Capitolo 35-...in due

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Nico's Pov

Qualche minuto dopo,
1 gennaio 2018

La felicità? Il lieto fine? L'amore?
C'era ancora qualche allocco che credeva a queste sciocchezze?
Se sì, non ero tra questi.

Avevo creato un algoritmo che faceva innamorare le persone e le portava all'altare in media 33,3 giorni dopo che si erano incontrate, eppure non l'avevo mai voluto usare su di me.

Non ci credevo più, avevo provato sulla mia pelle per ben quattro volte quanto fosse stupido innamorarsi e non volevo cascarci ancora.

Innamorarsi rende fragili: ti fa abbassare le difese, ti nasconde l'evidenza e ti fa diventare manipolabile.
Un veleno letale da manuale.

Con Elizabeth avevo perso il controllo, mi portava sull'orlo della follia quando con quelle labbra sfacciate mi diceva che non avremmo dovuto e bla, bla, bla, dopo non la ascoltavo più dalla voglia che avevo di zittirla a modo mio.

Lei aveva tentato di resistermi dopo che le avevo taciuto delle lettere di licenziamento e l'avevo lasciata ripartire da sola da Dubai, ma era durata poco.

Si era prima sciolta sulle mie dita in un pub, poi era venuta a cena con me per il mio compleanno e mi aveva regalato una collana e un pompino da panico nella mia macchina.

Lei si stava innamorando di me, mi era diventato chiaro, riuscivo a leggerlo nei suoi occhi, a sentirlo nel battito del suo cuore, eppure lei non me l'avrebbe mai detto, era troppo testarda per ammettere che l'avevo fregata, che le avevo rubato il cuore.

E io? Io provavo lo stesso per lei? Me l'ero chiesto, del resto avrei dovuto essere un esperto dopo tutte le donne che avevo avuto, a questo proposito, non l'avevo rivelato a nessuno, ma dopo la nostra prima volta insieme avevo abbandonato del tutto la mia vecchia routine settimanale.

Dopo aver fatto sesso con lei così bella e dannata, toccare altre donne mi faceva quasi ribrezzo, forse era per quello che non ero più riuscito a starle lontano, eppure no, non potevo esserne innamorato.

L'amore ti fotteva il cervello e allora perché l'avevo appena trascinata sotto la macchina spara coriandoli e la stavo baciando come se ne andasse della mia stessa vita?

《Ora che siamo qui, balliamo?》esordì Elizabeth, quando si staccò dal bacio per riprendere fiato.

《Come potrei mai dirti di no, streghetta.》così le presi una mano e la condussi al centro della pista.

Mi aveva stregato davvero, una volta molto tempo prima glielo avevo detto per provocarla, ma adesso lo credevo sul serio, i suoi occhi color cioccolato facevano vibrare dentro di me corde che non credevo più di possedere.

Stavamo ballando davanti a tutta l'agenzia, non mi interessava che ci vedessero insieme, domani o meglio oggi sarebbe tutto finito, ancora qualche ora e poi avrei fatto quello che dovevo.

《Sembri assente, c'è qualcosa che non va? 》Elizabeth mi puntò addosso i suoi occhietti vispi e corrucciò le sopracciglia in un'espressione sinceramente preoccupata.

《No, no, non preoccuparti.》la rassicurai mentre le accarezzavo i capelli con una mano per toglierle dei coriandoli che erano rimasti impigliati nei suoi boccoli.

《Hai paura di cosa potrebbero pensare i tuoi dipendenti vedendoci insieme?》il suo sguardo era più che eloquente, mi stava mettendo alla prova, piccola ingenua, non ero mica nato ieri.

《Stai al gioco, Zagara.
Adesso, ti mostro quanto mi interessa della loro opinione.》le sorrisi, il diavolo avrebbe potuto farmi un baffo in quanto a sorrisetti maligni, l'avrei battuto pure all'inferno.

Una storia d'amore al rovescioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora