29. Welcome to the panic room

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Katie

Mancavano esattamente cinque secondi alla fine della partita, non si sentiva volare una sola mosca da quando Josh lanciò la palla verso il canestro avversario.

Il silenzio che regnava dentro la palestra si spezzò solo quando il tiro entrò, facendo vincere la partita alla nostra squadra.

Josh, ancora incredulo da quello che aveva appena fatto, venne travolto dai suoi compagni di squadra.

Avevano vinto.
Non doveva più avere paura di fallire, perché se ce l'avevano fatta era solo grazie a lui.

Saltai in piedi insieme ad Abby, urlando ed esultando.

Josh corse nella mia direzione, afferrando il mio viso e facendo scontrare le nostre labbra.

«Hai visto che cazzo ho fatto?» mi chiese con un sorriso gigantesco sul volto.

«Te l'ho detto che non ti dovevi preoccupare così tanto» detto ciò mi baciò di nuovo. E poi ancora, e ancora.

«Taylor, potrai festeggiare dopo. Ora muoviti ad andare negli spogliatoi» urlò il coach con la sua solita delicatezza.

«Mi aspetti» domandò a un soffio dalle mie labbra.

«Certo, dove credi che vada senza di te?».

🌑

«Ho una sete assurda» si lamentò Josh, indicando la sua borraccia vuota.

«Che vuoi da noi? Vatti a prendere da bere» disse Abby, un piccolo sorriso di sfida sulle labbra.

Il castano le lanciò un'occhiataccia, tirando fuori il suo portafoglio e buttandosi a peso morto su una panchina.

«Mi vai a prende una bottiglietta d'acqua? Sono stanco morto» le chiese porgendole i soldi.

«No, vacci tu» la bionda stavolta si rivolse a me.

«No, cosa c'entro io?»

«Sei la sua ragazza».

La guardai sbalordita, iniziando un battibecco su chi sarebbe dovuta andare a prendere l'acqua a quello scansafatiche.

«Liv, vai tu a cercare Dave?» sentii mia madre domandare alla piccola Collins, dato che io e Abby in quel momento eravamo occupate su altro.

Liv si allontanò all'interno dell'edificio alla ricerca di mio fratello, scomparso improvvisamente nel nulla.

«Senti, vado io» sbuffò Abby, marciando innervosita verso il bar. Io, invece, sorrisi vittoriosa.

I minuti passarono, ma di Olivia e Dave non c'era traccia. Osservai attentamente l'ingresso principale, aspettando il
momento in cui le porte si sarebbero spalancate e loro ci avrebbero raggiunti.

«Ma si sono persi, quei due?» sbottai, alzando gli occhi al cielo.

Ma, esattamente qualche attimo dopo aver pronunciato quelle parole, le porte si aprirono.

Quello che vidi mi fece desiderare di scomparire all'istante.
La terra sotto i miei piedi sembrò tremare, assieme a lei anche le mie mani. La testa prese a vorticare.

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