31 - Nelle mani di chi?

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La nebbia tocca l'acqua del fiume mentre cerco di liberarmi della sensazione che la mano di Alex sia ancora lì, appoggiata sulla mia. C'è un uomo di mezza età, fermo sulla riva e quando mi avvicino si gira a studiarmi con interesse. 

«Giovane e bella» dice solo.

«Come le ragazze che hanno trovato nel fiume» commento. 

Lui solleva le spalle indifferente. «Corpi sprecati. Ho la macchina nel parcheggio, se ti va».

Rallento il respiro mentre la sua mano si infila tra il braccio e il fianco. Mi conduce a passo lento fino a una BMW dall'aspetto costoso. Apre lo sportello. «Dove andiamo?»

«Ti porto a casa mia».

Mi siedo dal lato del passeggero. «Preferisco di no».

Lui chiude le sicure e parte. «Ti porto dove vuoi». Mi passa una mano sulla coscia e solleva la gonna fino a scoprire l'intimo. Mi sento a disagio. Anche ieri sera con Ian, malgrado sia stato galante e  davvero affascinante, non è successo niente. 

Maledetto Alexander Tria, le sue mani, e quella sera di Natale in macchina. Ha lasciato segni che impiegheranno un sacco di tempo a sbiadire. Come se mi avesse marchiata e poi abbandonata. 

Lascio che la mano di quest'uomo continui la sua indagine inopportuna e ripenso al messaggio che mi ha inviato. «Quanti anni aveva la ragazza più giovane con cui sei stato?»

«Senti, non voglio guai. Non sarai mica un agente in incognito?»

Mi scappa una risata. «Assolutamente no. Era solo curiosità».

«La più piccola era alle baracche. La madre fa la prostituta e vende anche la figlia di nove anni».

Non è cambiato niente alle baracche sul fiume, finché la miseria sarà la loro più grande regina ci saranno sempre bambine vendute a uomini come questo e gente che muore per avere il pane in tavola. Ci vogliono diritti anche per i figli di nessuno. Ci vogliono diritti anche per chi i diritti non sa neanche cosa siano. Stringo una mano con l'altra per impedirmi di liberarmi dal tocco di questo verme e dico: «Non ci credo. È impossibile stare con una ragazzina così piccola». Mi lascio sfuggire una falsa risata che però lui interpreta come un incoraggiamento. 

Sblocca il cellulare senza smettere di fissare la strada davanti a lui e mi mostra foto che avrei preferito non vedere. Sento lo stomaco stringersi e per un terribile istante sono sicura che vomiterò in questo schifo di macchina. Respiro a fondo tiro fuori una voce calma. «L'avevo detto che ero troppo vecchia per te». 

«Farò un'eccezione, per questa volta». Le sue mani si fanno più insistenti e sento i palmi sudati sfregare contro gli slip. 

Riattivo il gps sul cellulare e lo lascio scivolare tra il sedile e lo sportello senza che lui mi veda. «No, davvero. Riportami indietro». 

Mi lancia un'occhiata incredula, poi arrabbiata. «Sai quanti chilometri mi sono fatto per arrivare in quel porcile dove vivi? Pensi che me ne vada a mani vuote?»

Tiene il volante fermo con un ginocchio e usa entrambe le mani per spingermi indietro contro il sedile. 

«Conosco un tizio che ai tipi come te tagliava il pene e lo metteva in tasca». Mi sorprendo della mia voce calma. Sono nella sua auto sparata a una velocità folle nel mezzo di una strada deserta con un uomo che ha intenzione di portarmi chissà dove per fottermi. 

Lancio un'occhiata allo specchietto retrovisore. Lungo la strada non c'è nessuno. Devo comunque rischiare o saremo in una zona troppo isolata per trovare aiuto. Incastro il cellulare più a fondo nell'auto, non mi stupirebbe se, oltre ad essere un pedofilo, fosse anche il killer del fiume. Faccio un respiro profondo, slego la cintura di sicurezza e lo colpisco forte al collo con tutta la forza possibile in un ambiente così piccolo. 

Lui inizia a tossire e con un grido di rabbia mi colpisce in faccia più volte. Per farlo, però, è costretto a rallentare molto l'andatura e sbanda. Impreca e si volta per riprendere il volante. Appena sono libera sbatto forte la mano sul pulsante di sblocco delle portiere e spalanco quella dal mio lato prima che lui possa aumentare di nuovo la velocità. 

Cerco di non pensare all'asfalto che corre ancora troppo veloce sotto di noi. Lui si protende nella mia direzione per afferrarmi, ma sfiora solo il fianco. Punto i piedi e salto. Il mio obbiettivo è l'erba che costeggia la strada prima del bosco, ma atterro sull'asfalto con ginocchia e gomiti. Rotolo per qualche metro e resto immobile, senza fiato. So che dovrei scattare in piedi e iniziare a correre, ma non ci riesco. lo shock mi impedisce di provare dolore. L'asfalto è rimasto attaccato alla pelle ustionata dei palmi e qualcosa di caldo che mi scende dal ginocchio. 

L'auto inchioda e inserisce la retromarcia, se non mi sposto subito mi caricherà di nuovo in macchina o, peggio mi passerà sopra e se ne andrà. Mi devo alzare subito. Ora. Le ruote stridono sull'asfalto e inizio a contare gli ultimi secondi che mi rimangono. Chiudo gli occhi e penso a mio fratello. Trovarmi morta su una strada deserta basterà a spezzarlo? Non gli farò una cosa simile.

Quando la macchina è ormai a pochi metri da me, scatto in piedi e corro verso il bosco. Proprio in quel momento due fari spuntano dalla fine della strada e procedono verso di noi. La BMW allora riparte e si allontana. Faccio segno di fermarsi all'auto che si sta avvicinando.  Le gambe tremano mentre la portiera dell'auto nera si spalanca e un uomo corre verso di me. 

Mi prende in braccio quando le gambe cedono e mi accompagna alla macchina senza una parola. Nel buio non riconosco il suo viso, ma ha un profumo familiare di menta e . Mi adagia piano sul sedile del passeggero e mi sento al sicuro. Il pagliaccio appeso allo specchietto retrovisore dondola mentre l'auto accelera lungo la strada. Seguo con gli occhi quel movimento a pendolo che mi dona una calma inquieta: mi rilassa e mi spaventa. 

🔗🦂 Spazio Fede 🔗🦂

Questo capitolo è corto, ma serve per lo sviluppo della storia. Aria è salva. Ne siamo sicuri? E chi è l'uomo con il pagliaccio appeso allo specchietto? Chris? Alex? Qualcun altro?

Adesso arriva il pov di Chris. Se non la fa fuori prima qualcun altro, secondo me, Aria la ammazza lui. E il povero Alex? Come se la cava nel pozzo? Portate pazienza che arrivo anche da lui. 

Ci vediamo tra qualche giorno. 

Fede

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