Capitolo VII

13 2 0
                                    

Era ancora buio quando Eiwen aprì gli occhi. Si alzò trascinando con sé il lenzuolo che si era avvolta attorno al corpo. Si avvicinò in silenzio alla finestra aperta. Guardò dietro di sé e vide Kairi che dormiva beatamente sul pavimento.
Dopo quel bacio, lo guardava con occhi diversi. Prima lo trovava rude, forse un po' indisponente. Ma ora, vederlo dormire così, lo vedeva come un uomo forte e deciso, ma allo stesso tempo dolce.
Aveva voglia di partire per andare a cercare Hurian, ma non se la sentì di destare il suo sonno. Aveva un respiro leggero, di chi fa sogni tranquilli.
Si sedette sul davanzale e guardò fuori le stelle ancora nel cielo. Ma ancora per poco. Ad est il cielo si stava colorando di colori vivi; un aurea colore arancio, indicava il sorgere del sole.
Chiuse gli occhi per rivivere le emozioni della sera. Era la prima volta che qualcuno la baciava. Non si era mai fatta avvicinare da un uomo. La sua posizione non glielo permetteva. Pensava che se si fosse abbandonata alle emozione, avrebbe potuto mettere a repentaglio la sua vita e quella del suo Popolo.
Ma quanto si sbagliava. La paura poteva essere fatale per la vita. Essa, infatti, può fare compiere gesti poco affidabili.
Invece l'amore?
Penso di no. Anzi. No.
L'amore è un sentimento forte. Capace di rendere la persona molto forte e pronta a tutto pur di difendere la persona amata.
E allora perché Hurian si è comportato così?
Semplice. Lui l'amava, ma lei no. La paura di vederla tra le braccia di un altro lo sconvolgeva e così la paura ha preso il sopravvento.
Kairi. Piombato così dal nulla; dal giorno alla notte è entrato nella sua vita. Ora in preda ad emozioni forti, che Eiwen non è in grado di gestire. E se lo avrebbero fatta uccidere?
Kairi non lo avrebbe permesso. Alla partenza da Naët, le promise che l'avrebbe tenuta al sicuro. Trovando una soluzione alla sua morte.
Si addormentò. Li, sul davanzale. Era ancora stanca e un po' scombussolata dalla febbre del giorno precedente. Kairi aveva fatto miracoli. La ferita si era infettata, ma grazie alle erbe e alla magia Druida, lei si era salvata.
- Eiwen! - si sentì chiamare dolcemente.
Kairi si avvicinò al suo viso e la baciò proprio come la sera precedente. Sentì un calore avvolgerla. Gli mise le mani dietro al collo e ricambiò il suo bacio. Spostando le braccia le cadde il lenzuolo che aveva usato per coprirsi. Rimase nuda, proprio come mamma l'aveva fatta.
Aveva un corpo snello e longilineo. I capelli sciolti le arrivavano sino al seno.
- Aspetta - gli disse Eiwen dolcemente. Si alzò prendendo il lenzuolo e si ricoprì. Lo guardava con gli occhi luminosi e il viso completamente rosso.
Lui annuì. Le mise la mano sulla guancia e la baciò nuovamente prima di allontanarsi. Uscì dalla porta, lasciando Eiwen da sola nella stanza. Rimase a contemplare il silenzio e il sole che brillava. Fuori la gente aveva iniziato ad uscire dalle proprie case per dirigersi ognuno verso il proprio lavoro, chi nei campi e chi faceva artigianato.
Si vestì velocemente per poter raggiungere Kairi che l'aspettava al piano inferiore. Sacca in spalla e scese le scale. Vide Kairi e l'oste che discutevano su ciò che era accaduto nei giorni precedenti.
- Quell' elfo.....- disse scuotendo la testa - non solo si è approfittato di mia figlia, ma ci ha anche derubato. Si è diretto nella stalla, prendendo il mio cavallo-
- Siamo sulle sue tracce. E le prometto che vi riporteremo ciò che vi appartiene. Ma abbiamo bisogno di due cavalli. Glieli pagherò profumatamente . - Kairi tirò fuori una manciata di soldi dalla tasca, porgendogli all' oste.
L'uomo prese i soldi e annuì. Guardò Eiwen scendere le scale. Aveva sbagliato a giudicare la sua razza. Sin da sempre gli elfi sono stati rispettati da tutti. Definiti come gran guerrieri e rispettosi delle proprie tradizioni. Ma per colpa di uno, aveva giudicato tutti. In tutte le razze ci sono mele marcie.
- Vi ho preparato qualcosa per il viaggio. So di avervi giudicato male, mi sbagliavo. Potete perdonarmi?-
Eiwen lo guardò sorridendo. - Non c'è nulla da dover essere perdonato. Avevate subito un torto da un componente della mia razza. Sarà mio dovere portarvelo qui, in modo che possa pagare il suo debito.-
- Grazie mia signora - disse l'oste facendo un lieve inchino.
Eiwen gli poggiò la mano sulla spalla e abbozzò un lieve sorriso ed uscì all' esterno. L'aria era fresca ed era piacevole assaporare il sole estivo. Si sentiva un profumo di fiori portato dal venticello. Apparteneva al campo di fiori poco distante dalla locanda. Prese un bel respiro, per ben assaporare i profumi e avere un bel ricordo prima di entrare nei confini gnomici.
L'oste indicò loro la stalla - prendete quelli che più vi piacciono. Sono cavalli giovani e veloci.-
I due si diressero alla stalla e dopo aver scelto le due bestiole, cavalcarono verso nord.
Eiwen cavalcava un cavallo bianco; le ricordava quello che aveva a casa. Sperava di tornarci presto , per rivedere suo zio, e naturalmente Tyara, a cui voleva raccontare le sue esperienze.
Cavalcarono verso nord fermandosi di tanto in tanto per far riposare i cavalli. Andura si avvicinava sempre più ed Eiwen aveva la sensazione che fosse troppo tardi. Kairi gli aveva spiegato che dopo il sorgere della luna piena avrebbero potuto risvegliare il Rendam e non prima.
La luna piena sarebbe stata tra qualche giorno. Avrebbero dovuto cavalcare senza sosta per tutta la notte.
- Dobbiamo arrivare ad Andura prima della luna piena- sbottò Eiwen
- Ce la faremo e tutto andrà bene. Ma se ti fa sentire più tranquilla, faremo come vuoi. -
- È in gioco la mia vita, Kairi. È normale che io sia preoccupata e voglia raggiungere Hurian prima che sia troppo tardi. -
- Lo so Eiwen. Ed io ti ho promesso che ti avrei protetta. - disse con tono. Era preoccupato anche lui, qualcosa lo turbava.
Rimase allibita nel vedere Kairi così. Le aveva risposto con tono duro, ma non volle dire nulla, aveva percepito la sua preoccupazione. E non solo perché lei avrebbe potuto perdere la vita, ma anche perché erano a rischio tantissime altre. Morte e distribuzione sarebbero scesi su tutte le terre felici.
Decise di avvicinarsi a lui. - Qualsiasi cosa accada, so che tu hai fatto il possibile per salvare il mondo. Io sono qui. - gli sussurrò dolcemente all' orecchio.
Riprese il suo cavallo e lo cavalcò. - dai, andiamo!- lo incitò
Kairi le sorrise e la seguì. Sembravano due ragazzini che stavano imparando a divertirsi. Lei sorrideva e lui la inseguiva. Ma tutto finì di colpo. Il confine era alle porte e un cielo nero lo delineava. Tuoni si susseguivano ai fulmini.
La fine era vicina? Il Rendam era già stato risvegliato?
I pensieri di Eiwen erano un susseguirsi di dubbi e timori.
Kairi la raggiunse e le si mise al fianco.
-Hurian avrà già raggiunto Andura? -
- Non possiamo sapere dove egli sia giunto! Noi dobbiamo compiere il nostro lavoro! Più avanti c'è un piccolo corso d'acqua dove possiamo far riposare i cavalli. Quella sarà la nostra ultima sosta prima di varcare il confine. Ora muoviamoci, non perdiamo altro tempo-
I due ripresero a cavalcare, ma questa volta con volti seri. Ad entrambi era passata la voglia di ridere. Il nemico era vicino e la tensione era aumentata.
Nel tardo pomeriggio arrivarono al corso d'acqua indicato da Kairi qualche ora prima. Lasciarono i cavalli liberi tra i fili d'erba.
Lui provò ad avvicinarsi a lei, ma la tensione si tagliava con la lama di un coltello. Era nervosa, tesa come la corda di un violino. La strinse forte in un abbraccio caldo.
- Andrà tutto bene! Troverò una soluzione. Vedrai che la tua vita sarà salva.-
Mangiarono e bevvero qualcosa in silenzio. Ripresero i cavalli e ripartirono veloci. Riuscirono a varcare i confini poco dopo il tramonto. Le temperature si erano abbassate notevolmente e pioveva a dirotto.
- Dobbiamo fermarci- disse Kairi
- No! Proseguiamo. Dobbiamo raggiungere Hurian ed impedirgli di consegnare il talismano- sbottò Eiwen
Notando la determinazione di Eiwen, Kairi preferì non discutere ulteriormente. È vero, non vedevano molto con tutta quell' acqua, ma il tempo non scorreva a loro favore.
La marcia proseguiva a rilento e come se non bastasse aveva iniziato a tirare un vento forte. Si sentiva fischiare ovunque a causa delle innumerevoli rocce.
- Non possiamo far proseguire i cavalli- gridò Kairi
- Hai ragione! Per loro è troppo proseguire in luogo così impervio. Dobbiamo lasciarli liberi, noi invece possiamo farcela. -
- Sei impazzita?- esclamò - Nemmeno noi arriveremo a domani se continuiamo di questo passo.-
Eiwen non lo ascoltava. Mise in fuga i due cavalli e proseguì il cammino.
- Se non avete abbastanza fegato per seguirmi, restate dove siete. Vi aspetto in cima. -
Ci risiamo. Aveva ripreso a dargli del voi. Pensava fosse stato sufficientemente chiaro quando le disse che non doveva dargli del voi. Lo faceva sentire vecchio. Dal tono della voce aveva percepito che era nervosa e forse era per questa ragione che parlava in quel modo.
"Del voi...non sono mica così vecchio."
Con riluttanza la seguì. Sicuramente non poteva lasciarla da sola in quei luoghi inospitali.
Camminarono per tutta la notte in quelle condizioni. Finalmente si stava facendo giorno e anche il mal tempo decise di dare una tregua ai due viaggiatori. Quel giorno passò all'insegna del silenzio. Entrambi non si rivolgevano parola. E pensare che qualche giorno prima scattò qualcosa tra loro. Si era accesa una fiamma, una scintilla.
- Questa è la via per Andura- Kairi ruppe il silenzio indicando il sentiero che saliva per la montagna.
Eiwen perlustrò un po' la zona in cerca di qualche traccia di Hurian.
- Hurian è stato qui. Tracce nella rientranza poco distante dal sentiero. Ci sono tracce anche dello stallone. Penso lo abbia lasciato da qualche parte e abbia proseguito a piedi. -
- Penso tu abbia ragione. La pioggia ha cancellato ogni traccia, ma il sentiero è pericoloso e non credo lo abbia percorso a cavallo-
Eiwen iniziò a percorrere il sentiero. Non era semplice. Il terreno era scivoloso e dovette aggrapparsi più volte alle rocce circostanti. Kairi, dietro di lei, aveva recuperato un bastone che lo aiutava per l'appoggio. Non volle ammettere che lui fosse stato più furbo di lei. Era troppo orgogliosa. Non disse nulla, ma un po' le dava fastidio che Kairi non l' avesse aiutata.
Raggiunsero la cima e la via fu più semplice. Finché davanti a loro non si presentò una frana.
- Possiamo attraversarla con facilità.- disse Kairi
Le rocce non erano stabili, ma riuscirono ad oltrepassarle con facilità.
Aveva ripreso il maltempo e questa volta si rifugiarono in una caverna. Tuonava forte e pioveva altrettanto.
Kairi riuscì a trovare un po' di legna e accese un piccolo fuoco per poter stare al caldo. Misero in mantelli per terra e le sacche che fungevano da cuscini.
Erano seduti uno accanto all' altro. Kairi spostò delicatamente i capelli dal viso di Eiwen e la fece voltare verso di sé. Le accarezzò la guancia e la guardava dritta negli occhi. Erano di un viola intenso, dove gli occhi dell' uomo si perdevano.
Le si avvicinò lentamente sfiorandole le labbra con le sue. Il cuore di Eiwen batteva velocemente. Lo stomaco era invaso dalle farfalle. Le mani possenti di Kairi cominciarono ad accarezzarle la pelle, sino ad arrivare al petto, dove le aprì il corpetto e lo lasciò cadere a terra. Eiwen si lasciò andare alle emozioni. Con le mani tremanti gli sfilò la casacca bianca. Gli ammirò il petto muscoloso e lo sfiorò con le dita, delicatamente. La accompagnò a sdraiarsi a terra e lui le salì sopra. Le sollevò una gamba e la fece sua.
Eiwen lo sentiva dentro di sé. Erano emozioni nuove per lei. Non si era mai sentita così. Sentiva dolore, ma il piacere valeva mille volte di più.
Lo scoppiettio lento delle fiamme rendeva l'atmosfera ancora più romantica.
Il mattino seguente Eiwen sì svegliò sola. Era ancora piena di emozioni. La notte con Kairi era stata magica, e le aveva fatto dimenticare lo stress dei giorni passati.
Kairi era lì, fuori dalla caverna.
Come si sarebbe dovuta comportare in quel momento? Non lo sapeva. Per lei era tutto così nuovo.
Si alzò e si vestì. Raggiunse Kairi all' esterno.
- Manca poco alla città. Entro sera arriveremo ad Andura.- disse Kairi.
Avrebbe voluto darle tutto l'affetto che meritava ma aveva paura di abbassare la guardia. Lasciarsi andare la sera precedente aveva fatto bene ad entrambi; ma ora alla luce del giorno, con gli gnomi che potevano essere in perlustrazione, era troppo pericoloso.
Si incamminarono. E come disse Kairi raggiunsero l'entrata della città poco dopo il tramonto. Non c'erano guardie. E con facilità si intrufolarono all' interno.
Presero le fiaccole che erano appese al muro e le accesero. Scesero gli scalini fradici di umidità e muschio. Man mano che scendevano, l'odore della caverna si faceva sempre più pesante e tutto odorava di muffa. Iniziarono a sentire del vociare e rallentarono il passo. Passare da quel corridoio era come servire la loro morte su un piatto d'argento.
- Torniamo indietro. Dobbiamo prendere il primo corridoio. - sussurrò Kairi.
Così fecero. Tutto sembrava uguale e se non avessero avuto un buon senso dell' orientamento, si sarebbero persi come se si trovassero all'interno di un labirinto.
Si sporsero da un apertura che si trovava proprio al di sopra dell' orda gnomica.
Videro Hurian davanti al re. Erano tutti attorno ad un enorme fuoco. Walyh pronunciava una strana formula in un antica lingua gnomica.
Il fuoco divampò emettendo fiamme alte e un suono che fece tappare le orecchie ai presenti.
Eiwen si rannicchiò per il dolore atroce che provava. Dalle lunghe orecchie a punta le usciva sangue. Kairi,per cercare di proteggerla, le si mise sopra avvolgendola in un abbraccio. Dalle fiamme uscì una bestia alta circa due metri. Era di colore nero come la pece e due occhi malefici rossi come il sangue. Al posto delle dita, aveva lunghi artigli affiliati come lame e denti appuntiti. In cima al capo, lunghe corna. Era il Rendam: demone antico, mietitore di distruzione e morte.
- No....no!- disse Eiwen in preda al panico. - Siamo arrivati tardi -
- Come è stato risvegliato, possiamo ucciderlo-
Kairi si ammutolì di colpo. La bestia si stava avvicinando ad Hurian.
- Ora, amico elfo, puoi chiedere al Rendam la tua ricompensa- disse Walyh con tono beffardo.
- Io desidero che Eiwen muoia di una morte atroce e che io possa regnare sovrano su queste terre.-
Il Rendam sbuffò facendo fuoriuscire dal naso del fumo. Emise in grido e con un colpo di artiglio taglio la gola ad Hurian. Il sangue sgorgava senza sosta dal collo, mentre Hurian cercava inutilmente di respirare. Il demone gli balzò addosso e cominciò a divorargli l'intestino. Gli gnomi ridevano a crepapelle, sembravano alquanto divertiti. Come poteva credere che avrebbe ottenuto la ricompensa. L'unica ricompensa era stata la morte ed essere cibo per il Rendam.
Eiwen gridò. - Noooooo! Hurian.-
Gli gnomi si voltarono verso di loro e gli corsero incontro con le armi sguainate, mentre il Rendam assaporava il suo primo parto dopo tanto tempo rinchiuso nel mondo dei morti.
Kairi la prese per il braccio e corsero via, uscendo dalla città sotterranea, fuggendo dagli gnomi che li inseguivano.

Il Talismano della Morte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora