Capitolo V

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Il fresco mattino estivo si fece più intenso appena i due si inoltrarono nel bosco. Il sole stava sorgendo e i raggi non avevano ancora scaldato l'aria. Eiwen si strinse nel mantello da viaggio ma proseguì senza parlare. Non aveva ancora capito chi fosse quel Druido. Non riusciva a fidarsi del tutto di lui. Nonostante i due avessero iniziato a conversare nei giorni precedenti, Eiwen lo trovava enigmatico. Alcuni giorni parlava ad enigmi, altri invece sembrava preoccupato per lei. È vero, dai suoi racconti conosceva suo padre e a quanto pare anche lei.
Ma lei non si ricordava affatto di lui. Perché?
Per quale motivo lo aveva rimosso?
Non se lo spiegava. Nei suoi ricordi del passato, non lo rammentava. Non ricordava affatto di averlo conosciuto.
E soprattutto, non ricordava che suo padre avesse mai parlato di lui.
I suoi occhi perplessi fissavano il sentiero innanzi a lei, ma troppe domande, troppi dubbi invadevano la sua mente. Troppe cose le sembravano celante. Cose che non ricordava.
La mano possente di Kairi la prese per il braccio - Stai attenta! - le disse
Non si era resa conto che stava per mettere il piede nella tana di qualche coniglio.
- Grazie - gli disse semplicemente
- Ma dove hai la testa? -
- Scusa? Non vi permettete mai più di rivolgervi a me con quel tono-
- Sei proprio sgarbata!-
- E voi invadente-
- Se non metti la testa a posto e non rimani concentrata sulla missione, moriremo entrambi -
- Non mi fido di voi! Non so nemmeno come mi conoscete! È colpa vostra se i pensieri mi tormentano-
Kairi la guardava. Era proprio come suo padre. Aveva un bel caratterino. Tanto bella, quanto potente. Ma lei non lo capiva ancora. Troppo impegnata a farsi domande a cui non avrebbe trovato risposta.
- Grazie sono, lo saprai a momento debito! - le disse con voce calma.
Eiwen mormorò qualcosa tra i denti, e proseguì il suo cammino, sempre un passo davanti a lui.
" ma chi diavolo è lui, per permettersi di parlarmi in quel modo. Se ci riprova lo prendo a sberle" .
Kairi la guardava camminare davanti a sé. Vedeva una donna fiera, combattiva, orgogliosa; ma pervasa da dubbi e insicurezze.
Sorrise. In vita sua non aveva mai incontrato una persona come lei, tanto dolce ma allo stesso tempo cocciuta.
La mattinata era quasi trascorsa in silenzio. Entrambi cercavano di non proferire parola finché Eiwen non si fermò.
Erano giunti nel luogo in cui vennero uccisi i suoi genitori. La mente non smetteva di mostrarle le immagini del passato e lei sue orecchie a punta udivano le urla e i pianti. Le spade sguainate degli gnomi che colpivano le altre. La magia di luce azzurra evocata da Sarius.
" Eiwen" le grida singhiozzanti del fratellino che la chiamavano prima che fosse ucciso senza pietà.
Gli occhi della madre che la fissavano prima che le venisse tagliata la gola. E poi quelli occhi che continuavano a guardarla anche dopo che la sua anima si spense nel dolore.
Kairi le si avvicinò da dietro, poggiandole la mano sulla spalla. Lei voltò. Stava piangendo. Le guance rosse solcate dalle lacrime. Soffriva tanto e non aveva mai superato quel lutto e mai lo avrebbe fatto. La strinse forte a sé ed Eiwen cedette al dolore. Stremata dal dolore si sedette a terra.
- Perché è successo, Kairi? -
- Per via del talismano! Lo volevano....-
- Sono io che convissi la mia famiglia ad uscire -
- Lo so. Tuo padre sapeva che era pericoloso uscire. Sapevamo che gli gnomi tramavano qualcosa e che stare isolati non era sicuro. Avevamo mandato un nostro amico alla ricerca della verità. Dovevamo capire. Tornò mal ridotto, ferito. Ci disse che gli gnomi avevano intenzione di colpire la tua città per venire a riprendersi il talismano e che ti avrebbero uccisa, dandoti in pasto alla bestia.- fece una pausa. Eiwen lo guardava sconvolta. - Allora è vero! È solo colpa mia se loro non ci sono più -
- No! Non lo è. Loro volevano darti solo la vita che meritavi. Felice, semplice, spensierata. - le accarezzò il viso, asciugandole le lacrime.
- Invece mi hanno regalato queste! - rispose Eiwen indicando le cicatrici sul viso.
- Quelle te le fece il re degli gnomi. La sua arma è una spada tridente. Sembra uguale alle altre lame, ma nell' impugnatura ha una piccola leva, che apre la spada in tre lame affilatissime. Sei stata fortunata a sopravvivere. - la voce del Druido si smorzò, come se stesse celando un qualcosa, una parte della storia che non volesse raccontare.
Eiwen gli fece un sorriso. - Grazie. Vi sto trattando così male da quando vi ho conosciuto e invece voi mi state così vicino.-
- Non ti preoccupare- disse alzandosi in piedi e porgendole la mano - Forza, proseguiamo-
Ripresero il cammino un po' a rilento. Hurian sapeva che l'avrebbe rallentata.
"Un passo alla volta" si ripeteva
Aveva Kairi dietro di lei, che le dava la forza. Ad ogni passo le tremavano le gambe, ma lui era lì a sostenerla; sia fisicamente che psicologicamente. Sapeva come prenderla, e soprattutto cosa dirle.
Capiva ciò che aveva subito, chi avesse perso. Lei aveva perso la sua famiglia, lui il suo migliore amico.
Decise di dargli una possibilità, di provare a fidarsi di lui. In fondo, non c'era nulla di male a provare a fidarsi di qualcuno.
- Eiwen, guarda- le disse indicando dei pezzi di pergamena sgualciti.
Kairi li raccolse e provo a unirli insieme.
" Ti prometto amicizia eterna, in ogni luogo io sia, in ogni momento della Vita, in pace o in guerra, finché morte non mi prenda".
- Hurian è passato di qui- disse Eiwen - questa pergamena è stata scritta quando ci siamo conosciuti. Io ho la mia, nella mia stanza -
- È molto bello sapere che puoi contare su qualcuno-
- Già. Ma lui ha preferito allearsi con il nemico. Tradendo la sue gente , tradendo me - sbottò, stringendo in pugni. - Negli ultimi tempi, nei miei momenti più bui, prese il mio posto al comando dell' esercito. Aspirava molto a quella qualifica. Quando mi sono ripresa, l' ho trattato malissimo; umiliando davanti a tutti.-
- Lo ricordo bene! Ero presente. Ti dissi che avevi ragione. Che stare al comando bisognava avere una preparazione adeguata e lui non l'aveva-
- Non è questo il punto, Kairi! - rispose lei - La sera della cerimonia ci provò con me. Lo respinsi violentemente. L'ho sempre visto come un amico, il mio braccio destro.-
- Era già scritto nel libro del nostro destino. Non possiamo sapere se ciò che hai fatto sia la ragione per cui ha scelto di allearsi con gli gnomi...o cosa accadrà tra qualche tempo. L'unica cosa che possiamo fare è proseguire lungo il nostro cammino. Reagire per possiamo, combattere se dobbiamo. Ma soprattutto, cercare il bene in ogni cosa o forma.-
Eiwen lo guardava. Fissava le sue labbra carnose muoversi mentre scandiva parola per parola. Le vennero le farfalle allo stomaco, stava iniziando a piacergli. E non solo come persona, a cui stava per affidargli la sua vita per portare a termine la missione, ma anche fisicamente.
Era molto più grande di lei, ma non li dimostrava. Elfi e druidi avevano una lunga vita davanti; ma a differenza degli elfi, che non invecchiano dopo la matura età, i druidi invecchiavano con il passare dei centenni.
Quel luogo in cui erano era stata la fine della sua vita, la fine della sua infanzia e di un'adolescenza mai avvenuta in quanto era dovuta crescere troppo in fretta, ma era anche l'inizio della sua nuova vita, si nuove emozioni.
- Ho un vago ricordo di qualcuno che mi salvò la vita. Ero distesa qui, immobile per il dolore e la paura. Vedevo a malapena. Il sangue mi copriva la vista. Ricordo di un uomo che allontanò gli gnomi da me e mi prese tra le braccia.-
- Saprai tutto a tempo debito. Non è questo il momento. Ricorderai tutto, un giorno.-
Eiwen non voleva insistere. Non aveva voglia di discutere con lui. Doveva concentrarsi sul suo cammino ed impedire ad Hurian di consegnare il talismano al nemico.
Si guardò attorno in cerca di qualche impronta. Lo conosceva bene e sapeva che non sarebbe rimasto sul sentiero, anche se aveva cercato di nascondere le tracce creandone altre. Su questo era bravo, ma non quanto lei. Aveva già notato alcuni rami spezzati che andavano in direzione del cuore del bosco. Si incamminò verso quella direzione e sogghignò.
-Beccato- disse Eiwen
Kairi le si avvicinò. - È stato scaltro a nascondere le proprie tracce, ma anche incosciente.-
- Conosco bene la leggenda. Ci veniva raccontata dai nonni, per non farci allontanare troppo.-
Kairi non le rispose. La guardò con sguardo greve, un po' confuso. Sospirò e andò via addentrandosi nel bosco. Eiwen lo seguì.
Man mano che si introducevano all' interno, l'aria si fece sempre più gelida e il buio prese il sopravvento. I due viaggiatori si strinsero nel mantello per tentare di restare al caldo. Il sole non penetrava mai, ed era come stare in pieno inverno, nudi sulla bianca e gelida neve.
Il silenzio era pesante. Nessuno tentava di conversare con l'altro. Si sentivano solo i loro respiri pesanti per via della percezione orribile che avevano. Eiwen si sentiva osservata sin da quando aveva messo piede in quei luoghi.
Era spaventata, ma non voleva darlo a vedere. Fin troppo in quei giorni si era fatta vedere fragile. Troppe volte aveva pianto davanti a lui, troppe volte lo aveva aggredito ingiustamente a causa della sua rabbia. Aveva bisogno di farsi vedere come lei era in realtà: forte, coraggiosa, una vera guerriera.
Uno scricchiolio la fece Voltare di scatto. La mano prese velocemente il pugnale che portava ben nascosta dentro lo stivale. Con gli occhi sgranati si guardava intorno, e le orecchie ben tese per captare ogni minimo rumore. Il respiro dapprima pesante, si deve lieve e quasi impercettibile. Anche Kairi era in allerta. La mano salda sull'impugnatura della spada che portava al fianco.
Gli fece cenno di proseguire. Forse era semplicemente caduto qualche ramo morto. In realtà, quella zona era praticamente morta. Ma non abbassò la guardia. Qualcosa non le tornava. Si sentiva osservata, odiata, non voluta. Gli elfi avevano un senso di percezione maggiore rispetto a quello delle altre razze. Ma come era possibile che lui non percepisse nulla? Era un qualcosa che ti entrava nelle ossa, che man mano che il tempo trascorreva, fluiva nelle vene sono ad arrivare al cervello, dando un senso di inquietudine e paura. Brividi le iniziarono a scendere giù dalla schiena.
Lui sembrava così apparentemente calmo. Camminava senza paura procedendo verso nord-est.
Nulla più.
Si iniziò ad alzare una fitta nebbia e l' aria si fece pesante. Il terreno man mano che procedevano si faceva sempre più fangoso. Gli acquitrini odoravamo di vecchio e muffa. Sembrava di stare in una palude. Kairi più di una volta dovette aiutare Eiwen ad uscire dal pantano che le arrivava quasi alle ginocchia.
- Kairi, aspetta! Ho perso lo stivale!- disse lei, voltandosi per tentare di tirar via lo stivale incastrato nel fango. - Proseguiamo -
Quando si voltò non vide più Kairi. " Dove diavolo è finito" pensò
Avanzò con cautela, cercando di non restare bloccata. - Kairi - continuò a gridare il suo nome .
Poi lo vide, sospeso in aria, avvolto da una strana aurea rossa. Gli occhi bianchi e la pelle scarna. Sembrava invecchiare ogni secondo di più. Cercò di tirarlo giù, ma qualcosa non lo mollava. Un essere umanoide la aggredì alle spalle. Un essere mezzo elfo dal corpo squamato come quello di un pesce.
Un dolore allucinante alla testa e il sangue le scendeva lungo la guancia. In mano teneva un enorme ramo. Le girava tutto, ma non poteva mollare. Doveva restare vigile per proteggere Kairi. Estrasse la spada dal fodero e cercò di colpire quell'obrobrio. Era estremamente veloce e faticava a colpirla. La sua agilità da elfo non le serviva a nulla in tutto quel fango. Cercò un appiglio in qualche ramo che sembrava stabile per poter uscire dalla pozza in cui si trovava in quel momento. La creatura la colpì nuovamente facendola volare contro un albero. Un ramo spezzato la ferì al fianco. Il corpo le doleva e i muscoli faticavano a rispondere. Sembravano intorpiditi da tutta quell' umidità e per la faticosa camminata nel fango. Riuscì ad alzarsi in piedi e fortunatamente riuscì a colpire la creatura buttandola a terra e togliendogli il contatto visivo dal druido. Ma non aveva messo in conto che era per metà pesce. La creatura nuotava facilmente nel fango e arrivò a lei, afferrandola per le gambe e la trascinò giù.
Si dimenava per potersi liberare, ma tutto sembrava vano. Il fiato la stava abbandonando e stava per perdere conoscenza.
Vide suo padre. Le sorrideva tendendole la mano.
"Vieni figlia mia. Prendi la mia mano" Eiwen provò ad afferrare la mano di Sarius. Iniziarono ad arrivare le prime convulsioni. Era da troppo tempo immersa nel fango e il corpo stava cedendo alla morte. Lentamente raggiunse la mano del padre. Una luce azzurra venne sprigionata violentemente bruciando la creatura ed uccidendola.
Anche se era libera, le sembrava la fine. Non riusciva a tornare in superficie e lentamente si abbandonava al suo destino.
Una mano la afferrò e la tiro fuori. Non respirava. Kairi le liberò le vie aeree e le iniziò a praticare la respirazione bocca a bocca.
- Dai forza Eiwen! Respira...-
Riprese a respirare. - C...cosa è successo?- chiese tra un colpo di tosse e l'altro.
- Mi hai salvato la vita uccidendo quella creatura. Stava assorbendo tutta la mia linfa vitale. -
- Come?- era debolissima
- Ti avevo detto che eri potente. Hai usato la tua magia. La magia che hai ereditato da Sarius.-
- Ho visto mio padre....mi ha teso la mano-
- Il suo ricordo ti ha aiutata a tirar fuori l'essenza magica che ti porti dentro-
- Voglio uscire da questo posto. Portatemi via Kairi-
Kairi annuì e la prese tra le braccia. Entrambi volevano allontanarsi da lì. Raccolse tutte le sue forze e piano piano riuscirono ad uscire dai quei boschi.
Finalmente i leggeri raggi del sole che stava tramontando ripresero a penetrare tra gli alberi e quel muro di nebbia si assopì, ma quando uscirono dal Minth era ormai buio. All'interno, non si erano resi conto che il tempo aveva giocato a loro sfavore. In più avevano girato in tondo per molto tempo e l' aggressione li aveva rallentati.
- Siamo certi che Hurian sia passato di qui?-
- So leggere le tracce Kairi! Ciò che non capisco è come Abbia fatto ad oltrepassare il Minth! Sempre se lo abbia fatto -
- Ricordi la leggenda che vi veniva raccontata? -
Eiwen annuì facendo un cenno con il capo.
- Come ti sarai resa conto, non è una leggenda. Ma la pura verità. Quella creatura a cui non abbiamo attribuito un nome, è stata creata da un vecchio druido. Era uno dei più potenti e odiava a tal punto gli elfi da ucciderne alcuni e crearci un essere unendolo al corpo di un pesce. Infatti, il suo compito è quello di trucidare gli elfi che passano da lì ed assorbire la linfa vitale delle altre razze. Ma ha anche un altro scopo. Proteggere gli gnomi. Hurian anche se elfo, è alleato con gli gnomi e a mio parere è riuscito a passare grazie a questa alleanza. -
- Tutto ora ha un senso- disse Eiwen gemendo.
Kairi le allentò il corpetto per poterle guardare la ferita. Eiwen diventò rossa in viso. Si vergognava.
- La ferita non è profonda. La terremo pulita il più possibile. Domani all' alba partiremo per Calandria. Una piccola cittadella a poche ore da qui. Li ti potrò curare la ferita. -
- Grazie -
- Metti questa! Almeno starai al caldo- le disse porgendole il suo mantello. - Ora riposa. Recupera le forze. -
Eiwen non se lo fece ripetere due volte e dopo essersi stretta il mantello del Druido, poggiò la testa sulla sua spalla e si addormentò, assaporando il profumo dell' uomo e dal cantare delle cicale notturne.
Si svegliarono ad alba inoltrata. Per prima cosa Kairi pulì la ferita della ragazza e poi si dedicarono alla colazione. Mangiarono un po' di frutta e si misero in cammino verso Calindra. Il sentiero davanti a loro era libero, e non c'erano ne nascondigli e ne cespugli per potersi riparare in caso di attacco. Tutto sommato era anche un bene. Ciò voleva dire che nemmeno degli eventuali aggressori potevano né nascondersi né creare qualche agguato.
Ci misero più tempo del previsto ad arrivare alle porte della cittadella . A causa delle ferite di Eiwen che, nonostante le attenzioni di Kairi, si stavano infettando, hanno rallentato la marcia, facendoli arrivare a Calindra nel tardo pomeriggio.
I due entrano osservati degli abitanti. Erano malmessi e ancora ricoperti di fango. Non avendo trovato ne un fiume e ne un ruscello, non potettero darsi una pulita. Riuscirono ad arrivare alla locanda dove l'oste li accolse in modo alquanto strano e inospitale.
- Un altro elfo...cos'è state migrando altrove? - chiese arrogante
- Ma come vi permettete- sbottò Eiwen ansimando dal dolore che le infliggeva la ferita.
- Io non sono un elfo. Sono un Druido e lei è Eiwen, principessa del regno dell' Ovest- alzò la voce - Parlate!-
L'oste indietreggiò intimorito. - Chiedo scusa...è che stamattina, l'elfo che abbiamo ospitato, ci ha rubato un cavallo ed è scappato verso Nord-
- Hurian è passato da qui- mormorò lei. - Kairi.....- svenne sul pavimento.
La fronte le scottava a causa della ferita infetta. L'oste li accompagnò nella stanza e preparò asciugamani ed acqua come gli aveva chiesto il Druido e poi sparì dietro al bancone come faceva ogni sera.
Approfittando delle poche ore di luce rimaste, uscì per cercare delle erbe officinali.
Rientrò poco dopo. Le fece bruciare tramite la sua magia, accendendo un piccolo fuoco azzurro. Pulì la ferita con acqua e ci mise sopra le erbe e la bendò. Ora non poteva fare altro che aspettare.
La febbre scendeva rapidamente ed Eiwen aprì gli occhi. Kairi eri lì, davanti alla finestra che osservava la città che stava per assopirsi.
Si alzò piano e si diresse da lui. Non si accorse di lei finché non gli appoggiò la mano sulla spalla.
- Eiwen, devi rimane a letto-
- Ho già riposato abbastanza. Dobbiamo trovare Hurian e riprenderci il talismano prima che sia troppo tardi. -
- Partiremo domani.-
Kairi si tolse la casacca sporca e dopo essersi dato una pulita se ne mise una pulita. Eiwen lo fissava. Aveva una bella corporatura e i muscoli incorniciavano le braccia possenti.
Aveva delle cicatrici lungo la schiena. Cicatrici da battaglia, proprio come le sue. Prima che Kairi si accorgesse che lei lo stava osservando, Eiwen si voltò, cercando di guardare altrove.
Le porse un asciugamano pulito, facendole capire che doveva darsi una pulita. Cercò di dargli le spalle mentre si toglieva il corpetto. La ferita era ben pulita e bendata. Si passò le dita sulla fasciatura e toccò la ferita. Le dava fastidio, ma il dolore era quasi svanito.
Si sentiva osservata e voltando leggermente lo sguardo notò che gli occhi del druido erano fissi su di lei. Si vestì velocemente, un po' imbarazzata.
- Mi hai salvata- gli disse
Lui non rispose. Avvicinò lentamente le sue labbra su quelle di Eiwen. La baciò.
Un bacio appassionato. Aveva delle labbra morbide e una pelle rosea liscia. Le strinse le spalle portandola vicina a sé.
Eiwen aveva le farfalle allo stomaco e un misto di piacere e paura l' avvolse. Era la prima volta che provava emozioni del genere. Si staccò da lui, da quel bacio rovente che le faceva vibrare l'anima.
- Scusa- gli disse allontanandosi.
Le gambe le tremavano. Non voleva andare oltre, non poteva. La missione era più importante.
Guardò Kairi negli occhi. Occhi pieni di passione. - Buonanotte Kairi- gli disse dandogli un bacio sulla guancia e mettendosi sotto lenzuola continuando a pensare a quanto fosse stato bello il suo primo bacio. A quanto fosse stato bello baciare Kairi.

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