Salin, piccola città di confine elfica sulle rive del Grande Mare, non molto distante da Naët, la capitale, immersa nel verde boschivo e che affacciava sulle sponde del mare.
Le grandi barche bianche erano ormeggiate nel porticciolo davanti alla città.
Era una cittadina tranquilla, che viveva in serenità e armonia. Veniva chiamata la città bianca, in quanto le abitazioni, erano interamente costruite di legno bianco. Le dame della città, nonché mogli degli uomini dell’ esercito del mare, erano anch’esse vestite di bianco, e portavano tra i capelli delle perle argentee che il mare gli donava. Amavano la musica, e nelle lunghe sere estive, non appena tramontava il sole, il popolo elfico del mare si radunavano sulla spiaggia sabbiosa a suonare l’ arpa. Il sole tramontava , e loro davano il benvenuto alla Luna, ballando e suonando sotto le stelle.
Ma negli ultimi tempi, le cose erano cambiate radicalmente. Da quando il talismano era stato rubato, gli uomini dell’ esercito del mare, era dedito a proteggere i confini e le donne e i bambini erano pronti all’ evacuazione di massa, verso le isole di Farlyn.
I tempi dei balli era terminato, lasciando spazio alla paura di non vedere un nuovo sole sorgere.
Il capitano dell’ esercito del mare, Mersis, un uomo imponente e sicuro, cercava di rassicurare la sua gente, nonostante la speranza si stava dissolvendo. Nonostante era spesso in contatto con il re, Euris, non aveva mai notizie di Eiwen e del talismano. Per quando ne sapeva, sarebbe potuta essere stata uccisa, o nelle migliori delle ipotesi, la creatura era stata destata dal suo sonno e la piccola spedizione, cercava un modo per rimandarla nel mondo antico.
Ma nessuno ne aveva la certezza. Alcune voci, mormoravano di aver visto la bestia aggirarsi nelle terre degli uomini, altri di aver visto un essere dalle grandi ali nere sorvolare i boschi ai confini del regno. Ma la cosa che sapevamo per certo, era che la torre di Ganrio era andata perduta.
Le strade erano percorse giorno e notte da uomini armati. Si respirava aria di tensione e la paura risiedeva nel cuore di ogni abitante.
Quel giorno, per tentare di smorzare la tensione negli animi, il capitano Mersis, assieme alla sua sposa, decisero di organizzare una serata sulla spiaggia. Le fanciulle avrebbero suonato l’ arpa come ogni sera, prima di quell’orribile vicenda. La popolazione di ritrovò al tramonto, ma con l’angoscia nel cuore.
Con le mani tremanti, le fanciulle iniziarono a impartire le prime note e gli uomini accesero un piccolo falò. L’ inquietudine sparì tra le note e i canti, lasciando spazio alla serenità. Il crepitio del fuoco accese gli animi festosi della gente, che iniziò a danzargli attorno. Le risate riecheggiava tra i tronchi della foresta trasportate dal vento del mare.
La notte passò lasciando spazio ai colori vivi dell’ alba, dipingendo il cielo di arancio. I carboni del falò erano ancora accesi, facendo fuoriuscirne un leggero fumo, e la gente ci dormiva accanto.
Gli elfi si destarono dal loro sonno e videro qualcosa attraversare la sabbia e dirigersi verso il mare.
Una creatura dall’ aspetto umanoide e dalla pelle squamosa saltò fuori dalle acque trascinando con sé alcune donne. Le acque del mare, una volta di un colore blu intenso, ora erano una pozza di sangue.
Rimasero immobili, basiti e increduli per ciò che avevano appena visto. Non avrebbero mai pensato che esistesse una tale creatura nel mondo in cui vivevano. Ricordavano di una leggenda che veniva raccontata di generazione in generazione, ma non era solo una leggenda. Un uomo, durante il suo giro di perlustrare, ne trovò uno carbonizzato. Quella creatura viveva in un acquitrino ai confini della foresta e non poteva trovarsi lì. Era morta.
Quanti potevano esserci?
Gli uomini sguainarono le spade, non appena la creatura riemerse dalle acque. Ma era veloce e tremendamente forte.
Una freccia colpì una donna alla schiena, uccidendola all’ istante. Dal buio della foresta uscirono allo scoperto l’esercito gnomico.
Erano circondati. Venivano attaccati sia dai boschi dagli gnomi, che dal mare da quella creatura. Mettere in salvo le donne e i bambini era impossibile. Ne provò a salpare una, ma affondò poco dopo, tra le grida Innocenti dei bambini.
Il Rendam fece in suo ingresso poco dopo. Iniziò a distruggere tutto ciò che aveva davanti, bruciando le abitazioni, uccidendo e divorando.
Le difese degli elfi furono inutili. La battaglia durò poche ore, lasciando in quel luogo, un tempo fatto di pace, solo sangue e morte.
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Il Talismano della Morte
FantasyEiwen, principessa del Regno elfico dell'Ovest, affiancata da un potentissimo Druido, si trova ad affrontare una pericolosa creatura che minaccia la sua terra e un nemico che ritorna dal suo passato. Riuscirà Eiwen a riportare la pace?