Capitolo XXI

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Chi è Silverin e qual è la sua storia??
Silverin nacque circa 600 anni fa, da una famiglia apparentemente alla razza umana che viveva all’ estremo sud delle terre conosciute. Vivevano sulle rive del mare e come la maggior parte della gente che viveva lì, erano pescatori. Era l’ultima di sette fratelli e, come succede nelle famiglie numerose, era spesso denigrata.
All’ età di cinque anni, perse la madre a causa di una grave malattia che circolava in quell’ epoca. Colpiva soprattutto le donne e molte perdevano la vita; quelle che riuscivano a sopravvivere, restavano menomate.
Da quel momento, iniziò il suo inferno. Dovette crescere in fretta per badare alla casa, ai sette fratelli e al padre, che spesso, non accettano i suoi sforzi. Si sentiva inferiore agli altri suoi coetanei che, a differenza sua, crescevano sereni, in un’ infanzia fatta di giochi.
Costretta a restare in casa a pulire e cucinare, osservava, nascosta dietro una finestra, i suoi vecchi amichetti, giocare sulla spiaggia di fronte casa sua.
Il giorno del suo sesto compleanno, uscì di casa per giocare con gli altri bambini, festeggiando il suo compleanno. Ma quella piccola fuga, non durò molto. Il padre era rientrato prima dalla battuta di pesca e quando la vide al di fuori dell’ abitazione, la raggiunse e con rabbia l’afferrò per il braccio, strattonandola in casa e riempiendola di botte, non appena ebbe chiuso la porta. 
Da quel momento, nessuno vide più Silverin giocare. Aveva perso il sorriso e la bellezza di una bambina dai capelli color oro e dagli occhi perla.
Gli inverni passavano e gli anni scorrevano inesorabili. Silverin era costretta a restare in casa e non aver contatti con nessuno. Le era stato vietato anche di aprire la porta di casa. 
Quando ebbe compiuto sedici anni, le diedero il permesso di uscire solo per andare al mercato dietro casa per comprare frutta e verdura. Si sentiva osservata dagli occhi indiscreti della gente e  camminava a testa bassa.  Mormorii delle vecchie amicizie le facevano male, peggio della cinghia dei fratelli sulla schiena.  
Quel mattino uscirono in mare all’ alba, lasciandola sempre da sola. Entravano e uscivano quando volevano, senza mai rivolgerle parola, se non per umiliarla.  Uscì poco dopo di loro, disubbidendo alle regole del padre. Non molto distante dalla loro casa, c’era un piccolo boschetto, dove più a nord vi era un’ altissima scogliera. Si diresse proprio lì, pronta a buttarsi nelle acque gelide, catapultando il suo corpo nelle forti corretti che l’avrebbero scagliata contro le affilate rocce, uccidendola.  
Si mise sul bordo, guardando sotto si lei le acque inquiete del mare. Il vento freddo del mattino le scombinava i lunghi capelli divenuti color argento.  Si sentiva osservata e si voltò di scatto. Vide un uomo con la folta barba bianca asservarla.
- Chi siete?-
- Il mio nome  Merinor, druido della Torre. Ti stavo cercando.-
- E per quale motivo?-
- Per portarti via di qua e addestrati, facendoti diventare un druido come me-
- Tu mi stai prendendo in giro. Come tutti in questo posto maledetto. Al posto di aiutarmi a fuggire da quei mostri, si nascondono dietro un dito, lasciandomi morire dentro. Appena mi vedono si fanno beffa di me, del mio aspetto, per come sono diventata.-
- Il tuo colore sei capelli è cambiato a causa della mancanza all’ esposizione al sole. E i tuoi occhi sono spenti perché sei triste e sola. Io non sono qui per prendermi gioco di te. Sono stato qui per motivi personali, e ti ho vista. Ti ho seguita per giorni e ho notato come vieni trattata. Ti sto offrendo il mio aiuto, e non solo. Ti offro una famiglia.-
- Tu menti- disse Silverin voltandosi verso il mare e sporgendosi ancora di più dalla scogliera.
- Ti dirò cosa capiterà se farai quel passo. Il tuo corpo entrerà a contatto con le acque fredde del mare di inverno, andando in ipotermia in pochi minuti. La corrente ti risucchierà e il respirò inizierà a mancare. Le onde ti travolgeranno, scagliandoti dolorosamente contro la scogliera, ferendoti la carne. Sentirai molto dolore perché sarai ancora viva quando tutto ciò accadrà.-
Lei rimase ferma, immobile a pensare alle parole del vecchio.
- Mi stai dicendo la verità?-
- Si. Se accetti, partiremo domani all’ alba-
Silverin annui con il capo. Aveva paura di ciò chee stava per capitare, ma se il vecchio aveva ragione, le aspettava una nuova vita.  Si diresse a casa, sperando che nessuno la vedesse. 
Tutta la giornata si svolse nella sua routine quotidiana.  Svolse le sue mansioni come se nulla fosse e nascose nella sua stanza una sacca da viaggio che aveva rubato al padre, con un po’ di abiti da viaggio.  La sera aspettò nella sua stanza che tutti andassero a dormire e appena si rese conto tutti dormivano profondamente, prese la sua roba e se ne andò via correndo, raggiungendo Merinor dove si erano incontrati quel giorno.
Passarono gli anni e lei divenne uno dei Druidi più potenti della Storia dei Druidi. Divenne così, dopo la morte del suo Maestro, Merinor, la custode eterna della Torre dei Druidi.
Combatté molte battaglie e dopo anni decise di ritirarsi al di fuori del bosco magico.
Dopo il primo scontro con il Rendam, un giovane re di nome Tandur, le portò una spada. Le raccontò le vicende delle terre, ciò che era accaduto a causa degli gnomi e del Rendam. Chiese a Silverin di custodire quella spada, in modo che non andasse persa con gli anni. 
La donna accettò e convocò Merinor per esporre la sua idea per celare  la spada al mondo. Il suo compito era quello di tramandare la storia solo ad un diretto discendente, solo uno per generazione. Mentre lei avrebbe custodito la spada su un altare al centro del suo bosco e avrebbe bruciato, con il fuoco magico, tutto attorno per ingannare il nemico. Ma nel farlo avrebbe bruciato anche lei, in maniera che venga anche tramandato che la spada era custodita da un’ orribile creatura e non da un Druido.

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