27. I'm tired of feeling like I'm fucking crazy

811 43 181
                                    

Katie

Passai tutta la giornata successiva sdraiata nel letto, con il vuoto che si allargava sempre di più all'altezza dello stomaco.

Perché, anche se ammetterlo faceva un male tremendo, senza Josh mi sentivo esattamente così: vuota.

Io, Katie Miller, che avevo sempre rifiutato di credere all'amore, mi ritrovavo in quelle condizioni. E solo in quel momento mi resi conto che il motivo per il quale avrei preferito non innamorarmi era proprio questo: sapevo che sarebbe finita con un cuore spezzato.

Inizialmente pensavo sarei stata io a ferirlo, a causa dei miei continui sbalzi d'umore e il costante bisogno di rassicurazioni, ma a quanto pare a rimanerci distrutta fui io.

La porta della mia stanza si spalancò, andando a sbattere contro il muro e producendo un torno assordante.

«Ma sei impazzito?» guardai mio fratello buttarsi affianco a me sul letto, un sorriso ben presente sulle sue labbra.

«No, la pazza che continua a starsene nel letto a disperarsi sei tu, non io» ribatté pronto, beccandosi un'occhiata storta da parte mia.

«Non ho intenzione di uscire, lasciami in pace» feci per rintanarmi sotto le coperte, ma lui mi fermò prima che potessi farlo, tirandole via.

Si mise seduto di fronte a me, studiando attentamente le mie condizioni: capelli arruffati, occhi che bruciavano dal pianto, occhiaie che li circondavano; com'ero finita a ridurmi così?

«Ancora non vi parlate, immagino»

«Wow, in questa famiglia serviva proprio una persona intelligente come te!» esclamai sarcasticamente.

Dave mi regalò una delle sue occhiate torve che mi fece storcere il naso.

«Lo sai che Josh non è come lui, giusto?» disse.

Il fatto che Dave avesse tirato fuori di sua spontanea volontà quell'argomento mi lasciò a bocca aperta, dato che non ne parlava spesso, con me quasi mai.

Odiava ricordarlo, odiava qualsiasi cosa lo riportasse a lui e, soprattutto, odiava quella casa. Ma riguardo l'ultimo aspetto ci trovavamo parecchio d'accordo.

Non risposi alla sua domanda, quello bastò per indurlo a parlare ancora. «Magari apparentemente può sembrarti simile la situazione, ma non è così»

«E come sarebbe? Sentiamo» la domanda mi uscì fin troppo acida, ma non era mai facile riportare in vita certi tratti della nostra infanzia.

«Ti ricordi che lui usava l'alcool per fuggire da questa casa, da noi?».

Annuii con un nodo che mi stringeva la gola.

«Josh non lo fa per scappare da te, Katie, ma da se stesso».

Scossi la testa con nessuna intenzione di ascoltarlo ulteriormente, le lacrime già pronte a uscire. «Poteva parlarmene, mi aveva promesso che l'avrebbe fatto. Invece eccoci qua, sempre allo stesso identico punto».

La mia vita era un ciclo senza fine; sempre la stessa routine, sempre le stesse identiche delusioni.

«Non ti dico di perdonarlo subito, okay? Solo magari pensaci bene prima di arrenderti del tutto» sussurrò.

Amati SempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora