Capitolo VIII

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Riuscirono a scappare e ad uscire dalla città. Fermarsi e combattere sarebbe stato un suicidio. Avrebbero dovuto cercare riparo e trovare un modo per difendersi e uccidere il Rendam. Corsero giù per il sentiero, ma un corso d'acqua che scendeva dalle rocce, creato dalle innumerevoli piogge, e rendendo il terreno imprevedibile, fece scivolare Eiwen che cadde nel burrone. Kairi non riesci ad afferrarla in tempo e la vide cadere nel buio.


- Eiwen - gridò più volte il suo nome.


Una squadra di gnomi era dietro di lui che cercavano di raggiungerlo. Sguainò la spada dal fodero di cuoio e si mise in posizione. Gli gnomi si abbatterono su di lui trovando solo il ferro ad accoglierli. Uno ad uno perirono sotto i colpi della spada. Non fu necessario usare la magia, era solo un piccolo gruppo. Il tintinnio delle lame che si colpivano e le urla degli gnomi che cadevano echeggiavano tra le montagne. L' ultimo perì e il silenzio tornò. Rimasero solo lui, il respiro affannoso e la pioggia che batteva. Nessun altro gnomo cercò di attaccarlo.


" Perché?" Pensò


" Cosa brameranno?"


Poco importava. Doveva trovare un modo per raggiungere Eiwen. Sperando che sia ancora viva o non l'abbiano trovata gli gnomi per primi.


Corse giù per il sentiero più veloce che poteva, ma stando attento a non scivolare giù per il dirupo rischiando la morte.


Doveva trovarla, le aveva promesso che l'avrebbe protetta, ma non la mantenne.


" Sono stato uno stupido. Non l' ho protetta. Devo trovarla a tutti o costi, non posso permettermi di perdere anche lei"


Superò la frana con non poca difficoltà stavolta. Il terreno argilloso faceva che tutto attorno fosse instabile. Ma non era l' unico ostacolo; doveva scendere dal sentiero. Dovette fare presa più che poteva al muro per cercare di non percorrere il sentiero rotolando.


Scivolò e batté la testa. Il sangue sgorgava dalla ferita colorandogli il volto. Si sentiva confuso e la vista gli si era annebbiata. Provò ad alzarsi in piedi ma faceva fatica a muoversi. Non ricordava cosa stesse facendo e del perché fosse lì. Si guardò intorno alla ricerca di qualche indizio.


" Cosa ci faccio qui? Ma soprattutto dove mi trovo?"


Non trovava risposta. Si toccò la fronte con la mano. Un dolore lancinante gli fece stringere lo stomaco. Si guardò la mano insanguinata.


Si strappò un pezzo di lembo dalla casacca e se lo legò sulla fronte come se fosse una fascia.


Continuò la discesa lentamente, senza ricordarsi dove stesse andando. Arrivò alla fine del sentiero senza incontrare anima viva.


Quel posto gli era familiare, ma perché? In lontananza un cavallo bianco gli si avvicinò con tanta maestosità. Poco più indietro un secondo cavallo.


Piano piano, iniziava a ricordare. L'oste che si lamentava di un viaggiatore, i cavalli comprati dallo stesso e un bacio appassionato con una donna bellissima davanti alla finestra.


Aveva dei flash, dei ricordi cui non sapeva spiegare. Salì sul cavallo e parto via, lasciando quelle terre desolate senza ricordare come ci fosse arrivato. Varcò il confine sostando sulla riva del fiume. Si tolse il lembo sporco di sangue e si pulì la ferita.


Si mise a riposare tra i freschi fili d'erba e si addormentò. Oramai era buio e proseguire verso casa gli sembrava ridicolo.


La stessa donna gli apparve nel sonno ma stavolta era morta. Sembrava un morto che cammina, ricoperta di ferite e sangue.

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