7. Tell me all the ways to stay away

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Questo capitolo è un po' più pesante degli altri verso la fine, se volete potete tranquillamente saltare il flashback🤍

Abby

Ero sdraiata sul letto di Katie, schiaccata tra lei e suo fratello, mentre sulla TV scorrevano delle immagini orribili.

Odiavo i film horror con tutta me stessa. Infatti, sin dall'inizio del film, ero infilata sotto le coperte rosse della mia amica, al riparo da qualsiasi pericolo.

Dave si prese continuamente gioco di me e delle mie espressioni, io ricambiai con delle occhiatacce.

Non era passata neanche mezz'ora, eppure il film era diventato sempre più spaventoso; la protagonista stava scappando, continuando a girarsi dal lato opposto. Svoltò l'angolo e...

«Abby, inizi a farmi male» sussurrò Dave alla mia destra, sorridendomi appena.

Solo in quel momento mi resi conto che stavo stringendo il suo braccio. Anzi, lo stavo stritolando.

«Scusa» sussurrai, staccandomi talmente veloce che sembrava avessi appena preso la scossa.

Per fortuna avevamo le luci spente, sicuramente ero rossa quanto la coperta che mi copriva.

Lui ridacchiò e poi, senza alcun preavviso, mi strinse la mano.

Lo guardai negli occhi, tentando di scovarci all'interno le risposte a quel suo gesto, ma ottenni solo un sorriso.

«Almeno puoi stringermi la mano, invece che distruggermi un braccio» aggiunse.

Avrei dovuto allontanarmi, staccarmi il prima possibile da lui. Ma invece, finii per intrecciare le mie dita alle sue, incastrandole alla perfezione.

Stavo stringendo la mano al fratello della mia migliore amica, con lei al mio fianco.

Era tutto così sbagliato, eppure non avevo intenzione di lasciarlo andare.

«Ragazzi,» richiamò la nostra attenzione Josh, buttandosi ai piedi del letto. «prendiamo la pizza?».

Non sentii neanche la voce di Katie che accettava, tantomeno quella di Dave.
Ormai ero persa a contare le calorie che avrei consumato quella sera.

Ma alla fine mi arresi perché, nonostante possa sembrare così, il problema non era il cibo in sé, ma il modo in cui, una volta iniziato a mangiare, non mi sarei più fermata.

Perché ormai ero abituata, sapevo di non avere un cavolo di controllo sul cibo. Sembrava quasi che fosse lui a controllare me.

Non mi accorsi neanche di aver stretto la mano di Dave, finché lui non iniziò a tracciare dei piccoli cerchi col pollice su di essa, per tentare di calmarne il tremolio.

Io mi staccai all'improvviso, con il terrore che potesse capire qualcosa. Lui rimase a osservare quel gesto in silenzio.

Josh batté le mani. «Ok, ditemi i gusti così ordino».

Optai per una crocchetta di patate, era tutto quello che potevo permettermi. Non potevo rischiare di rovinare tutto, così come facevo sempre.

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