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Abbie Pov

Mi metteva agitazione l'idea di leggere l'intervista che Helen mi aveva fatto, sicuramente avevo detto un sacco di cagate che lei avrà dovuto sistemare.
La notizia dell'intervista doveva essersi propagata perché alcuni vicini e molti clienti erano venuti a complimentarsi con me.
Perfino quella nuova coppia che aveva comprato un negozio in quella via era venuta a curiosare, non ci avevo mai parlato prima, però avevano comprato delle calle.

G:"oggi c'è più via vai del solito"
A:"già"

Genny aveva un negozio vicino al mio, vendeva piatti tipici dipinti a mano fatti dal marito, ne avevo comprati anche io, il prezzo non era basso, ma vista la fattura erano soldi per spesi.
Con il marito ci avevo parlato poche volte ma l'avevo ringraziato per il bellissimo lavoro e lui aveva risposto che senza Genny non avrebbe mai potuto fare piatti del genere.
Avrei voluto anche io un qualcuno che dicesse queste cose di me.

G:"la giornalista a che ora arriva?"
A:"tra poco sarà qui"
G:"allora vado, Shoto non riuscirà mai a parlare con i clienti"
A:"ha paura di loro?"
G:"no, lo mettono a disagio perché sono, molto spesso, stranieri"
A:"lo capisco"
G:"ahahah, dai ci vediamo, devi raccontarmi poi"
A:"non credo serva, settimana prossima sarà su tutte le riviste"
G:"allora la comprerò, ci vediamo alla riunione del vicinato?"
A:"si"
G:"allora a domenica"
A:"a domenica"

Tornai a concentrarmi sulle corone di fiori che mi avevano ordinato, sapevo che non sempre erano per occasioni gioiose, ma a me piaceva prepararle con i fiori più belli che avevo.
Il campanello mi fece sobbalzare pur sapendo che stavo aspettando Helen.
Ad entrare fu proprio lei, ma al contrario della scorsa volta non aveva la macchina fotografica, bensì un marsupio porta bambino.

H:"scusa il ritardo, abbiamo avuto un incidente di percorso"
A:"n-no fa nulla"
H:"ho qui la bozza del..."

Non la seguì per nulla, ero concentrata sul fagottino all'interno del marsupio, il cappellino le copriva fino alle sopracciglia e sembrava addormentato. Di bambini non ci avevo mai capito un cazzo quindi non riuscivo a capire quanti mesi potesse avere.
Helen però doveva essersi accorta che stavo guardando il bambino perché appoggiò una mano sulla sua testolina.

H:"c'è qualche problema?"
A:"n-no è solo che l'altro giorno non mi aveva accennato di avere un figlio"
H:"una bambina, ha otto mesi, possiamo tornare alla bozza?"
A:"posso prenderla in braccio?"

A quella domanda i suoi occhi si spalancarono. Capivo che a molte madri non piacesse l'idea che qualcuno toccasse i loro figli, ma la sua reazione fu proprio strana.
Il suo sguardo passò dalla bambina a me per un paio di volte, poi tornò a parlare della bozza.

A:"allora posso?"
H:"no"
A:"so prenderli in braccio non devi avere paura"
H:"non...possiamo parlare del motivo per cui sono qui?"

Alla fine non ebbi scelta se non leggere la bozza che aveva scritto. Era scritto bene, mi piaceva tutto ciò che stavo leggendo. Se non fosse che nella mia testa continuavo a pensare alla reazione di Helen alla richiesta di prendere in braccio la bambina.

A:"è perfetta"
H:"sicura?"
A:"si"
H:"perfetto, anche perché devo consegnarla entro domenica"
A:"è dopo domani o sbaglio?"
H:"già, almeno dovrò solo scriverla in bella senza modificare nulla, ora vuole andare a pranzare?"
A:"si, dove andiamo?"
H:"in un ristorante per famiglie, ho prenotato giusto ieri in uno qui vicino"
A:"va bene"

Presi la borsa e uscimmo dal negozio, il suo modo di fare mi metteva sempre più curiosità, era strano. Sembrava voler nascondere qualcosa a tutti i costi. E a quel punto l'unica cosa che mi venne in mente è che la proteggesse perché aveva un superpotere. Certo non potevo esserne certa, ma dal suo modo di fare e anche il fatto che sistemasse il cappellino ogni due secondi, si, quella bambina aveva un superpotere e la madre cercava di proteggerla in tutti i modi.

H:"finalmente pappa"
???:"aaaaah"
Cameriere:"ha bisogno di un seggiolone?"
H:"si grazie"

Ci sedemmo a tavola e la conferma dei miei sospetti fu data dal fatto che anche mentre mangiavamo non le tolse il cappellino nemmeno per due secondi, nonostante la bambina provasse a toglierlo; lei glielo sistemava sempre. Era comprensibile perché lo facesse, tutte le persone che avevano un superpotere che ne modificasse l'aspetto era sempre discriminata, ricordavo che bullismo subirono delle mie compagne di classe solo perché avevano delle squame o robe del genere.
Ritornate in negozio la ringraziai per averle offerto il pranzo. Volevo parlarle, dovevo farlo, volevo capisse che la sua bambina da parte mia non avrebbe mai subito nulla di male.

H:"sarà meglio che vada ora, altrimenti Eri non dormirà più oggi pomeriggio"
A:"Helen posso farti una domanda?"
H:"si?"
A:"la bambina ha un superpotere?"
H:"no, ma che vai a pensare?"
A:"non sono una persona intelligente ma nemmeno stupida, ti ossessiona l'idea che si tolga il cappellino, lo notato sai? Io non sono quel tipo di persona se proprio vuoi saperlo, non mi sognerei mai prendere in giro qualcuno ancor più una neonata!"

Senza dire niente mi fece capire che potevo prendere in braccio la bambina; e così feci. La tirai fuori dal marsupio e la strinsi tra le mie braccia.
Eri mi guardava un misto tra il curioso e il confuso, era adorabile.
La stavo ancora guardando quando Helen le tolse il berrettino, sotto di esso oltre ad una bellissima chioma bianca c'era un piccolo cornino di colore marrone chiaro.
Al contrario di Helen, alla bambina non gliene poteva fregare di meno di quella escrescenza sulla sua fronte.
Continuava a sorridermi e stringere la mia felpa con le sue manine.

H:"ti prego non dirlo a nessuno"
A:"lo già detto, non sono il tipo di persona che fa queste cose, comunque tuo marito dev'essere..."
H:"macché, se n'è andato appena ha visto il corno"
A:"e ha abbandonato sto cosino adorabile?!"
H:"esattamente"
A:"ma che gran figlio di puttana"
H:"lo so"
A:"sai, anche io ho subito bullismo"
H:"hai un superpotere?"
A:"non ti sembra strano che alcuni fiori siano fuori stagione?"

Fine capitolo 3
Al prossimo capitolo~

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