Sembrava un giorno come un altro a Remia, un giorno normale, tranquillo, che viveva la sua routine con spensieratezza. Remia era un piccolo villaggio sulle alture ad est, con circa una ventina di abitanti, per lo più di razza umana, qualche nano e alcuni semi-elfi che avevano abbandonato le loro terre per vivere una vita mortale.
Era un villaggio di allevatori e agricoltori, che viveva delle loro materie prime, di pastorizia e quando era nel periodo giusto anche di tessiture. Facevano una vita semplice, in amicizia e tutto si rispettavano.
Era uno di quei villaggi cui vigeva ancora la monarchia. In molte cittadelle abitate dalla razza umana, vigeva già repubblica dove non vi era un vero e proprio re, ma una persona che fungeva da capo popolare.
Remia aveva le proprie leggi e tutti le rispettavano.
Non aveva mura che potessero proteggere gli abitanti e le abitazioni erano costruite con semplici canne tenute insieme da terra ed acqua e legate alle estremità con uno spago. Il tetto invece era di foglie di palma.
Remia, che nome strano?
Remia, è il re fondatore del villaggio. Un esiliato delle terre dell’ uomo. Si narrava che Remia, era uno dei cavalieri del re, il più bravo si diceva. Vinceva ogni battaglia, portando a casa la vittoria e nuove terre conquistate. Era considerato dal re, il figlio mai avuto. Anche se un figlio lo aveva. Anch’esso uno dei suoi cavalieri, ma poco considerato, perché meno bravo e intraprendente di Remia.
Sotto un albero di ciliegio in fiore, in un giorno di maggio, ci fu una disputa tra lui e il figlio del re. Una brutta litigata.
Giorni dopo venne trovato il corpo senza vita dell’ erede al trono, sotterrato proprio sotto quell’ albero, e tutti diedero la colpa al cavaliere.
Non venne ascoltato da nessuno e le parole volavano al vento come i petali di quei fiori in un giorno di vento.
Decise così di scappare e venne condannato dal re ad un eterno esilio. Fu così che nacque il villaggio di Remia, isolato, lontano dalle altre città. Luogo in cui potevano rifugiarsi altri come lui o persone che volessero vivere libere.
Le sue leggi erano semplici. Rispetto verso il prossimo, ed eterna sincerità e fedeltà.
Non chiedeva altro; solo armonia tra i popoli. Per tutta la vita aveva cercato di difendere quei valori. Valori che gli erano stati insegnati sin da piccolo e che tutt’ ora difendeva, nonostante la sua età.
Con la moglie viveva in un casetta al centro del villaggio. Non ebbero mai avuto figli e spesso si preoccupava a chi lasciare il comando del villaggio. Spesso se ne stava seduto su una roccia ad osservare dall’ alto la sua gente, mentre fumava la pipa ed osservava il vakare del sole, che ogni volta, gli regalava fantastiche sensazioni. I suoi occhi grigi brillavano davanti a tale bellezza. I colori vivi del tramonto dipingevano i boschi sottostanti di brillanti sfumature.
Ma quella sera tutto cambiò.
La via sulla montagna era stata invasa da un orda gnomica. Una massa nera la percorreva rabbiosamente, capeggiata da un essere inquietante dagli enormi artigli.
Arrivano al villaggio in brevissimo tempo, uccidendo e distruggendo tutto ciò che gli si parlava davanti.
Remia scese dalla collina brandendo la sua enorme spada. Si abbatté sugli gnomi come un uragano che si abbatte sulle abitazioni portandosele via.
Difese la sua gente con tutte le sue forze, senza badare alle profonde ferite che aveva sul corpo, mentre il Rendam divora e distruggeva. Ad un tratta tutto fu oscuro e la mentalità offuscata. Non capiva cosa gli stesse accadendo, percepiva solo un forte dolore alla testa. Cercava di reagire finché non cadde a terra privo di sensi.
Walyh lo prese dal piede e li trascinò sino ad un albero, legandoli ad un tronco.
Si riprese dopo che gli gettarono dell’ acqua addosso.
- Bentornato a noi- disse con voce gracchiante
- Cosa volete, luridi insetti-
- Noi stiamo cercando una persona. È uno sporco druido che si nasconde tra queste montagne. –
- Non vi dirò mai dove si trova –
- Povero ingenuo. Magari ti possiamo aiutare noi a ricordare. Portatemi la donna-
Trascinarono davanti a lui, sua moglie. Una donna minuta, dai capelli rossi e ricci.
- No, no! Liberatela –
- Solo se ci dirai dove si trova il Druido-
- Non fidarti di loro- urlò lei. Uno gnomo la colpì sulla guancia.
- Maledetti! Che i fulmini degli Dei vi colpiscano.-
Gli gnomi scoppiarono in risate di scherno.
- Nessun Dio potrà mai sconfiggerci. Noi abbiamo il Rendam, essere oscuro che ha cacciato via i tuoi Dei, facendoli nascondere come vigliacchi.- disse Walyh sputandogli in faccia. – Ora, se non vuoi che la tua cara donna muoia, dicci dove si trova .
La donna scuoteva la testa in senso di disappunto.
- Visto che non parli, magari la posso uccidere - Walyh gli aveva messo il pugnale al collo. – Parla o lei muore-
Remia prese un bel respiro. – Si trova all’ interno della montagna. Lui è lì –
- È come ci arriviamo?-
- C’è un apertura sul fianco destro della montagna, lui vive all’ interno di quella caverna.-
- Gentile da parte tua, indicarci l’ entrata. Ora, non abbiamo più bisogno di lei-
- Nooooo- gridò Remia, mentre Walyh tagliava il collo alla donna. – Maledetto –
- TSH! Nessuna maledizione può scalfire il mio corpo.- disse avvicinandosi al suo viso – Lei ti aveva avvertito di non fidarti di noi- disse scoppiando a ridere, prima di trafiggerlo allo stomaco con la sua spada. – andiamo a cercare quel mago da strapazzo.-
Seguirono le indicazioni di Remia, percorrendo il sentiero sino all’ apertura nella montagna. Entrarono nella caverna con le armi in mano e bloccando l’unica uscita.
- Vieni fuori Druido- la sua voce echeggiavano tra i muri della caverna
Nessuno rispose. Cominciò a pensare che l’uomo lo avesse preso in giro. Si guardavano attorno alla ricerca di qualche movimento.
Una sfera di luce lo colpì in pieno sterno facendolo volare fuori dalla caverna. Il Druido uscì dal suo nascondiglio cominciando a combattere contro il nemico l’aiuto del suo bastone. Era un uomo anziano, dai capelli e dalla folta barba bianca. Indossava un abito blu, legato alla cinta da una corda bianca , e sulla testa un cappello a punta dello stesso colore dell’ abito.
Ma nonostante la sua caparbietà, non ebbe la meglio sul nemico, che in poco tempo lo catturò.
- Ora vecchio, voglio sapere dove di trova la Torre.-
- È difficile arrivare, nascosta agli occhi degli insolenti. È un luogo magico che non può essere trovato dai portatori del male-
- Povero sciocco. Come puoi pensare tali fesserie.-
Walyh si scagliò contro di lui iniziandolo a malmenare e fargli subire atroci torture.
Si udivano solo urla di dolore e tra i balbettii senza senso riuscirono a capire quale fosse la via per la Torre.
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Il Talismano della Morte
FantasyEiwen, principessa del Regno elfico dell'Ovest, affiancata da un potentissimo Druido, si trova ad affrontare una pericolosa creatura che minaccia la sua terra e un nemico che ritorna dal suo passato. Riuscirà Eiwen a riportare la pace?