22. L'unica forza che ho

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Abby

«Provi lo stesso per me?».

Ormai erano passati parecchi minuti, la mia riposta ancora non era arrivata.

Cosa aspettavo a dirglielo? A urlargli contro cosa provavo?

Lo guardai sospirare, prima di voltarsi.

Dovevo farlo.

«Sì» sussurrai a voce talmente bassa che persino io faticai a sentirmi.

«Cosa?» tornò sui suoi passi, con la speranza che regnava nel suo sguardo.

Presi un respiro profondo, cercando di trovare il coraggio che mi serviva. «Sì, provo lo stesso anche io. Non sai quanto cavolo ho sofferto questa ultima settimana senza parlarti».

Lo vidi aprire bocca ma non gli diedi il tempo di ribattere; dovevo dirgli tutto, dovevo liberarmi del peso che incombeva sul mio petto.

«Ho continuato a mettere da parte i miei sentimenti per te, solo perché ero accecata da quell'illusione che mi ero creata di James. Non avevo mai ricevuto tante attenzioni da qualcuno, così mi ritrovai ad essere dipendente dalle sue, perché era stata la prima persona a concedermele» mi interruppi per cercare le parole giuste per continuare.

Lui, nel mentre, non fece altro che osservarmi a bocca aperta, il petto che si alzava e abbassava freneticamente.

«Ho rincorso tanto quel cretino da non accorgermi che sei tu, quello che voglio. Sei tu quello che mi capisce, quello che c'è sempre stato nel momento del bisogno. Sei tu quello che mi è stato accanto nei periodi più brutti, quello che quando non volevo mangiare mi ha cucinato la pasta» ridacchiò tra le lacrime, sbattendo ripetutamente le palpebre per scacciarle via.
«Mi dispiace per quello che ti ho detto, mi dispiace di averti dato quello schiaffo. Non te lo meritavi, non dopo tutto quello che avevi fatto per me».

Non riuscii più a dire nulla perché l'attimo successivo Dave arrivò a un soffio dal mio viso, premendo le sue labbra contro le mie.

Quello era il bacio che entrambi, anche se inconsapevolmente, stavamo aspettando.

La pioggia continuava a scendere violenta, ma quella era l'ultimo dei miei pensieri.

Si staccò leggermente, giusto per dar modo ad entrambi di riprendere fiato.

Rimasi incatenata alle sue iridi scure. E poi... risi.

«Perché ridi?» chiese, facendo lo stesso.

«Perché finalmente sono riuscita ad accettarlo» sussurrai sulle sue labbra.

«Cosa?»

«Quello che provo per te».

Feci di nuovo incontrare le nostre bocche, godendomi quella sensazione magnifica.

Non era neanche paragonabile al bacio che avevo avuto poco prima con James. Quello era vero.

«Torniamo a casa?» chiesi, staccandomi da lui.

«Aspettavo solo che me lo chiedessi».

🌑

Arrivammo a casa mia zuppi, ridendo come due scemi.

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