Capitolo XXII

11 1 0
                                    

Scese un silenzio inquietante nella foresta e nessuno osava proferire parola. Guardavano con occhi fissi quella figura femminile vestita di bianco che avevano davanti, che a primo impatto, sembrava assomigliare ad un fantasma.
Eiwen, caduta a terra, non osava muoversi. Si sentiva bloccata d’innanzi ad una figura così potente ed autoritaria. L’energia che emanava era potentissima e faceva vibrare l’anima. 
Tutto attorno a loro sembrava immobile, come se in quell’ inferno dalle fiamme invisibili, vivesse da sola. Ma così era. Prima di bruciare la sua foresta con le fiamme magiche, aveva trasferito ogni essere vivente nelle foreste limitrofe, dove le lucciole-fatine si prendevano cura della loro salute.  Di tanto in tanto qualche filo di fumo fuoriusciva dai tronchi delle te querce, che con i loro rami fronzuti nascondevano agli occhi dei presenti, il manto del cielo.
Cercò di alzarsi, e poggiando una mano su delle pietre smussate, si bruciò la pelle.  Dalle sue labbra fuoriuscì un gemito di dolore. Ogni cosa li intorno era bollente, anche l’ aria che respiravano si stava facendo sempre più calda, rendendo loro difficile respirare con regolarità.
- Non ve lo ripeterò di nuovo. Chi siete? – la sua voce risuonò echeggiando tra gli alberi e i suoi occhi fissavano  i due viaggiatori con rabbia. Man mano che Silverin aumentava la sua ira, l’aria diveniva sempre più calda.
- Veniamo dalla Torre, mia signora- le parole di Aryo erano quasi un sussurro e mentre parlava di mise una mano sul petto dolorante. – Il mio nome è Aryo, figlio di Kairi. Lei è Eiwen, principessa del regno elfico delle terre dell’ Ovest.- disse, infine, indicando Eiwen, che faticava a reggersi in piedi. Aryo cadde in ginocchio, boccheggiando.
Le due donne si studiarono per istanti che parvero infiniti, eterni.  La giovane elfo non dava cenno di volersi arrendere e sembrava molto determinata, nonostante l’afosità che persisteva intorno a loro.  Gli occhi fissi su di lei, le labbra leggermente aperte, il respiro affannoso e il viso impregnato di sudore.
- Leggo nei tuoi occhi che non sei una minaccia, giovane elfo – disse Silverin con decisione.
La temperatura infernale si abbassò notevolmente dando loro tregua. Eiwen si inginocchiò verso il compagno per accertarsi che stesse bene. Il ragazzo alzò lo sguardo e il colorito paonazzo si stava normalizzando, proprio come il respiro.
- Cosa vi conduce nelle mie terre?-
- Siamo qui per la spada- disse con tono secco Eiwen.
- Su questo ho qualche dubbio a riguardo.-
- Ne ho bisogno –
Il tono di Eiwen stava diventando nervoso. Silverin non le piaceva molto e stava allerta ad un eventuale scontro.
- Tutti abbiamo bisogno di qualcosa, o di qualcuno per esempio .-
- Se non mi darai la spada molta gente morirà. E anche tu!-
- Tutti un giorno o l’altro siamo destinati ad andarcene da questo mondo, Principessa.- il tono di Silverin era calmo.  -  Tu per esempio, hai perduto chi ami, ma hai ottenuto anche altro in cambio-
- Come lo sai?- chiese Aryo
- Io so molto cose. Cose del passato, cose del presente e ho anche il dono di vedere ciò che potrà accadere. Ma ho imparato a non dare troppa importanza a ciò che accade al di fuori del mio confine, perché gli eventi possono comunque cambiare.-
Eiwen non ebbe il coraggio di chiedere nulla. Aveva toccato in nervo scoperto e il dolore, per lei, era troppo vicino. Ma doveva andare avanti, un piccolo passo alla volta, recuperare la spada, cercare lo gnomo e rubargli il talismano. Solo in quel momento avrebbe completato la sua missione. 
- La spada è un elemento importante per la nostra missione, mia signora Silverin. La creatura demonica, è stata destata dal suo sonno….-
- Il Rendam…..- sussurrò Silverin. – Lo avevo percepito nell’ aria che c’era qualcosa che non andava. Mandai Kairi alla ricerca del talismano, doveva portarlo da me –
- Cosa c’entra Kairi? – chiese di impulso Eiwen con gli occhi spalancati dallo stupore
- Kairi è l’ ultimo Druido a cui era stata raccontata la mia storia, per questo voi ora siete qui.  Tempo addietro, una percezione mi si rivelò nel sonno. Così decisi di mandarlo nel Regno elfico per recuperare il talismano. Ma a quanto pare, nulla è andato per il verso giusto.-
Eiwen si sedette a terra, mettendo le gambe al petto e raccontò alla Dama Druida, tutti gli eventi accaduti, sino a quel momento. Tralasciando ovviamente la storia con Kairi.  Cercava di non lasciar trapelare nulla delle sue emozioni, soprattutto con lei,  cui non si riusciva a fidare, ma il tono della sua voce la stava tradendo; la voce le tremava e si lasciò scappare delle lacrime.  Silverin, imponente dietro l’altare, ascoltava impassibile la storia che le stava narrando.
- Penso di aver sentito abbastanza. Voi non siete degni.-
- Mio padre mi ha garantito che se ti avessimo detto che ci mandava lui, ci avresti consentito di avere la spada.- sbottò Aryo, che sino a quel momento aveva mantenuto la calma.
- Nessuno dovrebbe promettere qualcosa che non si può mantenere.-
Eiwen si alzò di scatto e le si avventò addosso, tirando fuori dal fodero dello stivale di cuoio, il pugnale e appoggiandolo con forza sulla gola bianca di Silverin. – Ne ho abbastanza di te e delle tue parole. La spada me la prendo, con o senza il tuo permesso.-
Silverin con uno schiocco di dita la bloccò. Eiwen non riusciva a muoversi e nemmeno Aryo. La potenza della donna non era paragonabile a nessun altro nelle terre conosciute.  Le stava stringendo la gola solo con la forza della mente e la sollevò, lanciandola contro Aryo. Come un fantasma, volò sopra di loro, per togliere loro la vita, ma qualcosa la fermò. Sembrava sconvolta.
- Voi non siete degni di prendere la spada di Tandur. Anni addietro, gli gnomi riuscirono a riportare nel mondo dei vivi quell’ orribile creatura. Nessuno aveva le tue particolarità e con la magia, Kairi e sua moglie, riuscirono a rinchiuderlo nel mondo del sonno.  Non sei umile abbastanza per averla con così poca facilità. Devi superare delle prove prima che io ti conceda di averla.-
Aryo tirò un respiro di sollievo. Aveva creduto sino a pochi secondi prima di diventare cenere.
- Cosa devo fare? – chiese con determinazione
- Vorrei che mi mostrassi ciò che Kairi ti ha insegnato –
Eiwen cercò lo sguardo di Aryo che annuì facendole cenno di procedere. Si provò a concentrare e mise in atto gli insegnamenti che Kairi le aveva impartito.  Silverin, aumentò la difficoltà, creando una simulazione di combattimento. Tutto attorno a loro, ci erano spettri pronti ad attaccarla, spettri che arrivavano da ogni direzione.  Uno la prese per la caviglia facendola cadere all’indietro.
- Ti ha insegnato bene. Se molto brava, ma devi essere più concentrata. Il nemico può attaccarti da ogni parte, persino da sotto il terreno. Vedo la tua determinazione e quanto tu sia potente.  Non sei un semplice Elfo.-
- Mio padre era un Druido. Il suo nome era Sarius.-
- Conoscevo la sua bravura. Ed ora il suo potere è passato a te – le scappò un sorriso
Ripresero la prova e vedendo che Eiwen aveva imparato la lezione decide di aumentare le difficoltà. Nuvole nere arrivarono sopra la loro testa. Ma era strano perché stavano sotto le fronde degli alberi. Fece iniziare a piovere a dirotto e il terreno si fece fangoso. Ma Eiwen era determinata e combatteva contro quei fantasmi più energica che mai. Improvvisamente tutto si fece bollente e le fiamme avvolsero gli alberi.  Sentiva tutto attorno a sé ovattato e stava facendo fatica a portare a termine la prova. Ma non poteva permettersi di fallire. Chiuse gli occhi e prese le ultime energie che aveva, concentrandole sulla mente. Quando riaprì gli occhi, li aveva di colore diverso. Erano di un rosso intenso e come se nulla fosse, ebbe in controllo delle fiamme magiche. Creò un vortice di fiamme, che sbaragliò gli spiriti creati da Silverin, distruggendoli.
Tutto tornò alla normalità. Le nubi nere sparirono e il terreno si asciugò. Con sguardi esterrefatti fissavano Eiwen a bocca aperta. Non si aspettano una tale potenza.  
Cadde in ginocchio, quasi priva di forza. Il respiro affannoso e un dolore atroce le prese il petto.
- È normale, mia cara, anche per me fu lo stesso. Il mio mentore mi trovò e mi addestrò facendomi diventare ciò che ora sono. Tu porti in te in quattro elementi e controllarli non è facile. A differenza tua io ho avuto una vita per conoscermi…tu hai poco tempo.-
Un uomo apparve da dietro il tronco di un albero. Un uomo alto, dai capelli color corvino e la fisionomia prepotente. La casacca bianca era strappata, lasciando vedere le ferite alle braccia muscolose.
- Guarda davanti a te – le disse Silverin  con tono dolce.
Eiwen alzò lo sguardo e lo vide. Tutto ad un tratto la fatica, il dolore al petto svanirono, lasciando solo spazio all’ immensa felicità e gli occhi le si bagnarono di lacrime.
- Kairi…-  

Il Talismano della Morte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora