Capitolo XXVII

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Finalmente il sole sorse all’ orizzonte. Fu una notte agitata per Eiwen, che la passò a girarsi e rigirarsi nel mantello senza riuscire a riposare. La voglia di partire era tanta e aspettare la faceva innervosire.
Dentro di sé, percepiva che qualcosa non andava. Pensava fosse la paura, che la sua mente le stesse giocando un brutto scherzo. 
Fissava le fronde degli alberi ad est, aspettando che il cielo cambiasse i suoi colori.
Man mano che il tempo trascorreva, il cielo si faceva sempre più chiaro, sino a quando il roseo albeggiante donava vita alla Foresta Focosa.  Restò immobile ad osservare il cielo. Con molta probabilità, quella era l’ultima volta che ne poteva godere della sua meravigliosa bellezza.
Il suo tempo stava giungendo al termine. Prese respiri profondi, assaporando i sapori della natura circostante.  Ne percepiva gli odori, che le riempivano le narici, regalando alla mente sensazione che non aveva mai provato prima. Sentiva la pace dentro di sé e il suo corpo si stava rilassando. Chiuse gli occhi e vide le sue terre. Vide suo Euris, seduto sul trono con lo sguardo triste. Vide Tyara, la sua migliore amica, che nella sua stanza, brandiva una spada, colpendo un fantoccio appeso al muro. Vide i suoi abitanti trascorrere un bel pomeriggio soleggiato tra le vie della città.
Quando le mancavano.
Riaprì gli occhi. Erano tristi. Sapeva che non avrebbe mai più riabbracciato la sua famiglia. Ma doveva comunque continuare la sua missione.
Si voltò verso Kairi, ancora addormentato accanto a lei. Era così bello e così dolce. Avrebbe voluto trascorrere ancora molto tempo insieme a lui. Non le importava se non aveva trovato alcun rimedio per salvare la sua vita, lo aveva accettato. Lo amava tantissimo allo stesso modo.  Lui aveva fatto molto per lei. Ed ora, era compito suo compiere il suo destino. Gli diede un bacio sulle labbra e si alzò. Si diresse verso  la sorgente e  spogliandosi dei suoi abiti, si immerse nelle sue acque gelide del mattino.  Aveva bisogno di adrenalina per iniziare la giornata. Cosa c’era di meglio di un bagno freddo?
Quando riemerse, nessuno avrebbe potuto distinguere le lacrime dalla pelle bagnata. Il suo volto guardava i suoi compagni ancora assopiti. Avrebbe pianto sino allo sfinimento, e cosi facendo si sarebbe liberata dell’ enorme peso che si portava dietro, ormai da troppo tempo.
Si immerse nuovamente e aprì gli occhi. C’era un altro mondo la sotto. Le creature che ci vivevano erano le cose che si avvicinavano di più ad un pesce. Ma a differenza di pesce normale, questi non erano fatti di squame, ma avevano una pelle liscia e colorata. Non possedevano pinne, ma piccole zampette.
I coralli colorati erano le loro case e illuminavano i fondali.
Non avrebbe mai pensato che potessero esistere luoghi tanti belli.
Iniziò a mancarle l’ ossigeno. Riemergendo vide Silverin che la stava aspettando sulla riva della sorgente. Kairi era seduto, ancora assopito, come se si fosse appena destato dal suo sonno. In effetti, era molto tempo che nessuno dormiva così bene.
- Hai visto che meraviglie può nascondere un luogo tanto piccolo?-  chiese Silverin
- Si. È bellissimo. – disse Eiwen con toni lieve.
- È un mondo magico. Le creature che ci vivono danno vita a ciò che vive qui intorno. Danno vita a me, alla foresta.-
- Ed è per questo che non puoi venire con noi, vero?-
- Sì. Io vivo grazie a loro, e anche la mia magia continua ad essere potente grazie alla loro essenza. Questi luoghi mi hanno permesso per moltissimi anni di proteggere e tenere la sicuro la spada, come voi elfi avete tenuto al sicuro il talismano. –
Eiwen le sorrise sinceramente.  Uscì dalle acque fredde e si rivestì. I suoi lunghi capelli color corvino, tirati indietro ancora grondavano d’acqua, ma appena i primi raggi del sole spuntarono dalle cime degli alberi, si asciugò in un battito di ciglia. Rimase per un attimo sorpresa, ma poi ricordò che sono acque magiche.
- Venite con me! – disse Silverin. – Aryo, tu resta qui.-
I tre si diressero all’ interno del bosco raggiungendo l’altare, dove era custodita la spada di Tandur. La Dama Druida prese con delicatezza la lama e la porse ad Eiwen.
- Ti concedo la grazia di possedere la spada dell’ antico. Di colui che mandò nel mondo oscuro la creatura. Con essa potrai uccidere la bestia, ma prima di allora, dovrai trovare il talismano, incastonarlo nell’ elsa e, allora, solo in quel momento otterrai il potere di ucciderlo.  Ma ci sarà un prezzo da pagare.-
- La mia vita!- disse sicura di sé – troverò il talismano e porterò a termine il mio destino.-
- Penso che non sia necessario trovare il talismano.- disse Kairi, mettendosi una mano nella tasca destra del pantalone estraendone una pietra dal colore bianco e con una pupilla rossa incisa in alto e un serpente verde-argento con lei. Era il Dukas, il talismano della morte.
- Come lo hai avuto?- chiese Eiwen perplessa
- Durante la lotta a Ganrio, mi sono imbattuto con Walyh, il loro re. Nella lotta sono riuscito a sottrargli il talismano che teneva appeso al collo. Poi ci fu il crollo e la loro ritirata. –
- Avranno pensato che sia andato perduto- disse Silverin
- È quello a cui ho pensato.-
- Ma non hai pensato che potesse essere una trappola per seguirti- sbottò Eiwen con rabbia
- Ma non è successo –
- È vero, non è successo. Ma è stato un rischio che doveva correre. Abbiamo guadagnato tempo ed ora incastona la pietra.- disse Silverin
Eiwen, prese il Dukas dalle mani dell’ uomo. La fissava con occhi intimoriti.
“ Cosa succederà quando la pietra sarà un tutt’uno con la spada” si chiese.
Le mani le tremava e lentamente la incastonò nell’ elsa. Una fortissima luce rossa abbagliò i loro occhi costringendoli a coprirli.
- Ora la spada è pronta a uccidere la creatura –
- Sono pronta-
- Un’ ultima cosa. Non sei sola in questa battaglia. Ogni passo che farai, lo farai per due. –
- Non capisco.-
- Il bambino che porti in grembo non ti donerà la salvezza. Ma potrai contattare per lui.-
I due rimasero in silenzio. Kairi le mise una mano sul ventre e guardò Silverin.
- Si Kairi. Lei porta un grembo il frutto del tuo seme. Tuo figlio.  Non siate tristi. Lui vivrà attraverso la magia degli spiriti. La sua essenza sarà viva, sempre. Ed ora andiamo.-
Uscirono dalla foresta senza dirsi una parola. Non volevano parlarne. Per Eiwen era un duro colpo e Kairi avrebbe perso entrambi. Nessuno parlò di ciò che era successo e si concentrarono sulla partenza.
- È giunta l’ ora- disse Silverin.
Fissò le acque della sorgente e con tono lieve pronunciò la formula che le permise di aprire il portale.
- Marim finum- disse  creando il braccio il portarle che gli avrebbe permesso di arrivare a Salin
- Ed ora andate. Una volta terminata uccisa la creatura, riportatemi la spada.-
- Grazie per il tuo aiuto Silverin.- disse Eiwen prima di entrare nel portale.
- Buona fortuna- bisbigliò Silverin prima di chiudere il portale.

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