🖊1899
Una notte da sogno, che non mi vergogno a mettere al primo posto all'interno della lista delle migliori serate.
Stiamo insieme da tanto, ma un amore così non lo avevo quasi mai percepito.
Il bisogno che abbiamo avuto l'uno dell'altro ci ha tenuti impegnati tutta la notte.
Per non parlare dell'essere finalmente in una casa da soli.
Quando Lele ha avuto bisogno di bere un bicchiere d'acqua io e Vitto ci siamo ricaricati per vivere altre nuove esperienze in salotto.
Lei è una dea, un angelo, una banshee, una sirena e fata incantatrice.
Lui è la passione, il fuoco, l'equilibrio, la terra, la freschezza, il vento e l'acqua, soprattutto l'acqua... perché è ciò che mi tiene in vita.
È il nostro collante ed io sono sempre più consapevole che non posso vivere senza di lui.
Con un gran sorriso e ancora sommerso tra i ricordi e le sensazioni apro gli occhi.
Accanto a me l'angelo è ancora completamente nudo ad eccezione delle calze in raso e i miei boxer bianchi.
Le circondo la vita con il braccio e l'avvicino a me.
-Ti amo-Le sussurro all'orecchio.
I suoi seni nudi sono schiacciati contro il mio petto e le accarezzo la schiena coperta facendole dei leggeri grattini.
-Continua a stare cosí...- Bene e tranquilla, rifletto notando che di Lele non c'è l'ombra.
La coccolo ancora qualche minuto poi lo stimolo mi smuove e senza svegliarla la lascio al centro del letto e vado al bagno.
Prima di uscire mi do una sciacquata alla faccia e mi lavo i denti.
Metto dei boxer di Lele e lo vado a cercare al piano di sotto.
-Pessima idea lasciarla da sola-Sussurra vedendomi incontro.
-Buongiorno amore- Lo saluto ricambiando il bacio.
-Sei bellissimo- Sussurra prendendomi in braccio.
Tengo il fiato sospeso e allaccio le gambe intorno alla sua vita.
Un brivido mi attraversa la schiena al contatto con la superficie fredda del piano in marmo.
Lo bacio avvicinando la mia lingua alla sua.
Si uniscono in una splendida danza riportandomi alla mente i ricordi ancora freschi di ieri sera.
La reazione che ciò genera tra le mie gambe è palese ed anche Lele deve averlo notato.
-Sei perfetto- Afferma lasciandomi un succhiotto sul collo.
Muovo i fianchi d'istinto alla ricerca di un ulteriore contatto con lui che non tarda ad arrivare.
-Mirko sono qua per te- Le parole che dopo " ti amo " più preferisco.
-Io sarò sempre solo tuo- Confesso.
-Solo?- Sussurra nel mio orecchio inclinando la testa.
-Scemo è perché siamo solo io e te- Mi lamento quando si stacca da me.
Ho ancora il sorriso sulle labbra, ma il suo viso mi porta ad essere serio ed a concentrarmi su ciò che ci circonda.
-Scusatemi- Sussurra l'angelo sulla soglia della porta.
Ha una mia felpa e i pantaloni di lele e sta trattenendo i singhiozzi.
-Scusate-
-Come se foste da soli io...-
-Io odio svegliarmi da sola- Sospira scoppiando in lacrime ed abbandonandosi ai singhiozzi.
-Mi hai lasciata da sola!- Urla contro Lele.
È completamente sudata, trema e il suo corpo è smosso da pesanti singhiozzi.
Faccio un respiro profondo pensando ad un modo che ci permetta di evitare il peggio.
-Guardami-Uso una voce ferma e provo a trasmetterle un po di calma controllando il respiro così da evitare di agitarsi ulteriormente.
-Dove eravate?- Si lamenta.
-Lo sapete che non riesco a dormire se non c'è nessuno e che poi sto male-
-Vittoria ti ricordi cosa ti ha detto di fare la dottoressa quando stai male?- Mantengo un tono pacato.
La sua testa è confusa, chissà cosa ha sognato per incolparci così.
Annuisce.
-Io e Lele siamo proprio qui davanti a te e ci siamo allontanati per poco tempo.-
-Ora vuoi stare con noi?-Le chiedo avvicinandomi a lei.
Annuisce e la prendo in braccio.
-Noi ci siamo sempre per te-Le Sussurro strappandole un sorriso.
-Ne abbiamo parlato Vitto, abbiamo bisogno che inizi ad affrontare le tue paure e lasci venir fuori la donna forte che noi vvediamo dal primo momento in cui ti abbiamo vista- Le spiega Lele, lasciandomi un po sbalordito per quanto mi ritrovo nelle sue parole.
-Vuoi uno yogurt?- Le chiedo aprendo il frigorifero.
Alla vista non sa tirarsi in dietro e mentre Lele lo prende mi siedo con ancora lei in braccio davanti al tavolo.
Cala il silenzio e si appoggia al mio petto.
Il gesto mi lascia sorridere, ma la sua risata e gli spasmi che fanno leggermente fremere il suo petto ci permettono di toccare il paradiso.
Anche Lele ride.
-Vitto tutto bene?-
-Penso sia solo stress-
-O ho qualche malattia mentale- I suoi occhi si spalancano seriamente preoccupati mentre si ferma dall'aprire lo yogurt.
La stringo in un caloroso abbraccio.
-Qualunque cosa ti abbia fatto ridere è servita anche a me.- Le confesso
-Ora mi sento meglio e sono davvero felice-Aggiungo facendola sorridere.
-Io ero già felice stamattina-
-Ora come ti senti?-Le chiede Lele
-Felice- Risponde ovvia.
-Io ero triste perché dopo la splendida notte trascorsa insieme svegliarmi da sola mi ha fatto sentire come quando ci siamo allontanati e sono scappata da mia sorella-
Lele sbuffa rumorosamente facendomi voltare verso di lui.
-Ho sbagliato e ti ho chiesto scusa, ma se stamattina hai provato questa sensazione è perché il tuo inconscio non mi ha ancora perdonato-
-Scusa non ti seguo- Lo interrompo.
-Frena il criceto che corre a vuoto nella tua testa- Lo rimprovero.
-Ha letteralmente detto che la nostra, anzi, la tua assenza l'ha fatta star male riportando alla sua mente un momento difficile in cui tu non c'eri-
-Semmai sei tu che dovresti capire come mai non stai più con noi... anche io stamattina sono sceso a cercarti- Gli faccio notare.
Anche a casa questa cosa era già successa.
-No Mirko, forse ha ragione...-
-Non litighiamo vi prego-Aggiunge con gli occhi lucidi.
Le apro il maledetto yogurt con cui sta ancora giocando nervosa.
-Fai colazione o tra poco te lo ritrovi nel piatto sul pranzo-Le dico distraendola dalla conversazione.
Lele si siede vicino a me e gli stringo la mano.
-Faccio fatica ad addormentarmi e sto dormendo meno-
-È perché ti sto troppo addosso?- Le chiede.
-No angelo, io...-
I nostri sguardi si incrociano e ottengo la conferma che cercavo.
-Avrei voluto presentarvi alla mia famiglia, mi vergogno di tutto ciò che è accaduto e mi manca mia nipote- Scopre le carte in maniera apatica, senza far trapelare la sofferenza che sta provando.
-Parla con tua madre che ti sta cercando- Gli sussurro.
-Tua madre tu sta cercando e tu non sei ancora andato da lei?-
-Vitto siamo venuti qui solo per te, mi rendo conto che non è l'ambiente che può far star meglio Lele in questo momento-
-Mia madre non c'è più- Mi interrompe alzandosi.
-Vittoria stai zitta perfavore- Le urla Lele.
-Qualunque cosa dirai tu avrai ragione- le Sussurra.
Vittoria gli afferra la mano e si accomoda nuovamente sulle mie gambe.
-Ascoltatemi entrambi, perfavore-
-Mia madre è morta e mio padre è quel che è.
L'unica persona che mi ha dimostrato sempre del bene è mio nonno, che nonostante gli svariati tentativi non è mai riuscito a togliermi da quella situazione.
Io capisco quanto sia bello essere accettati e sapere che il bene che si prova è ricambiato.
Ma preferirei che mia mamma fosse viva... ci potrei litigare, ridere, scherzare, piangere e urlargli addosso tutta la mia ira per il bene che non mi ha trasmesso.
Il fatto che lei non ci sia più e che sia stata rinchiusa in quel centro a solo fatto si che quel poco che avevo e che con tanta fatica ero riuscita a prendere sparisse-
-Cosa stai cercando di dirmi?-
-Che se avessi la mia famiglia vicina per come è... io non avrei alcun motivo di presentarvela-
Gli occhi che fino a qualche istante prima erano lucidi mi si seccano.
-Come?- Lele è esterrefatto e l'aria che accompagna questa semplice domanda è così tanta che faccio fatica a cogliere il suono.
-Io non ho motivo di farvi soffrire e incasinarmi nella mia vita-
-Io ho smesso di combattere contro di loro quando ho deciso di lottare per voi, per noi e creare qui tutto ciò di cui abbiamo bisogno-
-È una dichiarazione d'amore splendida- Sussurro.
-Lele sai benissimo che non è tua madre il problema-
-Come non lo è Camilla- Realizzo io.
-Camilla era solo una bambina- Sussurra.
-Mi spiace per tua madre-Le dico.
-È morta poco dopo essere stata rinchiusa nel centro. Mio nonno ha provato a portarci via, ma Camilla era troppo piccola e con questa scusa riusciva sempre a portare tutte e due a casa-
-Il mio unico rimpianto è non averti incontrata prima- Gli occhi di Lele sono lucidi.
-Ma vi prometto che questa sarà l'ultima volta che uscirò di casa, vado a casa e torno- Afferma baciandoci entrambi sulla testa.
Corre al piano di sopra e poco dopo esce sbattendo la porta.
-Ha preso le chiavi della macchina-
-Ma Mirko sono lì-Le indica col dito.
-Siamo solo io e te- Le faccio notare.
-Io e te senza chiavi della macchina- Aggiunge lasciandomi sorridere.
Le passo le mani sotto le cosce e mi alzo dalla sedia tenendola saldamente a me.
-Di nuovo senza Lele-Si lamenta.
-Ogni volta senza Lele sono tre volte con lui-
-Recupereremo, te lo prometto- Sussurro.
La porto in camera e la poggio delicatamente sul materasso.
Lei mi bacia prima di iniziare a spogliarsi, copio i suoi gesti e la guardo ancora e ancora.
Sento il respiro fermarsi.(NON SONO TRASCRITTE SCENE SPINTE)
Ogni volta che respiro di nuovo, è come se dovessi stare attento, come se avessi paura di rompere questo attimo sospeso.
Lei è lì davanti a me, nuda, perfetta, vulnerabile e luminosa.
La sua pelle riflette la luce in un modo che sembra seta, e ogni curva, ogni linea del suo corpo sembra disegnata apposta per me.
Sento che non ci sono parole per quello che sto provando, ma so di trovarmi davanti a qualcosa di troppo grande per essere davvero compreso, qualcosa che appartiene a un'altra dimensione, come se un angelo fosse sceso sulla terra solo per me.
Ogni dettaglio di lei mi riempie di meraviglia: i capelli che scivolano sulle spalle, la pelle che sembra quasi vibrare sotto il mio sguardo, e quel suo modo di stare ferma, fiduciosa, sicura.
Sento un'ammirazione profonda, quasi religiosa, come se lei fosse una divinità, e io fossi in ginocchio davanti a un altare sacro.
Lei è il mio angelo.
Le tocco i semi e gemo per il modo in cui si tortura il labbro inferiore rispondendo al mio gesto.
Le passo una mano sul fianco e la volto leggermente.
Mi perdo nella curva della sua schiena, nell'arco delle sue labbra, nel modo in cui il suo sguardo mi chiama senza dire niente.
Sento che tutto di lei è destinato a me, solo a me.
In un attimo mi sento piccolo e grande allo stesso tempo.
Come se fossi finalmente completo solo perché posso stare qui con lei, vederla così, in tutta la sua perfezione.
Mi sembra un dono, un frammento di paradiso, e in questo silenzio perfetto capisco che lei è tutto.
Tutto il resto del mondo potrebbe anche sparire, e io non avrei bisogno di nient'altro.
Lei è tutto ciò di cui ho bisogno per completarmi.⭐️ e/o 💭?
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Sogno e conflitto
ChickLit3/3 L'epica saga di tre anime che si affrontano tra i sogni di un amore ideale e i conflitti della realtà. Lele, Mirko e Vittoria si trovano immersi in un turbine di emozioni contrastanti mentre cercano di perseguire i loro sogni più profondi di am...