schermo del mio cellulare si illumina di una luce blu e compare un messaggio che subito svanisce. Non prima di strapparmi un sorriso amaro. Buon compleanno, sbirro.  

Alzo gli occhi sull'orologio appeso al muro, che segna le tre del mattino. Oggi compio trentacinque anni e me ne pesano addosso molti di più. Controllo le consegne previste per questa sera, voglio che Evan pianga prima dell'alba e con questi dati sono sicuro che lo farà. 

Sempre che il ragazzino hacker non mi voglia morto, in quel caso sono già nei guai. 

Dovrei interrogarmi meglio sulle motivazioni che spingono David Carter a rischiare la vita e a fare il doppio gioco con Evan, ma ho ancora in mente le condizioni di Alex quando l'abbiamo estratto dal pozzo. Il desiderio di distruggere l'amico d'infanzia di Sam ha raggiunto livelli incontrollabili. Robin Hood non mi sta molto simpatico, soprattutto quando cerca di farsi mia sorella, ma vederlo bloccato in un letto mi toglie il sonno e il fiato.

Dovrei avvertire Zanna di quello che ho in mano e non sono in servizio, quindi dovrei anche lasciare il lavoro ai colleghi, ma non faccio nessuna delle due cose. Afferro le chiavi dell'auto e la giacca. Mi sono sempre fidato più di me stesso che degli altri, ma in questo caso avrò bisogno anche del loro aiuto. La squadra che Zanna ha messo insieme è compatta e abile, questa notte la fortuna è dalla nostra.

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