20-Vittoria 🔞

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🖊 1508

Una volta in camera lo richiamo e aspetto che allenti la presa sulla mia vita.
-Non c'era nessuno yogurt quando mi sono avvicinata a Mirko.-
-Tu avevi voglia di yogurt mi pare-
Lo sguardo tradisce il tono che ha appena usato, pare mi stia chiedendo il permesso per iniziare a giocare.
-Quindi senza nemmeno presentarti il mio modo per avvicinarci scegliamo di usare il tuo?-Chiedo.
Rimane un po di sasso.
-Non...-Inizia, ma poi cambia idea.
-Qualcuno potrebbe vantare che non mi scarico facilmente-
Sorrido mentre la mia pelle prende inevitabilmente un colore rossastro.
-Posso immaginare-
-O te lo mostrerò, sarà reale Vittoria-
-Quanto è vero che mi hai fatto penare-
-Dovrei tremare?- Gli chiedo
-Tranquilla, non tremerai per la paura- Mi spiega lasciando lo yogurt sul comodino.
-Vuoi la porta aperta?-
-Ho superato quella paura...-Gli ricordo un po triste, ma sorride.

🔞🔞🔞
-Poggiati alla porta angelo- Sussurra.
Le spalle, scoperte dalla canottiera, rabbrividiscono al contatto con la porta fredda.
-Stai- Aggiunge avvicinandosi a me.
Si toglie i vestiti rimanendo a petto nudo.
-Avrei alcune domande, ci stai?- Chiede baciandomi il collo.
-Su che ambito?-Gli chiedo incinando la testa contro la porta.
-Sei a conoscenza del motivo per cui dormo da solo?- Chiede passandomi due dita sotto al mento.
-No, ma non sono più arrabbiata da diversi giorni- Non aggiungo altro, davvero no sono a conoscenza del motivo di questo mio atteggiamento.
Mi bacia e schiudo le labbra chiedendo di più.
-Tocca a te- Aggiunge senza accontentarmi.
Mi toglie il top scoprendo i miei seni.
-Pensi davvero che mia sorella potrebbe ferirmi?-
-Non volontariamente almeno.-
-Penso che ti abbia trovato per altri motivi-
-Inizi a pensarla così?- Chiede.
Ero così convinta che Camilla non mi avrebbe mai ferita.
Questi sospetti mi fanno sentire in colpa.
-È gelosa di voi, mi ha fatto credere di poter vivere senza di voi-
Sospira.
-Mi dispiace-
-Troveremo una soluzione insieme- Aggiunge.
-Lo so-
Lo spingo verso il letto, ma finisco per trascinarlo solo apparentemente, infatti, il suo corpo mi intrappola al materasso.
-Cosa cercavi di fare?- Mi interroga mordendomi leggermente il labbro.
-Questo- Sussurro passandogli la lingua sulle labbra.
Geme per poi iniziare una danza unendo finalmente le nostre lingue.
Percepisco le sue dita stringermi i fianchi.
-Tu non sai cosa mi fai-Sussurra.
-Prova a farmelo capire-
Non è una richiesta la mia.
Prende lo yogurt e ne mangia una piccola quantità.
Lo studio confusa ed in risposta sogghigna.
Tenta di imboccarmi, ma all'altezza del mio petto ne lascia cadere una piccola quantità.
-Lele-Gemo con le guance rosse.
Chiudo gli occhi incredula di ciò che ancora non posso nemmeno immaginare che accadrà.
A giudicare dalle sue azioni e i suoi sguardi l'ha fatto di proposito.
-Scusa amore, mi prendo cura io di te-
I suoi occhi brillano.
Certi gesti, certe parole sanno essere la cura e lui sarà sempre ciò di cui avrò più bisogno.
-Il tuo bene è il mio bene-
Lo bacio, ma si stacca dedicando le attenzioni ai miei seni.
Nonostante siano puliti ci si sofferma ancora.
Ormai i miei bottoncini sono turgidi e sull'attenti.
-Dimmelo- Sussurra.
-Vorrei di più- Confesso tremante.
-Lele ho bisogno di te- Aggiungo abbandonando completamente l'imbarazzo.
Mi sorride e mi sfila anche il pantaloncino.
-Mirko ti ha penetrata?- Chiede.
-No-
-Sono stata io a...- Aggiungo abbassando lo sguardo.
-Hey, Guardami Vittoria- Mi alza lo sguardo.
-È solo per il tuo bene che l'ho chiesto-
-Non voglio farti male-Aggiunge ed annuisco.
Si è preoccupato di me dal primo giorno che mi ha vista e non ha mai smesso.
-Tu e Mirko potete fare tutto ciò che vi fa stare bene.-
-Purché rimanga tutto tra noi tre...non serve che te lo spieghi vero?-
-Non serve Lele- Lo rassicuro passandoglo una mano tra i capelli.
-Sei bellissima- Sussurra.
-Sono di...-
-Mirko- Sussurro sfregando le nostre intimità insieme.
Il tessuto del suo pantalone sembra dargli fastidio e sorrido soddisfatta.
Vedermi con i boxer di Mirko lo ha mandato fuori di testa.
-Vittoria- Mi richiama.
-Devi solo dirmi di si-
-Si Lele-
Mi stringe i capelli sfiorandomi ancora e ancora.
Poi si sfila i pantaloni rimanendo nudo.
-Ormai i miei boxer li avete presi voi- Mi spiega fingendosi offeso.
Rido, ma smetto quando lo vedo nuovamente prendere lo yogurt.
-Lele lo sento...-
-Non è mai stato impercettibile- Stringe i denti mentre combatte contro se stesso per non andare oltre.
-Vitto-Geme quando sbatto i piedi sui suoi reni.
Mi bacia la bocca con la sua ancora impastata di yogurt e passa la lingua anche sul petto.
-Dio, ti prego-
-Vittoria è me che devi implorare- Mi fa notare ridacchiando.
Sorrido per il richiamo e gli passo una mano sulla schiena graffiandolo all'altezza delle spalle.
-Ti amo- Sussurro presa dal momento e dalle belle parole.
-Non me lo dire mentre sono così...-
-Così perfetto?- Chiedo confusa.
-Così animalesco-
Gemo ritrovandomi ben presto senza parole.
Mi passa le mani sotto le cosce e mi spinge più vicina a lui.
-Le..- Lo richiamo guardandolo dall'alto.
-Dea- Sussurra incantato.
-Dai- Lo rimprovero.
-Detta tu- Afferma incantato tenendo le mani sui miei fianchi.
Mi muovo in modo disordinato nel vano tentativo di apparire elegante.
Pare riesca a raggiungere posti che non ricordo di aver già esplorato.
-Tu sei perfetta-
-Vittoria-
-Non piangere più-
-Se rimanessimo così non piangerei-Gli confesso.
Ancora mi muovo quando si stringe ai miei fianchi fino a farmi male, chiude gli occhi e mi blocca il respiro con un bacio umido e pieno di desiderio.
Quando stringe i miei capelli in pugno capisco che è già venuto.
Mi sfiora il clitoride e non posso fare a meno di fare lo stesso.
Sorride soddisfatto e mi stringe a se lasciandomi appoggiare al suo petto.
-Ti ho fatto male?- Chiede con affetto.
-No... grazie-
-Grazie per avermi perdonato-
-Non sprecheró questa seconda opportunità- Aggiunge lasciandomi un bacio sulla fronte.
-Lo so- Sussurro prima di baciarlo.
Mi sdraio sul letto.
-Vitto dovrei...-
-Si si-
Non mi sposto, sono priva di forze, ma ridendo mi pizzica il fianco.
Alzo leggermente il bacino e ne approfitta per uscire da me e ripulirsi.
🔞🔞🔞

Quando è tornato mi ha prestato tutte le attenzioni coccolandomi, baciandomi e sussurrandomi parole dolci.
Eppure qualcosa non funziona in me.
-Non mi sento bene Lele-
-Cosa ti senti?- Mi chiede disegnando dei cerchi immaginari sul mio ventre.
-Un po di malinconia,tristezza...- Gli spiego vaga, ero così felice fino a poco fa, ora non so cosa sia successo.
-Hai disegnato oggi?-
-In realtà non disegno da quando è arrivata mia sorella- Realizzo dondolando i piedi fuori dal letto.
-Ti sarebbe utile ora disegnare?-
-Potrei provare-
-Ci proviamo assieme-
Mi lascia sorpresa, tornando vicino a me con il mio quaderno e l'astuccio che ho sempre nella borsa.
-Tu cosa disegni?-
-Se riesco qualcosa di bello-
-Sto provando a disegnare?- Gli chiedo, in realtà non è una domanda qualunque, ma il gioco che facciamo io e Mirko quando siamo svogliati, ma disegnamo per lavoro.
-Ora dovresti dire cos'è- Gli sussurro.
-Ma è palese che sia il colosseo-
-Esatto, ho accumulato un punto-
-Hai fatto un bel cavallo amore-
-È un cane, ma ti dirò che è un cavallo così posso ottenere anche io un punto-
Sorrido desolata di non aver compreso la sua arte.
-Perdonami amore, proprio non riesco a vederlo-
-Neanche io, tranquilla-
-Mirko quando torna?- Chiedo nuovamente triste.
-Lo chiamo subito Vitto-
-Non ti offendere-
-Amore mi mancate entrambi, anche a me fa piacere se torna-
-Già che sono in piedi ne approfitto per andare al bagno- Mi spiega, mentre esce col telefono già poggiato all'orecchio.
La sua assenza e la sua presenza mi sono d'improvviso indifferenti.
Il mio corpo è fiacco come se avessi raggiunto un traguardo e ora avessi bisogno di riposo.
Non è come penso, ma mi sembra di non erlssere dove voglio.
Sono dove dovrei essere?
Non di nuovo, no.
Il mio telefono suona e rispondo senza guardare.
-Vittoria come stai?-
-Chi sei?-Chiedo.
Mi gira la testa e la voce dall'altro capo del telefono sembra ovattata.
-Sai chi sono-
No, non mi ricordo.
No, non lo ricordo.
Sono piccola troppo piccola e non mi ricordo.
-Nonno non ricordo, devo essere caduta a scuola te l'ho detto-
No, non è così.
-Come, come hai il mio numero?- Chiedo.
Lancio il telefono lontano e urlo stringendo la testa tra le mani.
Mi sveglio, anche se non sono sicura di essermi davvero addormentata.
-Lelee, lele ti prego- Lo chiamo e mi sembra di perdere il fiato.
Allo stesso tempo ho l'impressione di non avere la voce.
-Angelo- A entrare é Mirko e vorrei andargli in contro, ma non ci riesco.
-Scusa stavi dormendo quando sono arrivato e non ti abbiamo svegliato-
No, -Mi stai mentendo?- Gli chiedo ma non c'è disordine nella stanza è non trovo il mio cellulare.
-Ti va se mi sdraio accanto a te?- Mi chiede.
-Lele è andato qualche tempo fa fuori, dovrebbe essere sulla strada del ritorno-

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