25. Someone who loves you wouldn't do this

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Abby

Non parlavo con Dave dal giorno prima.
O almeno, quando lo facevo, gli rispondevo a monosillabi.

«Sembra parecchio interessato il tuo fidanzato, non sarà difficile come previsto».

Quella frase, insieme alla scena a cui avevi assistito in mensa, erano impresse nella mia mente come un chiodo fisso.

«Quindi, riassumendo tutto» Katie era venuta a casa mia per prepararsi prima di quello stupido ballo di beneficienza. «Mio fratello ha parlato con Maddison, gli è stato appiccicato tutto il tempo e lei ti anche detto che lui sembra interessato?».

Annuii, continuando ad applicare il mio rossetto rosso sulle labbra.

«A me invece sembra tutto una grandissima cazzata».

Sbuffai, trattenendomi dal passare una mano sul mio viso, altrimenti avrei rovinato tutto il duro lavoro della mia amica.

«O almeno, l'ultima parte è sicuramente una cazzata. Ma alla prima ho assistito anche io, per questo ti aiuterò»

«A fare cosa?» aggrottai la fronte.

«A vendicarti, no?».

Mi girai nella sua direzione per lanciarle un'occhiataccia.

«Dai, divertiamoci un po'. Mio fratello deve imparare a non fare più il coglione» mi sorrise.

Scossi la testa davanti quella follia.

«Non devi fare nulla di che» continuò lei, «solo scatenarti. E farlo morire di gelosia» disse, applicandomi l'ultimo strato di mascara.

Mi aveva truccata, pettinato i capelli in uno chignon ordinato e prestato un suo vestito bordeaux, con una spaccatura sulla gamba destra. Quest'ultimo era abbinato alla maschera del medesimo colore, contornata da alcuni dettagli doro.

«Vestita così lo farai morire, cazzo» mi lanciò un occhiolino prima di tornare a sistemarsi il suo, di vestito.

Indossava un abito lilla, abbinato a una maschera bianca. I capelli mori e mossi erano sistemati da un lato del suo viso.
Sembrava letteralmente una principessa.

«Pronta, sole?» mi prese sottobraccio per uscire dalla mia stanza.

«Sì, pronta».

🌑

Katie guidò fino a scuola, rischiando di farci ammazzare dieci volte.

«Oh, mio Dio, siamo vive» mi tastai incredula, facendole alzare gli occhi al cielo.

«Finiscila».

Scesi dall'auto seguita da lei, infilandomi la maschera che già non sopportavo più.

«Mi raccomando, divertiti» mi sussurrò una volta entrate nella palestra, allestita perfettamente per la serata.

Vagai per la stanza senza meta, fina a quando non incontrai le sue iridi scure. Bello da far paura nel suo completo elegante, il volto coperto da una maschera nera.

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