Giunti nel cuore del bosco magico delle terre Druide, Eiwen e Aryo si fermarono per dar tregua al loro corpo. Dalla caduta della Torre e dalla morte di Kairi, non avevano mai smesso di correre. Il cuore loro batteva all’ impazzata come se stesse correndo per una gara importante.
Eiwen si lasciò cadere a terra sfinita, bianca in viso, triste e senza energia. Aveva pianto per tutto il tempo e non aveva più lacrime da versare. Aryo le porse la sua borraccia, ma lei la rifiutò.
- Devi bere qualcosa, Eiwen! Il viaggio è ancora lungo. –
- Che importanza ha – disse fissando il vuoto. – Non c’è più niente per la quale io abbia voglia di vivere. –
- Lui non avrebbe voluto sentire tali parole.-
- Non c’è niente Aryo….niente! Lasciami stare, lasciami nel mio dolore.- disse con voce tremante poggiando la testa sulle ginocchia.
- Non devi reagire così! Fatti forza …! So cosa significa perdere qualcuno che ami. Mio padre mi è sempre stato vicino quando mi stavo lasciando andare, ed io non lo farò con te. Glielo ho promesso e non mancherò la mia parola –
Eiwen alzò lo sguardo, ma non proferì parola al ragazzo, che tentava in ogni modo di tirarle su l’animo. Non era semplice; la ferita era troppo grande per essere guarita con le parole. Solo il tempo, un giorno, le avrebbe restituito il sorriso e la voglia di vivere. Ora, doveva solo metabolizzare ciò che era accaduto e accettarlo. Solo così avrebbe guarito ogni male.
Ripresero il cammino in completo silenzio, seguendo il sentiero tracciato sotto i loro piedi. Tutto intorno a loro era sereno, i fiori, le fatine luminose che aveva incontrato giorni addietro prima di arrivare alla Torre e il canto degli uccellini. Aryo in testa, faceva strada verso il luogo in cui era custodita la spada. Dietro di lui, Eiwen, persa nei suoi pensieri, sconfortata dai recenti avvenimenti. Ripensava al primo giorno in cui conobbe Kairi, le sembrava un uomo burbero ed arrogante. Era stata antipatia a prima vista, ma conoscendolo meglio si ricredette, rivelandosi in uomo dalle mille risorse. Ricordava la prima volta che la baciò. Era stato il suo primo baciò. La prima volta che si era sentita amata per quello che era. Si sentiva apprezzata nonostante il suo aspetto. La prima volta nella grotta vicino al fuoco: al ricordo le tornavano le farfalle allo stomaco. Ma c’erano anche momento brutti, le furiose litigate che le avevano insegnato a crescere. Ora tutto questo non c’era più e si sentiva persa, tanto sola.
Avrebbe voluto tornare a casa con lui, abbracciare Tyara e raccontarle ogni cosa. Ma non vedeva speranza di ritorno.
Immersa tra i ricordi, non si accorse che si era fatto sera e tutto attorno a lei luccicava.
Aryo decise di fermarsi lì per la notte, gli sembrava abbastanza sicuro. Ma Eiwen non proferì parola nemmeno questa volta. Il ragazzo preparò un piccolo fuoco per tenerla al caldo. Era talmente debole che tremava. Le porse del cibo che lei rifiutò. Fissava il fuoco con gli occhi colmi di lacrime e le guance rosse. Le sue labbra erano divenute secche per via della leggera disidratazione.
- Ascolta Eiwen! L’ho perso anche io e sono rimasto solo. Io ho bisogno di te per riuscire a portare a termine la vostra missione e tu hai bisogno di me. Non lasciarti andare proprio ora. –
- Lui non tornerà mai più –
- Resterà qui, nei nostri cuori, finché il suo ricordo sarà vivo.-
- È difficile adesso riuscire ad andare avanti…-
- Lo so. Ma lui vorrebbe che andassi avanti nella missione, con grinta fino alla fine. Mostrando ciò ti ha insegnato, mostrando cosa sei diventata. Hai fatto uscire la tua parte druida, diventando ancora più potente.-
Rimase in silenzio, sdraiandosi vicino al fuoco e dando le spalle al giovane. Guardava il vuoto attorno a sé, una massa nera che circondava il bosco e una miriade di fatine che luccicavano intorno. Chiuse gli occhi e si addormentò. Era talmente stanca che non si accorse che Aryo la coprì con il suo mantello da viaggio.
Il ragazzo rimase di guardia, anche se era sicuro che il nemico era lontano e in quei luoghi non li avrebbero mai trovati. Ma come gli diceva sempre Kairi “ la sicurezza non è mai troppa”.
Il mattino seguente svegliò Eiwen alle prime luci dell’ alba.
- Non manca molto per raggiungere la custode della spada. Se proseguimento allo stesso passo di ieri, entro sera raggiungeremo il luogo indicativo.-
- D’accordo- rispose Eiwen con un filo di voce
Aryo si accorse che non aveva toccato cibo, ma non le volle dire nulla. Le serviva solo tempo. Ripresero il cammino con un po’ più di leggerezza, rispetto al giorno precedente. Nulla sembrava perduto e man mano che proseguivano si rendevano sempre più conto che se erano arrivati lì, era solo merito di Kairi. Se non fosse stato per il suo sacrificio, chissà dove sarebbero finiti, ma soprattutto se possedevano ancora la loro vita.
Eiwen si guardava intorno, osservando quel posto magico. Si sentiva meglio e poco più serena. Le mancava tantissimo ma doveva riprendere in mano la sua vita e portare a termine il suo compito, salvando la vita dei suoi cari e del mondo intero. Ma non lo avrebbe fatto per le persone che amava, o per sé stessa; lo avrebbe fatto per lui, per onorare la sua morte.
- Grazie Aryo. Per tutto ciò che stai facendo.-
- Non mi devi ringraziare. Portiamo a termite il nostro compito e torniamo alla normalità.-
Come disse Aryo quella stessa mattina, raggiunsero i confini del bosco magico verso sera.
L’ ambiente circostante era cambiato notevolmente. Erano fermi, come se dovessero attraversare un portale che li portava in un altro dimensione. Una dimensione più cupa. Dietro di loro, le meraviglie della vita, con boschi vivi e abitate da creature magiche, davanti a loro, un bosco grigio, con albero vecchi e pieni di muschio, una leggera fischia tutto intorno.
Eiwen fece il primo passo verso quel mondo cupo e si addentrò. L’aria era densa e il caldo era soffocante. Il cielo era coperto e le nubi facevano da cappa. Si inoltrarono all’ interno e in pochi istanti la loro fronte grondava di sudore. Bevvero dalle loro borracce, ma anche l’acqua era diventata calda. Era come se tutt’ intorno a loro ci fosse un’’ incendio invisibile ai loro occhi.
- Ora capisco il perché di questo nome –
- Cosa intendi?-
- Questo luogo in cui siamo, si chiama foresta Focosa. Si narra che dopo aver nascosto la spada e data in custodia alla Guardiana della foresta, ella volle bruciare tutto per tenere lontano i nemici. Ancora oggi le fiamme ardono imperterrite ogni cosa.-
- Chi è la guardiana?-
- Nessuno la conosce e nessuno l’ha mai vista. Secondo le antiche scritture, la Guardiana della foresta è una dei più potenti Druidi, che ha sacrificato la sua vita per custodire la spada, tenendola al sicuro dai nemici.-
- Come la troviamo?-
- La spada deve essere custodita al centro della foresta.-
Le loro voci erano smorzate dalle alte temperature. Sentivano le gambe pesanti, e camminare era diventata un’ impresa ardua. Man mano che si avvicinavano al luogo in cui era nascosta la spada, il calore aumentava.
Finalmente la videro. Poggiata delicatamente su un lembo di sera blu, sopra un altare di marmo. Eiwndi avvicinò alla spada e la osservò estasiata, tant’è che le salirono i brividi si tutta la schiena. Allungò la mano per afferrarla, ma davanti a lei apparve una creatura misteriosa che la spaventò facendola cadere all’ indietro.
Eiwen la fissava a bocca aperta. Era come spaventata dal suo aspetto orrendo. Aveva il corpo di una donna, vestita di bianco, ma il viso letteralmente bruciato dalle fiamme. Gli occhi di un grigio spento e il viso contornato da lunghi capelli color argento.
- Mi chiamo Silverin, e sono la guardiana della foresta, custode della spada di Tandur, antica custode della Torre. Voi chi siete?-
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Il Talismano della Morte
FantasyEiwen, principessa del Regno elfico dell'Ovest, affiancata da un potentissimo Druido, si trova ad affrontare una pericolosa creatura che minaccia la sua terra e un nemico che ritorna dal suo passato. Riuscirà Eiwen a riportare la pace?