16. Tell me we weren't just friends

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Abby

Era il tanto atteso giorno della partenza e, mentre me ne stavo seduta affianco a Katie, osservavo i nostri compagni vagare all'interno dell'aeroporto impazienti di partire. E insieme a loro, anche Katie non faceva altro che controllare lo schermo sopra le nostre teste, aspettando solo l'annuncio del nostro volo.

Stavo per dirle di calmarsi, ma proprio in quel momento vidi la squadra di basket varcare le porte automatiche dell'edificio.

Il primo che notai fu Josh; camminava a testa alta con il suo solito sorriso sulle labbra. Quel sorriso che avrebbe potuto rallegrare chiunque, per quanto contagioso.

Non appena incontrò il mio sguardo in mezzo alla folla non esitò a lanciarmi un occhiolino.

Il solito cretino.

I miei occhi subito dopo si posizionarono su alcuni suoi compagni di squadra, di cui la maggior parte neanche conoscevo il nome. L'ultimo a varcare la soglia fu il capitano della squadra, facendo voltare immediatamente tutte le persone che si trovavano attorno a noi.

Come biasimarle, però. Dave ha sempre avuto un fascino sopra il normale, attirando involontariamente tutte le attenzioni su di lui.

«Ma quando cavolo ci fanno fare il Check-in?» si lamentò Katie agitandosi sulla sua sedia.

«Che ne dici se ti vado a prendere qualcosa da mangiare? Sembri piuttosto nervosa» tutti sapevano che l'unico modo per calmare Katie Miller era darle del cibo. Specialmente se si parlava di dolci.

«Sì, grazie» mi mostrò il suo sorriso perfetto prima di lasciarmi un bacio sulla guancia.

Così mi alzai da quella sedia, forse per la prima volta da quando eravamo entrati lì dentro, per avviarmi verso un distributore automatico. Cercai con lo sguardo qualcosa con cui nutrire quell'animale impazzito, scegliendo degli M&M's.

«Felice che ci sia anche tua sorella in gita, Miller?» con la coda dell'occhio notai alcuni cestisti raggruppati, tra di loro intravidi anche Dave.

«Sicuramente Mark è felice, o sbaglio?» scherzò un biondino, beccandosi una gomitata da parte di Dave.

«A proposito, che c'è tra te e la bionda?» aggrottai la fronte e, sempre cercando di non farmi notare, provai a ricavare più informazioni possibili da quella conversazione.

«Ma chi? Con Collins?» si intromise un altro.

«Ma di cosa state parlando?»

«Vi abbiamo visti piuttosto vicini nell'ultimo periodo».

A quell'affermazione sgranai gli occhi infastidita.

Davvero girava quella voce a scuola?

«Sbagli. Tra me e lei non c'è nulla, è solo la migliore amica di mia sorella».

Se pochi secondi prima speravo in una sua negazione, ora invece osservavo il distributore piuttosto turbata.

Quindi ero solo quello? La migliore amica di sua sorella?
Non si era neanche degnato di dirgli che eravamo amici.

Mi allontanai infastidita da quel luogo, con il solo desiderio di rifugiarmi al più presto in hotel.

Passai con davvero poca delicatezza il pacchetto di cioccolatini a Katie, che mi guardò confusa.

«E ora che hai?»

«Niente. Zitta e mangia».

E così fece, lasciando me e i miei pensieri da sola.

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