18-Mirko

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-Non penso che si senta a suo agio anche con me-
-Matteo-Lo richiama Lele.
-Vittoria capisce velocemente, è solo combattuta e spaesata- Aggiunge.
-Si papà, oggi ci sono state troppe novità per lei- Gli spiego.
-Povera anima- Commenta sbuffando.
-Percepisco il suo malessere e mi sento male anche io- Aggiunge sottolineando il suo essere empatico.
-Tale padre tale figlio-Commenta Lele stiracchiandosi sulla sedia.
Arrossisco leggermente.
-Tua madre ci starà sicuramente già mettendo il suo- Spiega mio padre.
-Ossí, sí, sí e sí-Conferma mia zia poggiando sul tavolo i cucchiaini del caffè.
-Vittoria sa che il caffè mi piace caldo, scapperà da Serena-
-Come va tra voi?- Chiede la zia.
-Tra noi magnificamente, Lele e Vittoria hanno avuto una brutta discussione, ma sono già sulla via della pace-
-C'è bisogno che si senta bene non solo con voi due-
-Serena è la persona più buona che io conosca eppure è lì che trema...-
Lele si alza e faccio appena in tempo ad afferrarlo.
-Non ha bisogno di noi ora-
-È al sicuro-Gli ricordo scandendo ogni parola.
-Oh!, ma certo che è al sicuro-
-Sta al tuo posto cavaliere-
Lele finalmente ride facendo alleggerire un po la tensione che era calata.
-Si vede che stai con due belle persone- Aggiunge la zia strizzandomi le guance.
-Se volete aiutarla per me non c'è nulla di sbagliato, solo non lasciatevi trascinare-
-È solo Mirko a farsi trascinare-
Lo corregge Lele.
-Ho incontrato tua mamma un po di tempo fa-
-Era davvero preoccupata per te-
-Ti avrà anche detto perché io invece non lo ero per lei- Commenta con area di Sfida Lele.
-Non le ho detto che sareste venuti a Roma- Si difende mio padre.
Sanno tutto ciò che è successo a casa di Lele, non si permetterebbero mai di intromettersi nelle questioni famigliari altrui.
-Grazie-
-Sai però che ritengo vi dobbiate chiarire prima o poi-
-Non è un litigio... sono omofobi, figurati se scoprissero anche di Vittoria-
-Non permetto a nessuno di credersi superiore alle persone che amo- Aggiunge lasciandomi quasi commuovere.
Gli afferro la mano, ignorando la presenza di mio padre, addolorato dalla situazione che Lele sta affrontando e che allo stesso tempo circonda tutti noi.
Vittoria sorride ed il suo passo diventa più veloce mentre ci raggiunge.
Tra me e mia mamma non c'è mai stato bisogno di sguardi o parole per capirci.
-Dovrebbe essere ancora caldo- Dice a Lele che le da un bacio sulla testa.
Il gesto la fa irrigidire, ma nessuno sembra farci caso.
Con noi non si è mai irrigidita, almeno fino a quest'ultimo litigio.
Mia madre distribuisce gli altri caffè.
-Avrei bisogno del bagno- Mi sussurra all'orecchio Vittoria.
-Ti ricordi come si arriva in camera mia?, la porta che hai visto all'interno è aperta, trovi tutto-
-E posso andare?-Chiede.
A mio padre resta sospeso lo zucchero nel cucchiaino.
-Certo cara, sei libera di muoverti per tutta la casa-
-Grazie- Risponde.
-Serena non lo fare-Sussurra Lele vedendo mia madre annuire velocemente con la testa.
-Male-
-Malissimo-Commenta mio padre.
Ormai Vittoria dovrebbe essere lontana.
-Ho provato a parlarci, ma ha avuto un'atteggiamento passivo e non sembrava nemmeno ascoltarmi davvero- Mi spiega.
-Ascolta tutti, anche troppo-Commenta Lele riferendosi a tutte quelle volte in cui ci ha rinfacciato di aver utilizzato determinate espressioni.
-Sta sicuramente vivendo un forte disagio- Afferma mia zia leggermente triste.
Siamo una famiglia sensibile che vive una vita dettata dai sentimenti, "di pancia" come si sente spesso dire.
-Subirá le conseguenze di ciò che ci siamo dette e di questa esperienza tutti insieme.- Commenta guardando Lele.
Mia madre sa che tra noi tre è lui quello forte, la figura a cui ci appoggiamo nel momento del bisogno.
Peccato che Vittoria, ora, non ci si appoggi più.
Lele annuisce e gli afferro la mano per trasmettergli ulteriore sicurezza.
-Diglielo anche tu caro che hanno urgente bisogno di affiancarsi ad una figura specifica che possa prestargli supporto nel persorso- Aggiunge mia mamma poggiando una mano sulla spalla di mio padre, notevolmente scosso.
-Se la amate davvero mettete da parte i problemi tra fidanzati e aiutatela ad affrontare le sue paure- Il tono usato da mio padre lo rende più simile ad un rimprovero che un consiglio.
-Quando sarà serena le cose si sistemeranno da sole- Ci spiega meglio.
-Concordo con te-
Lele annuisce e ringrazia tutta la mia famiglia.
Tra noi tre io non sono, sicuramente, il più forte, anzi, il mio punto di forza è proprio la mia famiglia e sono sereno perché so che su di loro posso contare e saranno pronti ad accoglierli a braccia aperte tutte le volte che loro avranno bisogno ed io non riuscirò a gestirla da solo.
-Scusate- Si intromette Vittoria che però non entra nella stanza.
Me ne aveva parlato, che dopo essersi alzata da tavola non poteva tornarci senza il permesso.
Lele mi osserva confuso, ma annuisco salutando mia madre.
-Come stavamo dicendo io e Lele porteremo Vittoria a fare un giro per la città-
-Saranno delle ottime guide- La rassicura mio padre.
Vittoria sorride, ma ancora non osa fare un passo avanti e nel vano tentativo di non darlo a vedere -Saluta che andiamo-
Lei resta sulla soglia e Lele si intromette.
-Vieni Vittoria, prendiamo le cose e andiamo-
-Prima posso aiutare a sparecchiare?-
-Tutto quello che vuoi le dico- Ma mia mamma mi interrompe.
-Assolutamente no, in questa casa sei ospite... magari quando vi verremo a trovare ti lascerò sistemare le cose- è l'ennesimo commento innocuo che tra noi fa anche ridere, ma con Vittoria bisogna scegliere bene le parole da usare.
-Possiamo uscire allora- Il suo tono è triste ed il suo capo chino.
Mio padre sbuffa, commosso e mia madre si scusa con lo sguardo.
-Grazie mille, ci rivedremo prima di partire-
-Lo spero- Commenta sincera mia mamma.
-Si- Aggiunge Vittoria con un tono piatto.
Dopo aver salutato guido Vittoria fuori.
-Ti piacciono?-
-Su di loro hai fatto colpo-
-Ne sarei davvero felice-
-Ti giuro che è così- Le confermo, ma Lele mi fa cenno di non insistere.
-Cosa vuoi vedere?- chiede Lele.
-Vi prego, guidatemi voi-
-Tuo padre ha detto che sarete delle splendide guide-
-Ci puoi scommettere- Sorride Lele.
Dopo un breve viaggio in macchina in cui a guidare è stato Lele ed io ho provato ad aprire mille conversazioni diverse, ma senza alcun risultato, Vittoria si guarda intorno incantata.
-Siamo a Piazza Navona- Afferma Lele tenendo le mani nelle tasche.
Vittoria è d'avanti a noi è osserva incantata il Campo de' Fiori.
Il sole è ormai calato e la luce lunare rende l'atmosfera molto romantica.
Salendo i gradini della scalinata di Piazza di Spagna, si sofferma sulla vista panoramica della città, con i tetti in terracotta, appena illuminati, che si estendono all'infinito.
I lampioni iniziano ad illuminare le stra e ci ritroviamo nuovamente di fronte al maestoso Colosseo, illuminato da una luce dorata che conferiva un'aura magica all'antico anfiteatro.
Eravamo entrambi incantati dalla bellezza della nostra ragazza e dalle espressioni che colpivano il suo viso.
Nostra perché non possiamo perderla, non ora che inizieremo un nuovo percorso insieme.
La accompagneremo nel suo percorso.
Vittoria si siede su una panchina e lascia che l'atmosfera della città la avvolga completamente, è a dir poco stupenda, ma sia io che Lele ci scambiamo sguardi preoccupati.
Ho l'impressione che è consapevole di essere parte di qualcosa di più grande di sé stessa e dalla quale non può più scappare.

⭐️e/o💭?

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