Capitolo 19-Interviste a...

119 4 1
                                    

"L'amore è un gioco pericoloso" avevo letto questa frase in un romanzo, in una canzone o in un film, non riuscivo più a ricordarlo.

Da allora, però, l'avevo fatta mia ed era diventata parte di quelle frasi fatte che mi ritornavano in mente nei momenti più confusi della mia vita.

E questo era uno di quei momenti: ero confusa su ciò che provavo o meglio ero arrivata già da un po' alla conclusione che con riccioli neri ci fosse un'attrazione fisica difficilmente trascurabile.

Ci toccavamo, ci baciavamo e litigavamo a ripetizione, eppure dentro di me quando ero in sua compagnia mi sentivo al posto giusto, come se il vuoto che avessi dentro fosse colmato.

Come se fossimo stati destinati da sempre a stare sullo stesso letto a baciarci o abbracciati sul fondo di una fontana o contro una parete a sussurrarci insulti.

Parlare con Natalia nella nostra tradizionale serata fra amiche mi aveva aiutato un po' con questa confusione e mi aveva fatta sentire più leggera.

Finalmente qualcuno era a conoscenza del fatto che sarei andata a Dubai con il capo; soprattutto quel qualcuno era la mia migliore amica che non si era trattenuta nel darmi una marea di consigli.

In particolare, mi aveva detto una frase che mi era rimasta impressa nella mente per molti giorni a seguire:
《Viviti l'esperienza senza pensare alle conseguenze.》

Parole di cui non sapevo di avere bisogno e che, invece, erano tutto quello che mi serviva sentire in quel momento.

Anche perché, ultimamente, mi ero limitata ad esistere ad oltranza pensando davvero troppo e spesso alle conseguenze delle mie azioni dimenticandomi così di ciò che davvero conta.

D'ora in poi, avrei cercato di accantonare dubbi e paronie per vivere semplicemente quello che la vita mi avrebbe riservato.

Era con questa nuova prospettiva che stavo per approcciarmi alla serata di dating che avevo organizzato quel piovoso venerdì sera di novembre.

Fuori infatti pioveva a catinelle, il Sole era tramontato presto e un buio pesto aveva invaso tutte le strade di Milano.

Per fortuna l'evento si svolgeva al chiuso in una discoteca, che avevamo affittato interamente per poter svolgere le nostre attività in tranquillità.

Anche se l'attività che avevamo scelto per quella sera non era molto impegnativa, richiedeva che i partecipanti alla festa fossero solo agenti e clienti.

L'avevamo chiamata: "Interviste a cuore aperto" ed era particolare per il modo in cui si svolgeva e per come di solito andava a finire.

Di fatto erano delle vere e proprie interviste che facevamo durante la serata, solo che a parteciparvi erano le due presunte anime gemelle contemporaneamente e tutto questo avveniva su un palco.

Ad entrambi i single venivano fatte domande sull'amore e la vita in generale, per poi andare nello specifico con quesiti che riguardavano le loro abitudini personali e le loro idee.

L'obiettivo era quello di conoscere meglio il proprio partner tramite un mediatore e quindi svolgere una conversazione su vari argomenti in modo guidato tentando di ridurre al minimo i pregiudizi.

Io adoravo fare l'intervistatrice, mi piaceva vedere i nostri clienti confrontarsi e scontrarsi su ciò in cui credevano.

Le interviste, a volte, infatti, erano assurde e sfociavano in dibattiti infuocati per avere l'ultima parola.

Ed era anche questo uno degli obiettivi: vedere se si era in grado di discutere con il partner su visioni opposte per poi cercare un compromesso, un accordo o una risoluzione.

Una storia d'amore al rovescioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora