Capitolo XXIV

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Le fronde degli alberi si spalancarono mostrando ai presenti il limpido cielo serale. Gli ultimi raggi di luce colpirono quell’ amore tanto forte, che all’ inizio sembrava impossibile. Stretti in un abbraccio tanto forte che non riuscivano a staccarsi per paura di perdersi di nuovo. Incurante della ferita alla gamba che bruciava come se fosse tra le fiamme dell’ inferno, sta lì, in piedi, stringendo la sua amata.
La paura di averla perduta, gli aveva fatto attraversare la foresta senza fermarsi. Con la voglia di arrivare a destinazione e rassicurare il proprio cuore.  E così fu, lei era lì, con Aryo che era riuscito a portarla in salvo, lontano da Ganrio, la Torre dei Druidi, lontano da quella guerra dove avrebbe potuto perdere la vita prima che fosse pronta alla vera battaglia, ad allenarsi per tirar fuori tutta la magia che portava dentro di sé, quella magia che gli aveva trasmesso Sarius alla nascita.
- Ho creduto di averti perso. – disse Eiwen non appena riuscì a calmarsi.
L’ ultima volta che lo vide era inseguito dai nemici, feroci e spietati, con le armi sguainate pronte ad ucciderlo. E poi il crollo, un fumo di polvere che si innalzava contro il cielo. La disperazione la aveva assalita a tal punto di non vedere speranza di vittoria e aveva solo voglia di buttare tutto al vento.  Senza di lui non vedeva futuro, solo una vita grigia, vissuta nel rimorso.
- Non sai quanto io sia felice di vederti, Eiwen. Rivedere il tuo sguardo e il tuo sorriso, mi riempiono di gioia. - 
Gemette per il dolore alla gamba che lo costrinse a sedere a terra. Eiwen gli strappò il pantalone sino al ginocchio, mostrando alla luce la lunga ferita.
Il lungo cammino da Ganrio alla Foresta Focosa, aveva fatto si che la ferita si riaprisse e venisse infettata dalle polveri degli indumenti sgualciti dalla battaglia.
Silverin gli di avvicinò controllando la gravità della ferita.
- Il taglio si è infettato, ma non rischia la vita. Con un po’ di cure ti rimetterai presto, Kairi. - disse la guardiana. – Poco più ad est c’è una piccola sorgente d’acqua, dove crescono piante medicamentose. Portiamolo lì e potrò farvi ancora il mio aiuto.-
Aryo aiutò Eiwen a sorreggere il padre e lo accompagnarono alla sorgente. Arrivati, rimasero esterrefatti da quel paesaggio meraviglioso. Era un luogo magico,  abitato dalle piccole fate dei boschi. I suoi colori vivi, che spaziavano tra il rosa e il viola, brillavano alle luci del tramonto.  Era un luogo bellissimo. Non Avrebbero mai immaginato di vedere un luogo tanto bello, in una foresta tanto angusta come quella. Ma era pur sempre magico.
Lo fecero sedere su una roccia accanto alla sorgente. Silverin andò a prendere una brocca di acciaio poggiata di un piccolo altare sulla riva della sorgente. Lo riempì d’acqua e mormorò parole che alle orecchie di Eiwen erano incomprensibili, prima di versarla sulla ferita di Kairi.
Ne prese ancora e questa volta gliela fece bere. Le più piccole ferite presero a rimarginarsi, mentre quelle più profonde avrebbero messo più tempo per la guarigione.
- Grazie- le disse
- La donna che ami e che hai mandato da me, ha mostrato tanta caparbietà e forza per affrontare questa battaglia. Ha dimostrato di essere un grado di utilizzare con estrema efficienza, la magia degli elementi.  Sono disposta ad affidarle la spada di Tandur, ma ad una condizione.-
- Quale?- chiese Eiwen
- Che uccidiate la creatura e riportiate la spada da me-
- Vorremmo che venissi con noi. La tua presenza sarebbe utile per sconfiggere il nemico.- disse Aryo
- Non è possibile.  La mia vita è legata a questi luoghi e se  uscissi dalle mie terre, tutto ciò che vedete, smetterà di esistere.  Ma non temete per la sorte delle vostre vite. Eiwen ha tutta la forza per potercela fare.  Deve solo credere di più in sé stessa.-  disse ad Aryo che la guardava sorpreso. Poi si rivolse ad Eiwen. -Hai vissuto per molto tempo incolpandoti di qualcosa di cui ti non avevi colpa. Mandai io Kairi a salvarti la vita. Ho sempre visto in te un enorme potenziale per essere come me. Potente e infida come il mare. Più forte della terra e terribile come l’ aria. Ed ora che ho gettato le basi, tu puoi essere chi vuoi.,-
- Ma io …-
- Ricorda chi sei, Eiwen. Sei figlia di tuo padre. Uno dei più potenti al mondo. Con la tua agilità e la tua forza potrai farcela. Io lo so….-
Eiwen annuì cercando di convincersi delle parole che la Dama Druida le disse.  
- Passerete qui la notte. Domattina continueremo la lezione sul controllo degli elementi.,- disse Silverin prima di svanire tra le ombre degli alberi.
Eiwen si sdraiò accanto a Kairi che già era caduto in sonno profondo, causato dalla stanchezza dei giorni passati. Rimase ad osservare il suo sonno, accarezzandogli dolcemente i capelli, sino a quando anche lei, non si addormentò in un sonno profondo.

Le prime luci dell’ alba destarono il sonno di Eiwen. Era da molto tempo che non riposava così bene. Si sentiva carica e piena di energia.   Si voltò verso Kairi che ancora era assopito.
“ Riposa mio amato.” Pensò  “ hai speso tanta energia per me, ed ora e giusto che tu riposi”
Si sedette e allungò le braccia al cielo. Il fresco del mattino le accarezza il viso. Era una sensazione che non percepiva da molto tempo. Era difficile in quel periodo buio, godere delle piccole cose.
Sentiva le acque delle sorgente sbattere delicatamente contro la riva. Si voltò per osservare la sua bellezza e vide Silverin che usciva dalle sue acque. 
Le due donne si scrutarono senza dirsi parola, ma Eiwen sapeva già che doveva dirigersi nella foresta.  Prese un po’ d’acqua dalla sorgente con le mani e guardò il suo riflesso.
“Se la bevo le cicatrici spariranno” pensò.
Ma nulla cambiò. Le cicatrici erano troppo vecchie per guarire del tutto. Sarebbe rimasta così per tutta la sua vita.
Si alzò un po’ delusa, ma determinata nel riuscire a portare a termine la sua missione: dominare gli elementi. Iniziò ad utilizza ciò che aveva appresso con Kairi nei boschi della Torre.  Era sola, Silverin non era ancora con lei, o almeno così credeva. La Dama Druida la stava scrutando da lontano, osservando ogni sua piccola mossa. Le sue tecniche erano migliorate e anche la sua caparbietà. Le prime ore del mattino le passò da sola, cercando di  mantenere un equilibrio mentale con tutte le forze e le energie che la circondavano.
- Sei molto brava-  disse Silverin
- Dovevi aiutarmi o sbaglio –
- Io ti ho aiutata. Ti ho osservato da lontano. Ok tuo compiuto era quello che creare equilibrio tra te  e il mondo. Con esso, puoi imparare ad utilizzare la mia degli elementi, controllandoli a tuo piacimento.,-
- E come?-
- Con la forza che ti porti dentro- le disse mettendole una mano sul petto. – Ciò che ci guida è proprio qui. Sta a noi decidere come usare il nostro potere. Se per il bene che per il male. Tu hai tanto bene da donare al mondo, nonostante la rabbia che ti sei portata dentro per molte lune.-
- Non capisco-
- Fai come me. Prendi un bel respiro…. Concentrarti si ciò che ti circonda e lasciato avvolgere dalla sua energia.- In quel momento un vento le avvolse. – Ora prova tu-
Eiwen seguì ciò che le aveva appena detto Silverin concentrandosi sulle energie della natura. I rami degli alberi cominciarono a muoversi, scendendo verso di lei, avvolgendo il suo corpo in un abbraccio delicato.
- Ci sono riuscita! - esclamò felice
- Sì. La tua energia e l’ energia degli alberi si sono fuse tra loro, diventando un tutt’uno con te.-
- E tutto ciò vale anche per gli altri elementi?-
- Esatto!-
- Ma se volessi padroneggiare l’energia del fuoco, che in quel momento non è presente, è possibile?-
- Mia cara Eiwen. Devi conoscere che tutte le energie sono presenti nella natura. All’interno di un filo d’erba, possiamo trovare tutti e quattro gli elementi.-
- Ho capito –
- Vorrei che provassi a richiamare l’energia del fuoco da questo semplice fiore.-
Eiwen la guardò titubante.
- Ce la puoi fare- le disse
Eiwen si concentrò chiudendo gli occhi. Ma non riuscì. Riprovò ancora, ancora e poi ancora, sino a che non si senti sfinita.
- È troppo difficile-
- Non ho mai detto che fosse semplice-
- La vita del mio popolo dipende da me. Di questo passo sarà troppo tardi.-
- Chiudi gli occhi e segui la mia voce. Concentrati sul battito del tuo cuore…. Concentrati sul tuo respiro lento….ispira….ed espira! Senti l’ energia che fluisce dentro di te, che scorre nel vene. Senti il fuoco che ti chiama, lo scoppiettio delle fiamme all’ interno di un camino acceso in un freddo inverno. Sentilo tra le mani,  muovilo r gioca con lui. L’ energia di appartiene ed è tua amica. Ora, Eiwen aprì gli occhi, mantenendo sempre la concentrazione.-
Eiwen aprì i suoi occhi e ciò che vide la emozionò. Aveva le mani infuocate. Erano calde ma non le bruciava la pelle. Riusciva ad agitarle senza farlo spegnere. Sul volto aveva un sorriso veramente felice, un sorriso di chi era riuscito a compiacere se stesso, portando a termine un’ impresa difficile. Guardò davanti a sé con determinazione e lanciò la fiamma contro un albero morente.
Aryo e Kairi raggiunsero le due donne dopo aver visto i progressi di Eiwen.
- Sono molto fiero di te e di ciò che sei diventata- le disse Kairi
- Ora che hai capito il procedimento puoi padroneggiare liberamente e con semplicità le energia degli elementi. Domattina ti consegnerò la spada di Tandur. Ma ho una notizia da rivelarti. La spada non funziona se il talismano con viene riposto nell’ elsa. Solo allora potrai ucciderlo.-
I presenti rimasero impietriti, facendo cadere sul Bosco Focoso un silenzio tombale.

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