4. jealousy, jealousy

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Abby

«Cioè tu mi stai dicendo che hai parlato con James Baker?».

Annuii per l'ennesima volta, seduta sul divano della mia migliore amica.

Purtroppo, qualche momento prima, avevo fatto il grave errore di raccontare a Katie del mio incontro con James, scordandomi di quanto fosse ossessionata dal gossip.

«Come? Quando? Oh mio Dio, hai parlato con uno dei ragazzi più belli dell'intera scuola e non me lo dici?!» si lamentò, esagerando come al suo solito. «Che ti ha detto?»

«È stata una chiacchierata... interessante» mi strinsi nelle spalle.

Lei nel frattempo ricominciò ad agitarsi, facendo cadere diverse popcorn dalla ciotola che teneva in mano. «Ma già ti conosceva? Ha chiesto il tuo nome? Racconta, Abigail!».

Ridacchiai. «Come prima cosa mi ha detto che avevo un'aria familiare, e quando ha capito chi ero, ha urlato: "Tu sei Abby Maialino?!"» raccontai con una smorfia.

Che bel modo di farsi riconoscere dalla gente.

L'espressione incuriosita di Katie si trasformò ben presto in una compassionevole. Ancora.

«Tesoro, resti a cena?» mi chiese Rose, la madre di Katie, entrando in salone e salvandomi da quella situazione.

«Sì, resta a cena» rispose la mora per me.

La madre sorrise e, prima di scomparire in cucina, mi lasciò una carezza sul braccio.

Rose per me era come una seconda madre. Ricordo ancora quando, tutte le volte che litigavo con mamma per qualche stupidaggine, mi rifugiavo a casa loro.
Oppure quando preparava la cioccolata calda, e insieme a Katie ci guardavamo Harry Potter.

A distogliermi da quei ricordi fu lo scatto della serratura.

Dave varcò la soglia, togliendosi la giacca. A causa del buio che avvolgeva la stanza, non riuscii a scorgere altro.

«Ciao deficiente» lo salutò Katie, con la solita delicatezza.

Quando ci vide, un sorriso si fece strada sul suo volto. «Dovresti iniziare a pagarci l'affitto per tutto il tempo che passi qui» si riferì a me, sdraiata a pancia in giù sul loro divano.

Afferrai un cuscino per colpirlo, ma la mia mira faceva talmente pena che non lo sfiorò neanche di un millimetro.

«Vado a farmi la doccia» ridacchiò, ricambiando la mossa.

Lui però la mira la possedeva eccome, infatti mi centrò in pieno viso.

Non feci in tempo a fulminarlo perché era già scomparso al piano superiore.

Io e Katie restammo in silenzio, nonostante sapessi che avesse altre mille domande da pormi. Mi voltai verso di lei e le feci cenno di procedere all'attacco. Lei non esitò un attimo.

«Non mi hai ancora detto cosa ne pensi di Baker» sussurrò, mostrandomi le sue fossette, una delle cose che la accomunava al fratello.

«Ma vuoi che te lo presenti? Sembri ossessionata» ci scherzai su cercando di evitare la domanda.

Le avevo già detto che era simpatico, non le bastava?

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