Capitolo 36-Ferite

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Eliza's pov

Un brivido di freddo mi scosse il corpo e mi risvegliò fra delle lenzuola che non erano le mie e che a primo impatto non riconobbi.

Ero nuda e leggermente indolenzita, il profumo della colonia di Nicola era dappertutto e io ero confusa.

Mi rimboccai meglio la coperta e nascosi la testa sotto il lenzuolo per cercare di mettere insieme i pezzi e finalmente ricordai.

Solo qualche ora prima Nicola aveva fatto l'amore con me in un modo che se qualcuno avesse potuto leggermi sotto la pelle, avrebbe letto il suo nome su ogni centimetro del mio corpo.

Non era stato solo sesso, quello l'avevamo fatto a Dubai, questa volta era stato talmente intenso da sembrare irreale, quasi una fantasia irrealizzabile.

Incredibile, ecco come era stato e io ero ancora a casa sua, nel suo letto; mi aveva lasciato dormire e probabilmente ora era in cucina a preparare la colazione, un sogno.

Nonostante stessi gelando, mossi le braccia per fare leva e tirarmi su dal letto, avevo voglia di presentarmi totalmente nuda nella sua cucina per proporgli una colazione alternativa.

La mia mano, però, sfiorò qualcosa di ruvido, mentre mi mettevo seduta sul letto, incuriosita abbassaì lo sguardo e scorsi sotto il cuscino di Nicola una busta bianca come il latte.

La presi in mano e me la rigirai tra le dita, c'era una sola scritta sul retro: "Zagara", non poteva essere che per me, mio Dio, scriveva ancora le lettere su carta, era l'uomo perfetto, così romantico.

Senza ulteriori indugi, l'aprii e ne estrassi un foglietto ripiegato e pieno di inchiostro:

"Cara Elizabeth,
Se stai leggendo questa lettera, significa che ti sei svegliata nel mio letto, però senza di me al tuo fianco.

Ti sarai chiesta dove sono finito, avrai pensato che fossi andato a preparare la colazione o magari a comprarla, vorrei dirti che è così, ma allora queste righe non avrebbero senso di esistere.

Non mi sono mai piaciuti i giri di parole e so per certo che anche tu li detesti per cui la verità è una ed è questa: sono partito questa notte per rientrare a New York.

Ormai mi conosci, sono un uomo che non ha problemi ad assumersi la responsabilità delle sue azioni, ma questa volta no, è diverso, non ci riesco.

Hai vinto, Zagara, hai raggiunto l'obiettivo di clienti che ti avevo chiesto entro la fine dell'anno e l'agenzia non chiuderà. Tu e i tuoi colleghi siete salvi, ho ritirato i licenziamenti.

Ci ho pensato molto e sono arrivato a una conclusione: da oggi sarai a capo di "Orange Blossom Italy", è da tanto che sto cercando la persona adatta a questo ruolo e non riesco a pensare a qualcuno migliore di te.

Ami il tuo lavoro, sei una professionista e sei sveglia, talmente sveglia e testarda da aver battuto me, il tuo capo.

Ed è per questo che lascio l'Italia, io e te insieme non potremmo mai combinare nulla di buono, io sento troppo per te, non riesco a ragionare come l'imprenditore che sono, quando ti ho intorno.

Tu hai troppo cuore e anche se non lo ammetteresti neanche sotto tortura una parte di esso eri pronta a donarlo a me e avresti sbagliato, avresti perso te stessa e io non me lo sarei mai perdonato.

Non possiamo rovinare tutto quello per cui abbiamo combattuto finora, le nostre strade si devono dividere qui e per quanto possa fare male, è meglio per entrambi.

Una storia d'amore al rovescioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora