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Abbie Pov

Il profumo dei miei fiori mi investì nello stesso momento in cui aprì la porta del mio negozio.
Amavo quel posto, ci lavoravo da quattro anni e avevo fatto tanta fatica a farlo ingranare. Quei colori e quei profumi mi ripagavano di ogni fatica che avevo fatto.
Aperta la serranda i clienti cominciarono ad entrare, erano quasi tutte donne che cercavano fiori per i loro appartamenti.
Donne in carriera, più anziane, a volte anche ragazzi entravano per comprare mazzi di fiori, ma era raro che accadesse.

Is:"come al solito c'è tanta gente eh?"
A:"ti e morta un'altra pianta?"
Is:"non credo di avere il pollice verde"
A:"e te ne devo vendere un'altra?"
Is:"ehm..."
A:"ti dovrei dare una pianta grassa, così magari non muore dopo due settimane"
Is:"grazie"
Signora:"scusi signorina, posso avere una calla?"
A:"certo, Isabel è un problema se..."
Is:"torno stasera"
A:"va bene"

Per mezza giornata non feci altro che servire i clienti, verso le undici ero già esausta, per mia fortuna il negozio sra deserto per cui ne approfittai per andare in serra a controllare le piante.
La pianta che andava di più erano sempre le calle, forse perché le mie erano sempre alte e bellissime.
Erano piante delicate, per cui dovevo sempre stare attenta ad ogni loro bisogno.
Ero talmente concentrata sui fiori che il campanello del negozio mi fece sobbalzare.

A:"arrivo!"

Mi lavai le mani e tornai in negozio, c'era solo una cliente, una ragazzina con una macchina fotografica e un telefono, sembrava una studentessa.
Appena mi vide fece un sorriso a trentadue denti e si avvicinò per fare un leggero inchino.

??:"buongiorno, sono Helen Shirakumo, lavoro come giornalista per una rivista di giardinaggio"
A:"e come mai è qui?"
H:"sto girando i fiorai più belli di Tokyo e appena sono arrivata in questo quartiere mi hanno dato il nome del suo"
A:"e mi vuole intervistare?"
H:"bhe sì! Il suo negozio è incredibile rispetto a tutti gli altri che ho visitato, lavora lei da sola?"
A:"si...ecco, però non ne sapevo nulla"
H:"lo so e mi dispiace, se non vuole essere intervistata non è un problema, però posso fare qualche foto? Vorrei nominare il suo negozio, è troppo bello per non farlo"
A:"bhe ammetto che non amo ste cose, ma, mi gratifica questa attenzione"
H:"le credo, con tutto il lavoro che c'è dietro, allora, posso farle qualche domanda? Niente di privato tranquilla"
A:"va bene"

Ci sedemmo dietro al bancone, come aveva promesso non mi chiese nulla della mia vita privata.
Le domande erano incentrate tutte sul negozio, sui fiori, sul perché avevo scelto proprio questo quartiere e da quanto tempo lavorassi li.
Certo, essere intervistata mi sembrava ancora una cosa strana e non ero proprio a mio agio ma, sicuramente sarebbe stata un'ottima pubblicità per il negozio e non potevo farmela scappare.

A:"posso farle io una domanda ora?"
H:"su cosa?"
A:"insomma, credo che i giornalisti ora puntino tutti ai superpoteri no?"
H:"super...si effettivamente si, sono comparsi da quasi trent'anni e sempre più bambini nascono con essi, lo so e ne parlo anche io, nel mio tempo libero, come freelance"
A:"oh capisco"
H:"ora scusami, farò qualche foto e poi ti lascio libera di andare a pranzare"
A:"fai con comodo, il negozio chiude all'una"

Si alzò dalla sedia e cominciò a fotografare i fiori più belli che vedeva e ovviamente erano le mie calle, la invitai anche nella serra per vedere tutte le piante che in negozio per via dello spazio, non ci stavano.
Scattò anche lì almeno una decina di foto, non sapevo quali avrebbe usato e quali avrebbe scartato, ma ora ero davvero curiosa.

H:"la rivista uscirà settimana prossima"
A:"va bene, ehm...il nome?"
H:"Green Garden"
A:"eh?! Ma quella io la leggo! Però non ho mai letto il suo nome"
H:"perché mi firmo H.S., comunque sul bancone troverà il mio biglietto da visita, c'è il mio numero, le manderò la bozza dell'intervista scritta così se vuole che modifichi qualcosa me lo dica pure"
A:"va bene, grazie mille"
H:"di nulla, arrivederci"

Ci salutammo con un leggero inchino.
Appena fu uscita dal negozio avvertì Isabel dell'intervista e anche lei era d'accordo sul fatto che sarebbe stata un'ottima pubblicità per il negozio.
Ero davvero felice di aver avuto questa opportunità.
A farmi tornare coi piedi per terra fu un rumore fortissimo proveniente da fuori il negozio.
Senza uscire andai alla vetrina per vedere che stava accadendo, vidi solo un essere umano, o meglio, una specie di animale con le fattezze umane.
Da quando erano apparsi i superpoteri non era raro che qualcuno andasse fuori controllo o che qualcuno diventasse un criminale e ancora meno raro erano i ragazzi che si professavano eroi come quelli dei fumetti.
Era illegale utilizzare i superpoteri eppure eccoli li che proteggevano i civili, venivano chiamati Illegals Hero, abbreviato in Vigilantes.

???:"STA BUONO!"

Delle nuvole circondarono il ragazzo andato fuori controllo, non ci potevo credere Loud Cloud e se c'era lui...
Un fulmine giallo passò accanto alla vetrina, si, insieme a Loud Cloud c'era Allmight.
Nessuno aveva mai visto in viso quest'ultimo, ma la sua velocità era caratterizzata da una specie di fulmine giallo.
Anche se avevo paura dei superpoteri, non potevo negare di ammirare Allmight e Loud Cloud, loro due insieme riuscivano a salvare un sacco di persone.
Come erano comparsi entrambi sparirono nel nulla mentre il ragazzo andato fuori controllo era a terra svenuto.
Provai ad uscire per vedere se riuscivo a scorgerli da qualche parte, su qualche tetto, ma non c'era nessuno.

Is:"Abbie! Abbie stai bene?"
A:"certo, tranquilla sono uscita solo ora, ma non dovevi tornare stasera?"
Is:"si ma ero qui in zona e pensavo di mangiare qualcosa insieme, per festeggiare anche l'intervista, ero appena entrata nella via e ho visto quel tizio e i due vigilantes, poi sei uscita di corsa, cosa volevi fare?"
A:"speravo di vederli"

Ancora non sapevo che quella giornata mi avrebbe cambiato completamente la vita.
Non potevo sapere che eventi avrebbe scatenato quella semplice intervista con Helen.

Fine capitolo 1
Al prossimo capitolo~

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